Il Rosario secondo Giovanni Paolo II: perché è un’arma potente

Il Santo Rosario è una delle più alte forme di preghiera che si innalza a Gesù per mezzo di Maria, ma è anche una vera e propria fonte di guarigione.

Giovanni Paolo II
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Spesso si pensa che a problemi di tutti i giorni, quali possono essere gli stati di ansia e lo stress non ci sia rimedio se non solo quelli di carattere medico. Dobbiamo pensare che, invece, la Vergine Maria conosce ogni nostra singola necessità, anche quella che sembra più banale.

Quando preghiamo la Madonna, che sia in una preghiera spontanea o attraverso la Corona del Rosario, Lei accompagna ogni nostra intenzione e ogni nostra necessità al Trono dell’Altissimo, certi che saremo esauditi.

Non solo richieste, ma anche ringraziamenti: sì, perché Maria sa e conosce tutto ciò che abbiamo nel nostro cuore, a partire proprio dalle nostre ansie e dalle nostre paure. Pregare il Rosario può aiutarci ad alleviare tutto questo e può accompagnarci anche nel corso della giornata, aiutando a calmarci e a vivere meglio tutto ciò che ci circonda.

Giovanni Paolo II: perché il Santo Rosario è così importante

Ciò che ci domandiamo più spesse volte è: ma come si fa a recitare il Rosario? E non parliamo soltanto della formula corretta, quanto anche del porsi nel giusto stato d’animo perché la preghiera sia vera, autentica ed efficace? Non c’è una “modalità” vera e propria da rispettare, il tutto sta sempre nell’animo e nel cuore di chi si pone lì con la Corona in mano.

Ci sono stati dati, però, alcuni piccoli suggerimenti in merito da San Giovanni Paolo II, il quale ha anche chiarito alcuni punti circa l’importanza del Rosario stesso nella preghiera quotidiana di tutti i giorni. Molti, ad esempio, non recitano il Rosario perché la identificano come una preghiera ripetitiva.

Il Santo Papa ci dice che, è vero che si recitano più volte le preghiere, perché ripetere fa parte del metodo, ma ha senso, perché in questo modo ci colleghiamo alla vita di Cristo. Recitare il Rosario, poi, deve essere visto come una sorta di ritmo, quasi alla stessa stregua del ritmo del cuore che batte.

Ma, come ci dice il Pontefice, “il ritmo di un cuore che batte e che ama”. Ogni singolo mistero del santo Rosario è un qualcosa su cui attentamente meditare e riflettere. Trattandosi di misteri, troveremo sempre un messaggio nuovo in ciascuno di essi nelle diverse fasi o circostanze della nostra vita, conferma Giovanni Paolo II.

giovanni paolo II
photo: ansa.it (lalucedimaria.it)

Il Rosario: preghiera ed atto d’amore

Nel rosario la preghiera più ripetuta è quella dell’Ave Maria. Ogni volta che preghiamo, il centro di gravità cade sulla parola “Gesù”: concentriamo la nostra attenzione sul nome di Gesù e facciamo una brevissima pausa quando lo pronunciamo: sarà un’unione maggiore che avremo con Lui e con sua Madre.

Anche il Rosario è una preghiera d’amore e che comprende tutto ciò che c’è nel nostro cuore. Preghiamo sì, ma mettiamo insieme anche tutte le nostre intenzioni, di chi conosciamo e quelle del mondo intero.

Questi piccoli quanto semplici suggerimenti che ci ha donato San Giovanni Paolo II siano un punto d’inizio fermo per comprendere sempre di più e al meglio l’importanza della preghiera del Santo Rosario ogni giorno.

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