Giovanni Paolo II: il diritto internazionale dovrebbe basarsi sul Vangelo

Come Papa Giovanni Paolo II ha trasformato la nostra storia di fede? Ne troviamo traccia nei tanti scritti che ci ha lasciato. 

Giovanni Paolo II
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Il Santo Padre, Papa Giovanni Paolo II, ha parlato al cuore di tutti: dei bambini, come degli anziani; della gente comune, come dei potenti della Terra, fino a raggiungere i posti più remoti e dimenticati del pianeta. Le sue parole, ancora oggi e speriamo per i secoli a venire, fanno eco, rimbalzando tra i popoli di ogni razza, per illuminare i pensieri ancora bui della nostra storia umana. 

Così, durante la Giornata Mondiale della Pace, del 2004, Giovanni Paolo II cercò di scuotere tutti coloro che, nel mondo, hanno il potere di portare la pace o la discordia; i potenti della terra che possono legiferare accordi internazionali o dichiarare guerra ad altri popoli. Il Santo Padre parlò anche a tutti gli uomini e le donne che potrebbero essere Educatori di Pace, ma che spesso incitano alla violenza.

Giovanni Paolo II: Giornata Mondiale della Pace 2004

“E per quale altro motivo gli operatoti di pace saranno chiamati figli di Dio, se non perché egli, per sua natura, è il Dio della pace? Proprio per questo, nell’annunzio di salvezza che la Chiesa diffonde nel mondo, vi sono elementi dottrinali di fondamentale importanza per l’elaborazione dei principi necessari a una pacifica convivenza tra le Nazioni.

(…) Il diritto internazionale è stato per molto tempo il diritto della guerra e della pace. Credo che esso sia sempre più chiamato a diventare esclusivamente un diritto della pace, concepita in funzione della giustizia e della solidarietà. In questo contesto, la morale è chiamata a fecondare il diritto; essa può esercitare altresì una funzione di anticipo sul diritto, nella misura in cui gli indica la direzione del giusto e del bene“.

Antonella Sanicanti

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