Il governo ha deciso: finalmente una buona notizia per la famiglia

Dopo un lungo tempo segnato da scelte sbagliate, stavolta molte famiglie provate dalla difficoltà economica potranno tirare un leggero sospiro di sollievo.

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Il governo ha infatti reso noto che dal 1 luglio 2021 arriverà l’assegno unico e universale per i figli. Secondo quanto confermato nei giorni scorsi, durante la conferenza stampa in diretta televisiva, dal presidente del Consiglio Mario Draghi, a partire dalla data già fissata dall’ultima legge di Bilancio, tutte le famiglie riceveranno 250 euro al mese per ogni figlio, grazie a quello che viene indicato come il “Fondo assegno universale e servizi alla famiglia”. Fondo rifinanziato con tre miliardi di euro per l’anno 2021 e 5 miliardi per il 2022.

Finalmente una buona notizia per la famiglia

Per rendere definitiva la decisione, il Governo dovrà attuare in tre mesi la legge delega, per il cosiddetto “Ddl famiglia” che il Senato approverà in maniera definitiva martedì 30 marzo. Una decisione che per diversi partiti che sostengono l’attuale esecutivo rappresenta il primo vero passo della riforma fiscale che verrà messa in campo dal Governo Draghi.

Il Senato ha quindi dato il via libera al Ddl famiglia, già approvato nel luglio 2020 dalla Camera, il Governo. Entrerà quindi finalmente in vigore nel nostro ordinamento un assegno unico e universale. Unico perché questo aiuto alla famiglia andrà a sostituire tutte le attuali forme di sostegno che il sistema oggi riconosce. Come per esempio le detrazioni Irpef per carichi familiari relative ai figli agli assegni al nucleo, oppure il bonus bebè a quello per la natalità o l’adozione, il bonus mamme o infine l’assegno per il terzo figlio.

L’assegno sarà unico e universale: cosa significa e perchè?

Universale, invece, perché si indica che l’assegno ai figli sarà corrisposto ogni mese a tutti i contribuenti. Il contributo spetterà quindi ai genitori sia lavoratori autonomi o dipendenti, capienti o incapienti. Mentre invece fino ad oggi, non si sa per quale ragione, questo restava una prerogativa dei lavoratori dipendenti.

In questo modo, le risorse saranno recuperate dalle misure di sostegno alla famiglia oggi in vigore e potranno in seguito essere individuate dal Governo, durante l’esercizio della delega, mentre gli altri partiti di maggioranza sarebbero eventualmente già pronti a giocarsi la carta di nuovo debito.

Sarà erogato per ogni figlio a carico dal settimo mese di gravidanza

L’assegna sarà riconosciuto per ogni figlio a carico dal settimo mese di gravidanza fino al diciottesimo anno di età, sotto forma di credito d’imposta o di denaro, e con importo maggiorato dal secondo figlio in poi. Il sostegno verrà inoltre corrisposto fino al compimento del ventunesimo anno di età ma sarà ridotto nell’importo.

Nel caso in cui il figlio maggiorenne sia iscritto all’università, svolga un tirocinio, frequenti un corso professionale, sia impegnato nel servizio civile universale, svolga un lavoro a basso reddito o sia registrato come soggetto disoccupato e in cerca di lavoro presso un centro per l’impiego o un’agenzia per il lavoro, verrà erogato direttamente a lui. 

Nei casi di figli con disabilità questi avranno un assegno maggiorato

Inoltre nei casi in cui ci siano figli con disabilità, rispettivamente minorenne o maggiorenne e di età inferiore a ventuno anni, l’assegno sarà maggiorato, secondo un’aliquota non inferiore al 30 per cento e non superiore al 50 per cento, per ciascun figlio. L’importo avrà una maggiorazione graduata secondo le classificazioni della condizione di disabilità.

Per la definizione di figlio a carico si dovrà fare riferimento al Testo unico delle imposte sui redditi. In questo, infatti, vengono definiti fiscalmente a carico i figli che abbiano un reddito non superiore a quattromila euro, oppure nel caso abbiano un’età superiore a ventiquattro anni sono tali fino a 2.840,51 euro.

I dettagli che riguarderanno le modalità con cui si riceverà l’assegno

Per quanto riguarda invece i dettagli applicativi che riguarderanno le modalità con cui si riceverà l’assegno, a definirli saranno i decreti attuativi che il Senato dovrà approvare martedì 30 marzo. Tra questi, si prevede che il calcolo del nuovo assegno sarà differenziato nell’ambito dell’Isee fino al suo eventuale azzeramento.

Tuttavia l’assegno non sarà considerato per la richiesta e per il calcolo delle prestazioni sociali agevolate, dei trattamenti assistenziali e di altri benefici e prestazioni sociali già previsti per i figli con disabilità, e sarà inoltre compatibile con il Reddito di cittadinanza e con la Pensione di cittadinanza.

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L’integrazione con Reddito e Pensione di cittadinanza

Per quanto riguarda invece la determinazione dell’ammontare complessivo dell’assegno e del beneficio economico del Reddito di cittadinanza, bisognerà comunque continuare a tenere conto, per quanto riguarda la quota di quest’ultimo, del numero dei componenti di minore età presenti nel nucleo familiare.

In questo modo, di fronte al duro inverno demografico che sta vivendo il nostro Paese, il peggiore dalla nascita dell’unità d’Italia, l’esecutivo punta a spingere la natalità verso dati più rosei, e in questo modo puntando a collocare l’Italia in qualche gradino più in alto nella classifica europea sui sostegni alle famiglie. Al momento infatti, l’Italia risulta essere, tra i ventisette Paesi europei, al terzultimo posto della classifica, davanti solamente a Malta e ai Paesi Bassi.

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In sostanza, i numeri evidenziano purtroppo il dato drammatico, che cioè ad oggi la spesa di protezione sociale per la famiglia e per il figli in Italia è inferiore a quella di tutti i Paesi dell’Unione europea. Con questa mossa la speranza è che si muova qualcosa in direzione di una ripresa nazionale.

Giovanni Bernardi

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