Scarsamente supportato dai media e bandito dalla pubblicità sui mezzi pubblici, il film dedicato al culto del Sacro Cuore alimentato dalle apparizioni a Santa Margherita Maria Alacoque fa registrare numeri importanti malgrado un numero ridotto di proiezioni nelle sale.

È diventata un piccolo caso cinematografico in Francia la pellicola che qualcuno ha definito «la più bella storia d’amore portata sullo schermo». Parliamo del film Sacré-Cœur. Son Reign n’a pas de fin («Sacro Cuore. Il suo Regno non ha fine») di Sabrina e Steven J. Gunnell, sbarcato il 1° ottobre 2025 nelle sale dell’Esagono.
Si tratta di una docu-fiction di 90 minuti, brillantemente supportata da testimonianze e da superbe scene cinematografiche, che a 350 anni dalle apparizioni di Margherita Maria Alacoque a Paray-le-Monial ripercorre la plurisecolare storia della devozione al Sacro Cuore.
Il lungometraggio infatti sta riscuotendo un successo senza precedenti. In due settimane ha raccolto 100.000 spettatori. Un record per questo film a basso budget, uscito in appena 155 sale in tutta la Francia. Sacré-Cœur si classifica al nono posto del box-office mondiale, malgrado abbia avuto soltanto 910 proiezioni (ben poca cosa rispetto alle 4.200-10.000 proiezioni dei primi otto film).
Davanti alla richiesta e a code in continua crescita, il numero di copie era aumentato una prima volta già durante la seconda settimana di uscita (43.620 gli ingressi al 7 ottobre). Così il film è stato proiettato in 223 copie supplementari. Nella terza settimana di programmazione molti cinema hanno risposto alla grande domanda proiettando il film nelle loro sale. Sacré-Cœur è apparso così a Lione, Tolosa, Bordeaux, Créteil e Lisieux e anche in centri più piccoli come Saint-Jean-de-Luz, Les Sables-d’Olonne e Saint-Maximin-la-Sainte-Baume.
Sacro Cuore, successo senza precedenti malgrado gli ostacoli
Da mercoledì 15 ottobre il film distribuito da Saje Distribution è disponibile in oltre 336 sale francesi. «È un vero mistero che ci supera, perché ci precede. Quando abbiamo iniziato la produzione, abbiamo scoperto che il Sacro Cuore è stato nelle nostre vite fin dall’inizio. Non ci ha mai lasciato», ha dichiarato Steven J. Gunnell prima dell’uscita del film.

Durante la campagna pubblicitaria di Sacré Cœur non sono mancate le polemiche a causa del rifiuto di promuovere il film da parte di MediaTransports, la società che gestisce la pubblicità per SNCF e RATP, rispettivamente la rete ferroviaria francese e i trasporti pubblici parigini. La Francia, come si sa, è uno dei santuari del laicismo.
Così l’opera dei coniugi Gunnell, coppia di registi e produttori cinematografici credenti, noti per i lavori nel campo del cinema religioso, è finita nel mirino dei responsabili pubblici a causa del suo carattere «confessionale», reputato incompatibile con il principio di neutralità del servizio pubblico.
Insomma, niente pubblicità nelle stazioni ferroviarie e nel metrò. La spiegazione ha convinto poco i registi e il distributore Hubert de Torcy. Basti pensare che nel 2013 la Saje aveva già portato nelle sale transalpine il documentario Sacerdozio di Damien Boyer, centrato su quattro toccanti testimonianze di giovani sacerdoti francesi, senza che in quel caso scattassero limitazioni pubblicitarie nel metrò.
Il segreto del successo di un film sul Cuore «che ha tanto amato gli uomini»
Insieme Steven e Sabrina hanno fondato la società di produzione Krea Film-Makers, attraverso la quale hanno realizzato diversi documentari e film a sfondo spirituale, come Eternam e Le Sanctuaire Retrouvé. Di recente i Gunnell hanno pubblicato una testimonianza autobiografica sul loro percorso di fede.
Steven, in particolare, è un ex rocker di successo precipitato nella depressione prima della conversione che gli ha cambiato la vita. «Il Sacro Cuore ci ha perseguitati per 2 mesi», ha confessato recentemente Sabrina, apparsa sorridente accanto al marito sul canale Kto.

Il film, ha rivelato la coppia che non esita a parlare del soccorso della «Provvidenza», «è stato ispirato da Gesù stesso». Sacré Cœur nasce dal bisogno di «restituire l’amore ricevuto» da Gesù. Il coraggio di dare espressione visibile alla propria fede religiosa è il marchio di fabbrica di questa coppia di registi credenti.
Un fervore che stona però con la “moderazione” richiesta dalla laicità aggressiva che tende a silenziare la voce cristiana sui media francesi. Malgrado l’assenza di supporto da parte dei principali mezzi di comunicazione, il film è diventato comunque uno dei fenomeni cinematografici dell’autunno in Francia (si parla perfino di un «miracolo della distribuzione»).
L’ascesa al botteghino di Sacré Cœur continua. La risposta del pubblico la dice lunga sulla sete di Dio che non si è certo estinta – anzi – nel Paese che ha fatto della «laicité» repubblicana un dogma secolare. «Il mondo sta morendo perché non sa di essere amato», spiega un sacerdote che appare nel film.
Diverse testimonianze toccanti nel film mostrano l’eterna giovinezza del cuore «che ha tanto amato gli uomini», come disse Cristo stesso a Santa Margherita Maria Alacoque.