È noioso partecipare alla Santa Messa? Quale può essere la causa

Un fedele vive un momento di aridità spirituale. Prima andava volentieri alla Messa, ma ora invece la vive molto meno, tanto da arrivare anche a sentire un vero e proprio senso di stanchezza.

Per questo motivo, pone ad un sacerdote la domanda del perché lui stia vivendo questo periodo di “pigrizia spirituale”, che gli risponde in modo completo.

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Non andare alla Messa perché stanchi?

La Santa Messa è il momento più importante per la vita di un cristiano. È quando Gesù ci invita a stare con lui alla sua mensa, ci invita come suoi fratelli a stare in sua compagnia. Ma ci andiamo con piacere? O ci capita anche di essere lì controvoglia?

Ci andiamo per abitudine? È una situazione che può capitare, ma se così fosse, non stiamo pienamente dicendo SI a Gesù al suo invito. È come esser presenti lì con il corpo, ma non con la testa e con la dovuta attenzione a ciò che si sta per celebrare o per ascoltare.

E questo non è un bene, soprattutto per la nostra anima. Un fedele, pone il suo problema ad un sacerdote: “Dopo 30 anni dalla conversione questi trenta anni li ho vissuti nella Confessione e Santa Messa quotidiana. Purtroppo da mesi quando vado a Messa che mi sembra che non sia bella e mi stanco, e prego malvolentieri o per forza. Uscito di Chiesa e fatta la Comunione esco felice. Ho avuto molti ottimi direttori spirituali, ma ora questa pesantezza e svogliatezza nella preghiera mi fa star male”.

Una situazione alla quale Padre Angelo cerca di dare chiarimento: “La svogliatezza o il senso di pesantezza che provi durante la celebrazione della messa possono avere vari motivi: potrebbero dipendere dalla nostra personale stanchezza, dagli anni che vanno avanti e che impediscono di concentrarsi, dalle distrazioni della nostra mente, dai peccati veniali che spengono il fervore, e potrebbe anche darsi dalla scarsa devozione con cui viene celebrata la Santa Messa.

Il consiglio che ti do è quello di arrivare a Messa con un certo anticipo e di prepararti, magari recitando qualche decina del Santo Rosario, pensando al Signore che tra breve si renderà presente in mezzo a voi, che vi parlerà, che raccoglierà l’offerta della vostra vita per unirla al suo sacrificio, per offrirsi insieme con voi a Dio Padre per il bene vostro e di tutta l’umanità, e infine per consegnarsi a voi nella Santa Comunione” – spiega.

Padre Angelo: “Arrivare in chiesa 10 minuti prima della celebrazione per stare con Gesù”

Le preoccupazioni, i pensieri giornalieri possono provocare quel senso di malessere. Ma non per questo non dobbiamo partecipare alla Messa. Il sacerdote fa anche un esempio di alcuni Beati: “Di Piergiorgio Frassati, ora beato, sappiamo che voleva essere in chiesa 10 minuti prima della Messa e lo si vedeva così raccolto che sembrava del tutto trasformato. Ti sarai accorto dalla tua esperienza come è diversa la partecipazione alla Messa se arrivi all’ultimo momento, tutto trafelato, o in ritardo. Ti accorgi della differenza se fino all’ultimo hai parlato con altre persone, anche di cose serie, o se invece sei stato silenzioso, raccolto, in attesa del Signore che viene” – continua.

Arrivare in anticipo in chiesa è sempre una buona pratica: “Un libretto scritto in latino negli anni 60 del secolo scorso, per accendere il fervore per la partecipazione alla Messa, giorno per giorno attirava l’attenzione con alcune brevissime riflessioni bibliche su tre domande: Chi viene nella Messa? Da chi viene? Perché cosa viene?

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La nostra mente dovrebbe dunque fissare l’attenzione su Gesù, contemplato sotto diversi titoli, tutti presenti nella Sacra Scrittura, come ad esempio l’Emanuele Dio con noi, il medico, lo sposo, il maestro, il fratello, il redentore, il salvatore. Queste considerazioni aiutano a tenere lo sguardo fisso su chi viene, su Gesù, con un crescendo di desiderio e di amore.

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Si dovrebbe poi pensare da chi viene: viene da noi che siamo spiritualmente infermi (ciechi, sordi, muti, assediati da tentazioni e da pensieri cattivi, con preoccupazioni nel cuore, con sentimenti di svogliatezza e distratti…). E così si sente subito la preziosità di potersi incontrare con lui perché ne abbiamo bisogno a motivo delle nostre infermità.

Infine ci si dovrebbe domandare perché viene: viene con mani cariche di grazie di ogni genere per donarle a noi. Queste grazie le sentiamo menzionare attraverso ogni parola della Sacra Scrittura letta in quella celebrazione eucaristica oppure nelle preghiere del sacerdote, nelle acclamazioni dei fedeli, attraverso interne ispirazioni”.

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Anche il demonio ci mette il suo zampino

Ma Padre Angelo afferma che è anche il demonio a causare queste sensazioni spiacevoli nel partecipare alla Messa: “Non è da escludere che svogliatezza e pesantezza possano essere causate dal demonio. Purtroppo in questo tempo di pandemia non è possibile segnarsi con il segno della croce intingendo nell’acqua benedetta. Ma certo questo rito serve anche a ravvivare la Grazia del battesimo. Se è fatto con devozione aiuta a ravvivare il fervore. San Tommaso d’Aquino dice che il segno della croce allontana i demoni e, se è fatto con l’acqua benedetta, non soltanto li allontana, ma li tiene lontani.

Infine svogliatezza e pesantezza potrebbero derivare da una permissione divina perché mettiamo in opera ogni stratagemma per ravvivare il fervore. E così, senza avvedercene, diventiamo ancora più santi” – conclude.

Fonte: amicidomenicani

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