“Don Euro”: com’è finita la vicenda del prete imbroglione?

Ecco l’epilogo che fa giustizia anche per la Chiesa di cui ha approfittato col suo comportamento, l’ex prete imbroglione che rubava i soldi dei fedeli per spenderli in escort e lusso.

Una pagina davvero triste, che si vuole seppellire sotto la sentenza del Tribunale.

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Luca Morini è un ex parroco ridotto allo stato laicale dal Vaticano passato tristemente alle cronache come “Don Euro”, nome dovuto alla facilità con cui chiedeva somme di denaro per utilizzarli in ambienti che proprio nulla avevano a che fare con il suo compito di sacerdote.

La sentenza nei confronti di Don Euro

Ora è arrivata la sentenza che gli è spettata per tutte le malefatte che ha compiuto, infangando pesantemente anche il ruolo che falsamente rivestiva e di conseguenza la Chiesa tutta. Il Tribunale di Massa lo ha condannato a 7 anni e mezzo di reclusione per un episodio di estorsione al suo ex vescovo, monsignor Giovanni Santucci, non più guida della diocesi toscana, e per l’accusa di sostituzione di persona.

Assoluzioni sono invece arrivate nei suoi confronti per altri capi di cui era imputato, vale a dire quello di un episodio di estorsione a una suora, un altro caso di sostituzione di persona e dalle accuse di autoriciclaggio e cessione di droga. La pena che era stata chiesta inizialmente dal pubblico ministero era di otto anni e mezzo, mentre la difesa ne aveva chiesto l’assoluzione in quanto era stata lui riconosciuta la semi infermità.

I suoi legali infatti, avevano sostenuto che l’ex prete avrebbe sofferto di patologie che ne potevano “limitare la capacità di intendere e volere”, e lo psichiatra Leonardo Moretti ne ha certificato la seminfermità con una diagnosi per “sindrome bipolare che gli impedisce di comprendere il disvalore sociale delle sue azioni”. Purtroppo, Satana agisce anche dentro la Chiesa, attaccando ancora più chi si avvicina al Signore.

La condanna inflitta dal Tribunale di Massa

Adesso la condanna è stata lui inflitta, oltre che per la truffa ai danni del suo vescovo, anche perché si sarebbe finto un magistrato con altri suoi presunti amanti. “Mi chiedeva denaro dicendomi che aveva bisogno e io glielo davo”, sono state le dolorose parole dell’ex vescovo, che ha provato in tutti i modi ad aprire il cuore nei suoi confronti. “Sono addolorato per lui e prego ogni giorno per la sua anima”.

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Di fatto, il caso di Luca Morini è di quelli che fanno accapponare la pelle, una ferita profondissima nel cuore della Chiesa fatta da un uomo che era stato chiamato ad esserne figlio prediletto, finito in giri di escort, festini e altre oscenità che hanno scandalizzato tanti fedeli e anche coloro che sono lontani dalla Chiesa.

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Lo scandalo nel 2015 era nato dalla denuncia di un escort a cui don Euro si era presentato come un magistrato, spendendo grandi somme di denaro della parrocchia in cene, viaggi, costose spa e festini a luci rosse. Nell’inchiesta gli sono stati anche sequestrati 700.000 euro e pietre preziose per 150.000 euro. Quattro escort si sono costituiti parte civile al termine del processo.

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Ora questa storia estremamente dolorosa è finita con la giusta pena nei confronti di questo uomo che si è finto sacerdote ma che in realtà non era altro che un mascalzone. Giusto pregare per la sua anima, come ha invitato a fare il vescovo in uno slancio di carità cristiana, vista anche la malattia che avrebbe segnato la psiche di quest’uomo. Ma è altrettanto giusto che di fronte a queste vicende terribilmente gravi sia fatta chiarezza e pulito il marcio fino in fondo.

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