22 nuovi sacerdoti per la Chiesa di Milano: “Dio ci ha chiamati a sé”

Il lockdown e la pandemia hanno bloccato ogni attività, anche quelle delle singole Diocesi d’Italia. A Milano, rimandate anche le ordinazioni dei sacerdoti.

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photo web source: chiesadimilano.it

Una decisione difficile, ma necessaria. A Milano, i futuri sacerdoti hanno potuto riflettere, in questo periodo, sul vero valore della loro vocazione.

Milano e il blocco delle ordinazioni dei sacerdoti

Il Coronavirus ha fermato ogni cosa. Due mesi durante i quali anche le porte delle chiese e delle Cattedrali sono rimaste chiuse e sbarrate e, di conseguenza, anche tutte le singole attività parrocchiali e diocesane si sono interrotte. Comprese le ordinazioni sacerdotali.

A Milano, infatti, ben 22 diaconi hanno visto la loro ordinazione a sacerdoti rimandata a data da destinarsi. Ma, nonostante tutto, in questo periodo, hanno potuto riflettere ancor meglio sul vero valore della loro vocazione: “Perché il mondo creda” – come recita il motto dei sacerdoti della Chiesa meneghina.

Il 5 settembre, 22 diaconi diventeranno sacerdoti

Un’ordinazione che ha visto lo slittamento di ben 3 mesi, da giugno al 5 settembre, quando l’Arcivescovo della città, Monsignor Mario Delpini celebrerà la Santa Messa, dando ai 22 diaconi il mandato per diventare nuovi sacerdoti nella vigna del Signore.

“Insegnavo, poi Dio mi ha chiamato a sé”

Ognuno di questi 22 futuri sacerdoti ha una storia a sé, segnata (chi dall’inizio, chi a metà strada) dalla presenza di Dio nella propria vita: “Sono entrato in seminario a 32 anni. Prima ero un insegnante di religione e, proprio tra i banchi di scuola, ho avuto la conferma della chiamata del Signore” – racconta Luigi, il più grande dei futuri sacerdoti.

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“Volevo diventare ingegnere, ma eccomi sacerdote”

Ma c’è anche chi, nella vita, faceva tutt’altro…poi Dio l’ha chiamato a sé: “Andavo all’università, ero iscritto a Ingegneria Spaziale. Le stelle mi avevano conquistato […] sono andato in Germania per l’Erasmus. Ma lì ho scoperto che, più che imparare una nuova lingua, stavo cercando di capire qualcosa di me e di Dio” – racconta, invece, Giacomo.

Insomma: ognuno di loro ha davvero una storia diversa. C’è chi “la vocazione l’ha sentita da bambino”, come Simone, o chi ha aspettato qualche annetto in più (come Luigi), prima di dire quel SI definitivo a Gesù. Preghiamo per tutti loro, perché siano davvero buoni e santi sacerdoti.

Fonte: chiesadimilano.it

ROSALIA GIGLIANO

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