Dio Padre è apparso sulla terra e ha fatto una promessa, lo sapevi?

A nessuno era mai accaduto prima, eppure a questa suora è successo uno straordinario evento: ecco perché è un giorno speciale!

Dio Padre
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Il 7 agosto sarebbe il giorno scelto da Dio Padre per la festa a Lui dedicata, solennità che ancora manca nel calendario liturgico. Dio avrebbe rivelato questo nel 1932 a suor Eugenia Elisabetta Ravasio (Capriate San Gervasio 4/9/1907 – Anzio 10/8/1990).

Madre Eugenia, religiosa missionaria, fu madre della congregazione di Nostra Signora degli Apostoli a soli 25 anni e missionaria per 12 anni. Aprì inoltre più di ottanta settanta centri di accoglienza in Africa, Asia ed Europa.

Fu lei a scoprire la prima rudimentale medicina per la cura della lebbra, ricavata dal seme di una pianta tropicale, medicamento poi studiato ed elaborato dall’Istituto Pasteur di Parigi. Lanciò nell’apostolato Raoul Follereau, che sulle basi da lei poste viene considerato l’apostolo dei lebbrosi.

Progettò e realizzò in Costa d’Avorio la “Città dei Lebbrosi”, un vastissimo centro di raccolta per i malati. Per questa realizzazione, la Francia concesse alla Congregazione delle Suore Missionarie di Nostra Signora degli Apostoli – di cui Madre Eugenia fu Superiora generale – la massima onorificenza nazionale per opere a carattere sociale.

Il giorno della festa di Dio Padre

Alla religiosa, Dio Padre avrebbe chiesto di diffondere il Suo messaggio con il fine di essere conosciuto, amato e onorato. Il suo più grande desiderio era infatti quello di essere chiamato Padre “con amore e fiducia”. In alternativa al giorno 7 agosto il Padre Celeste, rivolgendosi anche al Papa, avrebbe indicato come altra possibile data la prima domenica di agosto.

Questo giorno sarebbe dovuto essere “consacrato ad onorarMi in modo tutto particolare sotto il nome di Padre dell’umanità tutta intera.

Le rivelazioni ricevute da suor Eugenia sono state riconosciute come autentiche dalla Chiesa nella persona di monsignor Alexandre Caillot, vescovo di Grenoble, diocesi in cui la religiosa operava all’epoca del messaggio consegnatole dal Padre celeste.

Tale sentenza pervenne al termine di un’inchiesta diocesana iniziata nel 1935 e durata 10 anni, che coinvolse teologi e medici, compreso uno psichiatra, stabilendo che “una festa liturgica in onore del Padre ben si collocherebbe nella linea di tutto il culto cattolico, conforme al movimento tradizionale della preghiera cattolica, che è un’ascensione verso il Padre, mediante il Figlio, nello Spirito […].

È strano che non esista nessuna festa speciale in onore del Padre: la Trinità è onorata come tale, il Verbo e lo Spirito Santo sono onorati nella loro missione e nelle loro manifestazioni esteriori, solo il Padre non ha una festa propria, che attirerebbe l’attenzione del popolo cristiano sulla sua Persona”.

L’imprimatur

Il 13 marzo 1989, inoltre, il libretto contenente il messaggio di Dio a suor Eugenia ottenne l’imprimatur di monsignor Pietro Canisio van Lierde, al tempo vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano.

Il messaggio che Dio Padre lasciò a suor Eugenia sarebbe l’unica rivelazione fatta personalmente da Dio Padre e riconosciuta autentica dalla Chiesa. Degno di nota è inoltre il fatto che il Padre, nel 1932, dettò a Madre Eugenia il messaggio in latino, lingua a lei totalmente sconosciuta.

Il giorno in cui iniziò questa straordinaria manifestazione del Creatore a Suor Eugenia, fu l’1 luglio 1932, festa del Preziosissimo Sangue di Gesù. Il Padre le apparve accompagnato da canti angelici e da un coro di cherubini e serafini. Essi poi scomparvero lasciando soli la prima Persona della Santissima Trinità e la sua figliola prediletta.

La vera immagine di Dio Padre

“Guarda, Io depongo la mia corona e tutta la mia gloria, per prendere l’atteggiamento di un uomo comune!“, le disse il Signore, che “prese il globo del mondo sul Suo cuore, sostenendolo con la mano sinistra. Sul Suo arrivo – scrive suor Eugenia – sull’atteggiamento che si degnò assumere e sul Suo Amore non posso dire che qualche parola! Nella mia ignoranza non ho parole per esprimere ciò che Egli mi fece capire”.

Come segno tangibile della Sua presenza, il Padre Celeste avrebbe chiesto che venga diffusa ed esposta un’immagine. Tale raffigurazione non sarebbe dovuta somigliare a “quel terribile vecchio che gli uomini rappresentano nelle loro immagini…“, ricordando di essere coeterno al Figlio e allo Spirito Santo, “né più giovane, né più vecchio”.

Al riguardo, suor Eugenia incaricò un pittore di dipingere il Padre proprio come l’aveva visto lei. Egli aveva dei capelli neri e lunghi, occhi scuri e senza barba, lo scettro e la corona ai Suoi piedi. L’immagine fu recuperata dopo le persecuzioni che suor Eugenia subì, vedendo anche la distruzione dei suoi scritti e delle immaginette che intanto aveva fatto diffondere.

La promessa del Padre Celeste

Riguardo al motivo della sua manifestazione e la conseguente promessa che il Padre fece  per tutti i suoi figli tramite suor Eugenia, viene riportato nel messaggio di Dio Padre: “Vengo a renderMi simile alle mie creature per correggere l’idea che avete di un Dio terribilmente giusto, poiché vedo tutti gli uomini trascorrere la loro vita senza confidarsi al loro unico Padre che vorrebbe far loro sapere il Suo unico desiderio, quello di facilitare il passaggio della loro vita terrena per dar loro dopo, in Cielo, una Vita tutta divina.

È questa una prova, che le anime non Mi conoscono più di quanto voi Mi conoscete senza oltrepassare la misura dell’idea che avete di me. Ma adesso che Io vi do questa Luce, restate nella Luce e portate la Luce a tutti; sarà un mezzo potente per ottenere delle conversioni e anche per chiudere, se è possibile, la porta dell’inferno, poiché Io rinnovo qui la mia promessa che non potrà mai venir meno e che è questa:

Tutti quelli che mi chiameranno con il nome di padre, non fosse che una volta sola, non periranno, ma saranno sicuri della loro vita eterna in compagnia degli eletti.
Ed a voi che lavorerete per la mia Gloria e che vi impegnerete a farMi conoscere, onorare ed amare, assicuro che la vostra ricompensa sarà grande, poiché conterò tutto, anche il minimo sforzo che farete e vi renderò tutto al centuplo nell’eternità.

Elisa Pallotta

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