Ddl Zan: dopo la ritirata strategica dell’estate, che cosa accade adesso?

Quella di fine estate fu soltanto una ritirata strategica. Poi la vittoria alle ultime amministrative, ha spinto il centrosinistra a rilanciare il cavallo di battaglia dell’omotransfobia.

Argomento impopolare in campagna elettorale, il ddl Zan è di nuovo alla ribalta.

Parlamentari di sinistra in fermento

Dopo la vittoria alle amministrative, le forze di centrosinistra non hanno perso tempo e hanno rilanciato in grande stile la legge contro l’omotransfobia. Ddl Zan in aula al Senato il prossimo 27 ottobre.

Ad annunciarlo la capogruppo del PD, al Senato, Simona Malpezzi: “Nella conferenza dei capigruppo odierna abbiamo chiesto la calendarizzazione della prosecuzione e conclusione della discussione generale sul ddl Zan che si terrà mercoledì 27 ottobre”. Di seguito, ha puntualizzato Malpezzi, avranno luogo i due voti sul non passaggio agli articoli chiesti da Lega e Fratelli d’Italia.

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Ora è il momento di decidere – ha dichiarato la senatrice dem Monica Cirinnà –. I risultati delle elezioni amministrative dimostrano che è forte nel Paese la domanda di eguaglianza e giustizia. I diritti, civili e sociali insieme – ha proseguito Cirinnà – devono essere al centro della nostra azione politica. Per questo il Pd è in prima linea per approvare al più presto una buona legge contro l’omotransfobia”.

Dichiarazioni discutibili, queste ultime, nella misura in cui la partecipazione al voto è risultata ai minimi storici e il tema dell’omofobia è decisamente marginale nelle politiche del Comuni.

Lapidario e soddisfatto il commento del deputato Alessandro Zan, che su Twitter scrive: “La conferenza dei capigruppo del Senato ha stabilito che mercoledì 27 ottobre la legge contro i crimini d’odio riprenderà il suo iter in Aula a Palazzo Madama. Ora andiamo fino in fondo, fino all’approvazione”.

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A difesa della libertà d’opinione

Nessun commento, per ora, tra le forze politiche contrarie al ddl Zan (Lega, Fratelli d’Italia e buona parte di Forza Italia), mentre nell’ambito dell’associazionismo familiare, spiccano le dichiarazioni del leader del Family Day, Massimo Gandolfini, che parla di atto “divisivo e inutile”, peraltro adottato “in un momento di crisi economica e sanitaria senza precedenti.

I partiti di centro-sinistra che spingono per la sua approvazione – prosegue Gandolfini – sono sordi ai richiami della Cei, delle femministe italiane, dei movimenti pro-family e di molti giuristi ed esponenti del pensiero liberale e progressista che evidenziano le minacce liberticide contenute nel testo”.

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Ribadendo che si tratta di un’“iniziativa meramente ideologica, perché non esiste alcun vuoto normativo”, il leader del Family Day lancia un appello ai senatori “chiamati a decidere su questo ddl inutile e liberticida” ed esorta “tutti i nostri simpatizzanti e le donne e gli uomini liberi a far sentire chiara e forte la loro voce in difesa della libertà”.

Il Family Day – conclude Gandolfini – non resterà a guardare e darà battaglia, dando voce a milioni di cittadini che vogliono difendere la libertà educativa e di pensiero”.

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