Cosa ci mostra davvero il Signore con il Battesimo nel Giordano?

Il Papa durante l’Angelus ha posto l’attenzione su un aspetto particolare della vita di Gesù, che mostra un insegnamento molto speciale per la vita di ogni cristiano a cui dobbiamo guardare in ogni momento. 

Infatti tramite la vita del Signore e il modo in cui si presentò di fronte al Battista capiamo come affrontare le difficoltà della vita, con l’arma più potente di tutte.

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Francesco durante la mattinata ha infatti celebrato la Messa in occasione della festa del Battesimo del Signore, impartendo il Battesimo a sedici bambini sotto la splendida cornice della Cappella Sistina.

Gesù andò tra il popolo con anima e piedi nudi

“Vengono a ricevere l’identità cristiana”, ha commentato Francesco nell’omelia pronunciata durante la Messa. “È questo, semplicemente. I vostri figli riceveranno oggi l’identità cristiana. E voi, genitori e padrini, dovete custodire questa identità. Questo è il vostro compito durante la vostra vita: custodire l’identità cristiana dei vostri figli. È un impegno di tutti i giorni: farli crescere con la luce che oggi riceveranno”.

Al termine della celebrazione, si è affacciato su Piazza San Pietro per impartire l’Angelus a fedeli e pellegrini, e in questa occasione si è soffermato su alcuni aspetti della vita di Gesù che emergono dal Vangelo di oggi.

“Lui, che è il Figlio di Dio e il Messia, va sulle rive del fiume Giordano e si fa battezzare da Giovanni Battista. Dopo circa trent’anni vissuti nel nascondimento, Gesù non si presenta con qualche miracolo o salendo in cattedra per insegnare. Si mette in fila con i peccatori che andavano a ricevere il battesimo da Giovanni“, ha spiegato il Papa, sottolineando che “l’inno liturgico dice che Gesù si andò a fare battezzare con l’anima nuda e i piedi nudi”.

Gesù condivide la sorte di noi peccatori

Un atteggiamento che spiega meglio di tante parole qual era l’atteggiamento di Cristo e un aspetto fondamentale della Sua predicazione. Gesù infatti, ha spiegato il Papa, “condivide la sorte di noi peccatori, scende verso di noi: discende nel fiume come nella storia ferita dell’umanità, si immerge nelle nostre acque per risanarle. Non sale al di sopra di noi, ma scende verso di noi. Con l’anima nuda, con i piedi nudi come il popolo, non da solo con pochi privilegiati…. Ma è del popolo e con il popolo umile”.

Senza contare che mentre riceveva il Battesimo Gesù «stava in preghiera» (Lc 3,21). “Ci fa bene contemplare questo: Gesù prega. Ma come? Lui, che è il Signore, il Figlio di Dio, prega come noi? Sì, Gesù – lo ripetono tante volte i Vangeli – passa molto tempo in preghiera: all’inizio di ogni giorno, spesso di notte, prima di prendere decisioni importanti… La sua preghiera è un dialogo vivo, una relazione intima con il Padre“. ha spiegato il Papa.

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Il Vangelo di oggi di oggi infatti mostra i “due movimenti” della vita di Gesù: verso il basso, nella discesa nelle acque del Giordano; poi verso l’alto, in preghiera con il Padre. “È un grande insegnamento per noi”, ha continuato Francesco. “Tutti siamo immersi nei problemi della vita e in tante situazioni intricate, chiamati ad affrontare momenti e scelte difficili che ci tirano in basso. Ma, se non vogliamo restare schiacciati, abbiamo bisogno di elevare tutto verso l’alto”.

Pregare è il modo per lasciare agire Dio in noi

“Questo lo fa proprio la preghiera, che non è una via di fuga, non è un rito magico o una ripetizione di cantilene imparate a memoria”, ha poi commentato il Papa. Spiegando che invece “pregare è il modo per lasciare agire Dio in noi, per cogliere quello che Lui vuole comunicarci anche nelle situazioni più difficili, per avere la forza di andare avanti. La preghiera ci aiuta perché ci unisce a Dio, ci apre all’incontro con Lui. Sì, la preghiera è la chiave che apre il cuore al Signore”.

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O ancora meglio, “è dialogare con Dio, è ascoltare la sua Parola, è adorare: stare in silenzio affidandogli ciò che viviamo. E a volte è anche gridare a Lui come Giobbe, sfogarsi con Lui”. La preghiera, ha concluso il Papa, “dà ossigeno alla vita, respiro anche in mezzo agli affanni e fa vedere le cose in modo più ampio. Soprattutto, ci permette di fare la stessa esperienza di Gesù al Giordano: ci fa sentire figli amati dal Padre. Anche a noi, quando preghiamo, il Padre dice, come a Gesù nel Vangelo: Tu sei mio figlio, l’amato”.

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“Questo nostro essere figli è cominciato il giorno del Battesimo, che ci ha immersi in Cristo e ci ha fatto diventare figli amati del Padre”, ha concluso Bergoglio, invitando tutti a fare memoria di una giornata in particolare che ha segnato la nostra vita. “Non dimentichiamo la data del nostro Battesimo!”, ha detto il Papa. “Se oggi la chiedo a voi, sono sicuro che qualcuno non si ricorda. A casa, se non la sapete, domandatela alla mamma, alla zia, alla nonna… imparate quella data per festeggiarla”.

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“E oggi chiediamoci: come va la mia preghiera? Prego per abitudine, controvoglia, solo recitando delle formule? Oppure coltivo l’intimità con Dio, dialogo con Lui, ascolto la sua Parola? Tra tante cose che facciamo, non trascuriamo la preghiera: dedichiamole tempo, usiamo brevi invocazioni da ripetere spesso, leggiamo il Vangelo ogni giorno. E ora ci rivolgiamo alla Madonna, Vergine orante, che ha fatto della sua vita un canto di lode a Dio.

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