Coronavirus, il caos delle mascherine tra truffe, prezzi gonfiati e invendute

La crisi del coronavirus sempre più sta diventando, purtroppo, crisi economica. Nel gestire l’emergenza gli strumenti del governo sembrano purtroppo essersi trovato impreparato. Come nel caso delle mascherine.

Coronavirus Mascherine
photo Pixabay source

Mentre i pochi rimedi che vengono messi in campo sono finiti, per la maggior parte, per essere inefficaci. Talvolta, persino controproducenti. È lo stesso commissario per l’emergenza Domenico Arcuri ad affermarlo, in maniera sincero, nella sua analisi fatta in una video audizione alle Commissioni Finanze e Attività produttive della Camera. Difficile purtroppo, ha affermato Arcuri, prevederne la fine.

La crisi sanitaria è già economica

“La situazione economico finanziaria è conosciuta, la crisi del coronavirus ha anzitutto caratteristiche, dimensione e durata del tutto imprevedibile, comuni a quelle di altre vissute nei decenni scorsi”. Questa terribile crisi presenta purtroppo la caratteristica dell’instabilità, o meglio, della “durata disordinata”, come l’ha definita l’ex ad di Invitalia.

Il virus infatti può cambiare andamento da un momento all’altro, nella ripartenza si rischia la ricaduta, e gli scienziati a tutto questo non riescono a dare una vera risposta. “Non riusciamo a prevedere per quanto tempo le attività economiche e sociali saranno condizionate e dovranno essere limitate”, ha confessato Arcuri.

Il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri

Il settore in sofferenza del commercio

“Il settore più sofferente dell’economia è il commercio, non l’industria, che in gran parte non ha mai chiuso ma dobbiamo contemperare le esigenze di riapertura con la salute dei cittadini”, ha specificato. È infatti nel commercio che “si concentra il maggiore problema, ma ho inteso che la progressiva riapertura anche di questi settori inizia il 18 maggio”.

Nei giorni scorsi Arcuri ha provato a stabilire un prezzo fisso di mercato imposto dallo Stato per le mascherine. La decisione purtroppo però ha avuto molte critiche, da parte di quanti vedono a malomodo l’idea di uno Stato pianificatore, che si sostituisca agli imprenditori decidendo arbitrariamente il prezzo di mercato di una merce.

La vicenda delle mascherine

Molte aziende infatti hanno già pagato nelle scorse settimane la merce a un prezzo maggiore, e il risultato è stato che molte mascherine sono ora fermi negli inventari dei negozi, e probabilmente verranno mandate indietro.

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L’imprenditore ha tentato una truffa di 15 milioni per forniture di mascherine – sourceweb

È il caso ad esempio del Gruppo Crai, a cui fanno capo marchi come Smoll, Saponi e Profumi, Risparmio Casa e altri, che ha affermato di essere “costretto a ritirare dalla vendita, dai negozi del Gruppo, le mascherine chirurgiche” per via dell’imposizione del prezzo massimo dei 50 centesimi stabilito da Arcuri.

Le aziende devono rimandarle indietro

“Siamo nell’impossibilità di vendere le mascherine ad un prezzo inferiore al loro costo di acquisto. Confidiamo che il governo voglia risolvere al più presto tale situazione”, hanno affermato. Secca la risposta del Commissario in audizione: “questa azienda non ha fatto un contratto con il commissario straordinario, non deve rivolgere a me la domanda”.

Tuttavia, Arcuri ha spiegato di confidare in una risoluzione entro la fine dell’estate del “fardello” degli acquisti all’estero dei dispositivi di protezione. Producendone il cento per cento in Italia. Al momento soltanto un quarto se ne producono nel nostro paese.

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photo web source: ilfattoquotidiano.it

Le mascherine inutilizzate e la soluzione entro l’estate

Dall’inizio della fase due “se serviranno possiamo distribuire 12 milioni di mascherine al giorno, da giugno 18 milioni, da agosto 24 milioni al giorno”, ha detto Arcuri. Promettendo che queste verranno distribuite “gratis a sanità, Pubblica amministrazione, forze dell’ordine e servizi essenziali, da lunedì anche ai trasporti pubblici locali e alle Rsa pubbliche e private”.

Mascherine, si pensa a distribuzione gratis

Arcuri sul tema che ha sollevato il maggior numero di critiche, quello del prezzo calmierato, ha voluto replicare dicendo che l’obiettivo è quello di “annientare una speculazione vergognosa, con il prezzo a 0,50 un genitore va in farmacia e con un euro compra due mascherine”.

Dall’inizio della crisi, infatti, sono stati numerosi i problemi che si sono avuti con le mascherine. Tanto per via delle truffe, con imprenditori o sedicenti tali che hanno cercato di truffare lo Stato in appalti milionari approfittando proprio del momento di maggiore emergenza e criticità.

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L’imprenditore arrestato con una vita tra gossip e copertine – surceweb

I casi scandalosi di truffe sulle mascherine

E inoltre anche con prezzi per le farmacie altamente gonfiati, anche qui con produttori e distributori senza scrupoli che hanno cercato di arricchirsi mentre le persone soffrivano in ospedale. Purtroppo però, quello di fissare un prezzo standard non si è rivelata la migliore delle decisioni, e ora il risultato è che molte mascherine sono ferme nei depositi e non possono essere utilizzate.

“Ho chiesto sanzioni per chi nonostante la norma tenta di vendere a un prezzo più alto. Io vorrei leggere una norma in cui queste speculazioni vengono non solo annullate, ma sanzionate. Io ho potere di confiscare e lo sto facendo”, ha però affermato Arcuri.

I prezzi gonfiati saranno sanzionati

Se le mascherine saranno obbligatorie, lo Stato dovrà per forza assicurarsi di procurarle alle persone. Magari in maniera gratuita, come in molti casi sta accadendo. In diversi paesi nel mondo, e anche in alcune strutture del nord Italia, le mascherine possono essere prelevate in maniera autonoma all’ingresso del luogo in cui si entra.

Turisti con le mascherine davanti al Duomo di Milano (sourceweb)

Mentre al contrario se queste hanno una validità di quattro ore, come è per alcune tipologie, le famiglie rischierebbero di spendere una cifra consistente al mese soltanto per procurarsele.

Il prezzo arrivato fino a 5 euro

“Durante i primi giorni della crisi il prezzo delle mascherine, di 8 centesimi prima dell’emergenza, era arrivato almeno a 5 euro. Non esisteva una produzione nazionale di beni considerati marginali e diventati di consumo primario“, ha infatti detto, affranto, Arcuri alle Commissione Finanze e Attività produttive della Camera.

“Il costo di produzione della mascherina è di 5 centesimi secondo le nostre analisi, capite qual era lo spazio di profitto, bisognava limitarlo, tanto più che le aziende non erano tutte italiane. Le aziende ora ce le danno a 38 centesimi”.

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Molte suore in Italia si sono attivate per produrre mascherine e distribuirle gratuitamente – sourceweb

Tuttavia, “stiamo ragionando che per le mascherine in magazzino le aziende non abbiano a rimetterci, pensando a forme di ristoro se hanno comprato a un prezzo più alto (prima del prezzo calmierato, ndr). Da domani però non potranno comprare a un prezzo più alto, altrimenti avranno a rimetterci“.

Giovanni Bernardi

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