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Coronavirus, l’Italia presto divisa in tre fasce. Ma il coprifuoco sarà per tutti

Per fronteggiare il Coronavirus, l’Italia sarà divisa in tre fasce. In tutto il Paese verrà applicato il coprifuoco la sera. Si rischiano chiusure totali per tre regioni.

Vale a dire Lombardia, Piemonte e Calabria, che saranno forse chiamate ad adottare misure molto restrittive, tra cui un lockdown generale. Il governo dovrebbe varare il nuovo dpcm entro mercoledì ma già le indiscrezioni stampa riportano a grandi linee quali ne saranno i contenuti.

Quali decisioni sono pressoché certe e su quali si deve decidere

Alcune decisioni sono pressoché certe, altre restano invece in sospeso. Ad esempio, si sa quasi per certo che scatterà il coprifuoco in ogni città ma non si sa in che ora. Inoltre si sovrapporranno sia una cornice di misure nazionali ad un’altra di tipo territoriale. Il Paese verrà diviso in tre fasce, ognuna delle quali assegnata in base a dei criteri di rischio “scientifici e oggettivi”, stabiliti dall’Istituto superiore di Sanità.

A maggiori rischi, quindi, corrisponderanno maggiori restrizioni. Conte ha precisato che “avremo una fascia riservata alle Regioni a rischio alto, di scenario 4, con le misure più restrittive, poi avremo seconda una fascia, con Regioni a rischio alto ma compatibili con lo scenario tre, con misure lievemente meno restrittive; infine ci sarà una terza fascia con tutto il territorio nazionale per le restanti regioni”.

People wear protective masks in a metro during the coronavirus outbreak in Lausanne, Switzerland, Monday, July 6, 2020.  (Laurent Gillieron/Keystone via AP)

Coronavirus: Conte preannuncia che si va verso lo “scenario 4”

Conte nel suo intervento alla Camera ha così sottolineato che “il quadro epidemiologico è in via di transizione verso lo scenario 4 con particolare riferimento ad alcune regioni“. “Alla luce dell’ultimo report di venerdì e della situazione particolarmente critica in alcune regioni siamo costretti a intervenire in una ottica di prudenza per mitigare il contagio con una strategia che va modulata sulle differenti criticità delle Regioni”, ha aggiunto il premier.

In seguito, Conte ha riferito anche in Aula al Senato, soffermandosi sul tema della vulnerabilità delle fasce più anziane, affermando che il ministero della Salute starebbe elaborando un piano di distribuzione dei vaccini. Anche se, la verità taciuta, per arrivare al giorno in cui saranno disponibili per tutti mancano ancora molti mesi.

Le tre diverse fasce terranno conto di fattori specifici

“Ragionevolmente prevedo che favoriremo le fasce della popolazione più fragili e vulnerabili e gli operatori più esposti al pericolo”, ha così commentato il premier. Sulla base dei dati dell’ultimo monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità saranno probabilmente Calabria, Piemonte e Lombardia ad essere oggetto delle misure più restrittive previste nelle prime ordinanze del ministero della Salute.

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Piemonte e Lombardia hanno infatti superato la soglia dell’indice di trasmissibilità Rt pari a 2, mentre la Calabria si avvicina pericolosamente a quel numero. Tutto sta negli andamenti che si registreranno nei prossimi giorni. Le tre fasce che il governo individuerà dovranno infatti tenere conto di vari fattori. Tra cui l’indice di replicabilità del virus, dei focolai e della situazione dell’occupazione dei posti letto negli ospedali.

Coronavirus: scuole superiori online, mezzi pubblici al 50 per cento

Cercando così di monitorare specifiche criticità in Regioni e province autonome. “Introdurremo il limite agli spostamenti da e verso le regioni con elevati coefficienti di rischio”, ha concluso Conte, escludendo da queste le esigenze di lavoro, studio e salute. A queste, si aggiungerà la chiusura nei giorni festivi e prefestivi dei centri commerciali. Ad eccezione di negozi alimentari parafarmacie e farmacie ed edicole dentro i centri.

Saranno chiusi anche centri scommesse e giochi, musei e mostre. La didattica sarà svolta integralmente a distanza per le scuole di secondo grado, e la capienza dei mezzi pubblici locali verrà ridotta al 50 per cento.

Giovanni Bernardi

Giovanni Bernardi

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Giovanni Bernardi

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