Coronavirus, nelle chiese non c’è contagio. Lo dimostrano i fatti

Davanti all’idea di nuovi lockdown, c’è già chi pensa che anche le Chiese verranno chiuse. La verità però è che nessun focolaio di Covid è nato durante la Messa. 

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Lo si evince, ad esempio, da quanto accaduto nelle chiese statunitensi, dove in circa 17mila parrocchie i dati dicono che nessun focolaio di Covid è stato riscontrato. In queste vengono celebrate ogni fine settimana tre o più Messe, e in certi casi, durante la settimana il numero delle Messe è anche maggiore.

Il caso americano: nessun focolaio di Covid nelle chiese

Nonostante sia anche accaduto che individui positivi e asintomatici abbiano partecipato alle celebrazioni. La loro presenza avrebbe quindi potuto fare scoppiare focolai, causare altri contagiati, espandendo ancor più la pandemia. Ma così non è stato.

Infatti, basta seguire le disposizioni igienico sanitarie richieste, come ogni chiesa sta facendo in maniera pedissequa. Si tratta cioè di osservare le distanze interpersonali, indossare la mascherina e lavare adeguatamente le mani.

Duomo Milano messa 18 Maggio 2020 chiese
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Positivi hanno partecipato alle Messe, ma nessun nuovo infetto

Un impiegato dell’arcidiocesi di Seattle, Nick Schoen, che ha seguito alla lettera il protocollo di tracciamento dei contatti per le persone entrate in chiesa, ha infatti fornito una serie di dati che testimoniano perfettamente tutto questo. Che cioè in chiesa non si prende il Coronavirus. 

Ad esempio, durante una Messa funebre a cui hanno partecipato 45 persone, due di queste hanno comunicato alla parrocchia di essere risultati positivi e asintomatici. In una messa con 94 partecipanti un volontario si è accorto, dopo 24 ore, di essere positivo.

I casi in cui asintomatici non hanno contagiato nessuno in chiesa

Dopo un matrimonio, con 200 partecipanti, uno di questi ha sviluppato i sintomi del Coronavirus e si è accorto di essere positivo, con la certezza di essere stato contagiato prima di quella data. E così via per diversi altri casi.

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Tutti, in seguito a queste comunicazioni, pensavano di avere contratto a loro volta il virus. Eppure è accaduto che in ciascuna di queste situazioni, dove a parte i sacerdoti e i ministri liturgici, tutti indossavano mascherina e osservavano la regola del distanziamento, non c’è stato alcun nuovo contagiato. 

Rispettando le disposizioni, nelle chiese è impossibile ricevere contagio

Non c’è stata quindi trasmissione di malattie né tantomeno alcun focolaio. Notizie molto incoraggianti che dovrebbero fare avere la certezza a tutti i cristiani che in chiesa non c’è la possibilità di venire contagiati. E che dovrebbero spiegare anche alle istituzioni che pensano che la chiesa sia luogo di contagi, che non è affatto così. 

Le uniche chiese che hanno riscontrato nuovi contagi sono state quelle in cui non si sono osservate le regole sanitarie. In particolare, quelle che hanno promosso canti congregazionali. Un fatto che in Italia, ad esempio, accade molto raramente.

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Per cui, quello che emerge dal caso americano è che quando le linee guida sono corrette e rispettate, i fedeli possono recarsi in chiesa per ricevere il conforto spirituale e incontrare il Signore nell’Eucarestia, e non avere in alcun modo paura di contrarre l’infezione.

Giovanni Bernardi

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