Card. Bassetti in prima linea contro il dramma che affligge sempre più i giovani

Tra i temi affrontati all’ultima Assemblea Generale Straordinaria della Conferenza Episcopale Italiana, ce n’è uno su tutti che scuote particolarmente le coscienze: il destino dei giovani italiani.

Ne ha trattato il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della CEI, nella sua consueta prolusione d’apertura.

cardinale gualtiero bassetti
Il cardinale Bassetti – photo web source

Vescovi in prima linea a protezione dei ragazzi

L’ultima assemblea dei vescovi italiani si era aperta, come di consueto con l’incontro con il Santo Padre recatosi presso la sede della CEI, in via Aurelia. Il confronto, a differenza degli anni passati, si era tenuto a porte chiuse, senza discorsi pubblici del Papa.

Il cammino sinodale iniziato a ottobre 2021 è un momento utile per “verificare e rilanciare la vita delle Chiese che sono in Italia, allargando lo sguardo a quella Chiesa universale, i cui confini sono gli angoli estremi della terra (cf Mt 28,19)”, affermava il card. Bassetti.

Il porporato si è soffermato sull’esigenza di “ripensare i nostri stili di vita improntati al consumismo” e di avviare una conversione ecologica.

Lo sappiamo: il pianeta è malato, perché sono malate le relazioni tra di noi”. Lo dobbiamo, ha detto, in particolare ai giovani per i quali “è andata affievolendosi proprio la speranza”.

Ogni anno, molti giovani italiani “fanno le valigie per cercare fortuna altrove. Molti – ha proseguito il cardinale – stentano a trovare lavoro qui oppure sono demotivati a tal punto da rinunciare a cercare un’occupazione o a studiare per raggiungerla”.

Da qui il monito: “Non possiamo assistere a una situazione sociale e ambientale che rischia di tarpare le ali ai nostri ragazzi e di impoverire molti territori, destinati a spegnersi senza un ricambio generazionale!”.

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Altri temi toccati durante la prolusione: l’emergenza dei migranti “al confine tra Polonia e Bielorussia” e di quelli che “dalle coste del Magreb si avventurano nel Mediterraneo”. Quanto sta accadendo in quei luoghi, ha commentato il presidente della CEI, “sono vicende che non appartengono alla cultura europea generata dal Vangelo”.

Venendo alla pandemia, l’incremento dei contagi, implica “un surplus di responsabilità da parte di tutti”. Al contrario, “la divisione in fronti contrapposti indebolisce sia la tenuta della società sia il cordone sanitario che ci ha permesso di salvaguardare i più fragili e di contenere significativamente il numero delle vittime”.

Il dramma della solitudine

Il porporato ha esortato infine a guardare “ai più piccoli che non possono godere della socialità a scuola o della libertà nel gioco comunitario; pensiamo agli anziani, spesso costretti a un maggiore isolamento e alla piaga della solitudine; siamo vicini a chi provvede con fatica al sostentamento della propria famiglia”.

Il comunicato finale dell’Assemblea Generale, diffuso oggi pomeriggio, si è soffermato sull’importanza della sinodalità, principale oggetto della tre giorni di riunioni. Durante l’assemblea, si legge, “è emersa con forza l’esigenza di abbandonare ogni autoreferenzialità, favorendo il coinvolgimento dei laici e l’ascolto attento di tutti battezzati, specialmente di coloro che non frequentano o hanno sopito il fuoco del Battesimo”.

Un tema particolarmente delicato affrontato dai presuli è stato quella della tutela dei “minori” e delle “persone vulnerabili” dagli abusi “dentro e fuori la Chiesa”, dopo l’emanazione delle Linee Guida del giugno 2019. Queste ultime “hanno senz’altro segnato una svolta nel tipo di approccio a questo gravissimo fenomeno”.

La Chiesa, hanno ribadito i Vescovi, “vuole essere sempre accanto alle vittime, a tutte le vittime, alle quali intende continuare a offrire ascolto, sostegno e vicinanza, non dimenticando mai la sofferenza che hanno provato”.

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