Oggi 26 febbraio: Beata Pietà della Croce Ortiz Real e l’impegnativa richiesta di Gesù

La vita di Beata Pietà della Croce Ortiz Real fu caratterizzata da tre principali aspetti, che sostennero la sua opera cristiana fin dalle fondamenta.

Beata Pietà della Croce
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Questi saranno anche ciò che caratterizzò il suo apostolato: lo spirito di pietà e d’orazione; la dedizione a fare il bene dei bambini poveri, degli anziani e degli infermi; lo zelo nel rispondere al Signore fin dalla Prima Comunione.

L’incontro della futura beata con il Signore

Piedad de la Cruz Ortiz Real era la quinta di otto fratelli. Nacque nel 1842, e a dieci anni fece la Prima Comunione. Le parole che pronunciò dissero tutti di quell’incontro con il Signore, che la segnò per sempre. “Quando ricevetti per la prima volta la Sacra Comunione, rimasi come annichilita e sperimentai come Gesù mi chiamasse alla Vita Religiosa”.

Tomasa decise per tutta la vita di essere del Signore e vivere per lui. Terminata la sua formazione, nel Collegio di Loreto che le Religiose della Sacra Famiglia di Burdeos avevano a Valencia, chiese di entrare nel noviziato. Il padre, considerata la dura situazione politica, glielo impedì. 

Tomasa riuscì a realizzare il suo sogno: consacrarsi al Signore

Ma Tomasa riuscì a realizzare il suo sogno, quello di consacrarsi al Signore. Lo fece entrando in un convento di Carmelitane di clausura a Valencia. Ma un’infermità la obbligò a tornare a casa e abbandonare il noviziato. Accade più volte lo stesso.

Tomasa pensò che Dio non la voleva per questa strada. La sua preghiera più ricorrente fu: “Tua, Gesù mio, tua desidero essere, però dimmi dove”. Si diresse a Barcellona, dove visse una profonda esperienza mistica.

L’esperienza mistica di Beata Pietà della Croce

Il Cuore di Gesù, mostrandole il suo costato sinistro insanguinato, le disse: “Guarda come mi hanno messo gli uomini con la loro ingratitudine, vuoi tu aiutarmi a portare questa croce?”. La risposta di Tomasa fu netta. “Signore, se hai bisogno di una vittima e mi vuoi, sono qui, Signore”.

Gesù a quel punto le disse: “Fonda, figlia mia, che su di te e sulla tua Congregazione sempre stenderò misericordia”. Da lì, le idee di Tomasa furono del tutto chiare: Dio le chiedeva di dar vita ad un nuovo Istituto. Ora bisognava solo capire come rispondere a questo invito del Signore.

La fondazione delle Suore Salesiane del Sacro Cuore di Gesù

Tomasa si si sottomise con fede alla gerarchia della Chiesa per fare la volontà di Dio. Quando le inondazioni del fiume Segura nel 1884 distrussero i campi della Murcia, le poche congregazioni religiose della zona si spostarono dove vi era necessità. Tomasa prese il nome di Piedad de la Cruz, e in un piccolo ospedale che chiamò “La Provvidenza” le sue Figlie assistevano infermi e bambine orfane.

Molte giovani furono attratte dal modo di vivere di quelle prime Terziarie Carmelitane. Nuove Comunità vennero aperte, e fu così che Tomasa portò a compimento la sua vocazione. Nonostante le croci, il segno di ciò che lei aveva domandato al Signore: “Fondare nella tribolazione”.

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L’8 settembre 1890 nacque infine la Congregazione delle Suore Salesiane del Sacro Cuore di Gesù, una congregazione dove il volto del Signore si manifesta nelle bambine orfane, nella giovani operaie, negli infermi, negli anziani abbandonati. E dove si aiuta ognuna di queste persone a sperimentare l’amore del Dio misericordioso e provvidente che mai abbandona i suoi figli.

Giovanni Bernardi

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