Un salvataggio che ha del miracolosa a detta di chi ha soccorso l’anziana signora che si trovava a molta distanza dalla riva, completamente vestita e addirittura con gli occhiali.
Tre uomini l’hanno salvata in extremis trascinandola a riva e prestandole i primi fondamentali soccorsi.
«Quando l’abbiamo vista non dava più segni di vita, sembrava morta». È un salvataggio che ha del miracoloso quello avvenuto davanti alla dog beach, la «spiaggia dei cani» di Antignano (Livorno).
È qui che tre sub si sono trasformati in “angeli custodi” portando a riva e prestando i primi soccorsi – poi rivelatisi fondamentali – a un’anziana donna di 77 anni. Che inspiegabilmente si è ritrovata a 60 metri da riva, vestita da capo a piedi.
La 77enne infatti calzava ai piedi un paio di ballerine, indossava pantaloni, maglietta e persino gli occhiali. Quando i sub l’hanno avvistata era totalmente incosciente. Sono riusciti a riportarla a terra e grazie alle manovre di salvataggio le hanno fatto espellere tutta l’acqua che aveva ingerito. Poi la corsa in ospedale dove adesso la donna si trova ricoverata in gravi condizioni, ma non più in pericolo di vita.
Un mistero cosa ci facesse lì una donna di quella età, a quella distanza dalla riva (60 metri) e con tutti i vestiti addosso. Ma di certo è stato provvidenziale l’intervento dei primi soccorritori. Carlo Kaminsky, 69 anni, racconta quanto accaduto la mattina di venerdì 2 agosto verso le 10 quando, mentre nuotava, ha visto alcune persone che si sbracciavano.
«Inizialmente non capivo – ha detto –, poi ho visto altri due sub attorno a questa donna. Era a faccia in su, nella classica posizione da “morto”, e appena l’ho raggiunta le ho toccato il braccio che sembrava ancora caldo».
Sembrava già tutto finito. Ma le cose non stavano proprio così. C’era ancora speranza, racconta l’uomo che non si è arreso e le ha salvato la vita: «Pareva già deceduta, ma da questo particolare ho capito che ancora potevamo salvarla. Ho praticato le classiche compressioni per cercare di farle uscire l’acqua dallo stomaco e dai polmoni, in collaborazione con gli altri pescatori. E lentamente ha sputato della schiuma, poi l’acqua: anche se ancora non parlava si stava comunque riprendendo, almeno in quell’istante ha iniziato a dare segni di vita».
«È incredibile – aggiunge il soccorritore – che sia rimasta a galla e non avesse nemmeno una ferita sul corpo, dato che io non ho visto nemmeno un graffio. Quando noi l’abbiamo soccorsa era da sola e nessuno la stava cercando. Temevo che non ce la facesse, invece poi ho saputo che si era ripresa».
Decisive per salvarle la vita, anche a giudizio dei sanitari, le prime manovre di compressone praticate dal suo “angelo custode”. La donna è arrivata al pronto soccorso vigile e cosciente, avendo praticamente già buttato fuori tutta l’acqua che aveva ingerito in mare.
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