Il Report della vergogna sugli abusi nella Chiesa tedesca | E le false accuse contro Ratzinger

É stato pubblicato il Rapporto estremamente atteso sugli abusi nella Chiesa tedesca, in cui si tira in ballo anche il Papa emerito Benedetto XVI, che ha smentito ampliamente le accuse, ancora una volta. 

Il report prende in carico i fatti avvenuti dal dopoguerra ad oggi nell’Arcidiocesi di Monaco e Frisinga che Ratzinger guidò dal ’76 all’82, prima di arrivare a Roma come Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

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Si tratta ancora una volta di accuse palesemente strumentali che puntano a infangare la reputazione del Papa emerito, e ci si chiede per quali secondi fini oggi vengano nuovamente tirate fuori accuse già smentite più volte da Ratzinger stesso, e che risalgono addirittura a mezzo secolo fa. Insomma, un caso davvero incredibile che riemergano nuovamente ora, con la stampa a reti unificate che sbatte in prima pagina Benedetto XVI con accuse che, una volta aperto l’articolo, sostanzialmente ci si accorge che non esistono.

Accuse menzognere e strumentali contro il Papa emerito

Un vero e proprio paradosso rispetto alla storia di Benedetto XVI, colui che cioè ha duramente avviato la lotta contro la pedofilia nella Chiesa durante il suo Pontificato, e tutti ricordano le durissime parole sulla “sporcizia” nella Chiesa, pronunciate nella Via Crucis al Colosseo nel 2005, poco prima di salire al Soglio Petrino.

Ratzinger fu infatti il primo a chiedere “perdono” per la pedofilia nel clero, nel 2010, e dopo avere incontrato più volte le vittime di abusi, prima di firmare le nuove norme che hanno segnato il punto cruciale della lotta della Chiesa contro gli abusi, ai preti pedofili scrisse: “Dovrete rispondere davanti a Dio onnipotente, come pure davanti a tribunali debitamente costituiti”.

Benedetto XVI insomma fu assolutamente intransigente contro la pedofilia, sia fuori che dentro la Chiesa, essendo inoltre colui che ha modificato senso restrittivo tutte le norme canoniche, portando alla luce il maggior numero di casi di qualunque altro, riducendo allo stato laicale 400 sacerdoti, raddoppiando la prescrizione per i colpevoli da 10 a 20 anni. Ancora una volta si trova a doversi difendere da accuse di non avere visionato 4 casi risalenti a prima degli anni ottanta, e lo ha fatto, per l’ultima volta ancora, con 82 pagine di memoria in cui spiega che lui non era a conoscenza di alcun fatto.

L’inchiesta commissionata dalla Chiesa tedesca

Da giorni si attendeva quindi questo delicato documento in cui la Diocesi di Monaco avrebbe fatto luce sugli abusi e gli errori commessi dalla Chiesa in relazione agli stessi nel periodo che va dal 1945 al 2019. 

Di fatto, in ogni caso, si tratta di un segno che l’opera di pulizia su questo argomento nella Chiesa sta procedendo in maniera positiva, iniziata dallo stesso Ratzinger durante il suo Pontificato e poi arrivata a un culmine con il Summit che si è tenuto in Vaticano nel 2019 promosso da Francesco, che ha dato il via a numerose indagini nelle conferenze episcopali di tutto il mondo.

Stavolta è l’arcidiocesi tedesca a fare un passo avanti, con l’inchiesta commissionata dalla stessa allo studio legale Westpfahl Spilker Wastl due anni fa, poco dopo il summit vaticano, e giunta ora a conclusione. Il mandato è quello di commissionare i fatti avvenuti in questo lungo arco temporale e di conseguenza capire sei i funzionari della Chiesa, di vario grado, avessero gestito in maniera corretta o meno le dolorose situazioni.

Le dimissioni di Marx e la richiesta di Francesco di andare avanti

Già nel 2010 l’arcidiocesi di Monaco di Baviera aveva presentato un primo rapporto sugli abusi, e questo secondo passo vorrebbe essere “una pietra miliare nell’ulteriore processo di gestione degli abusi sessuali nell’arcidiocesi”, come commentato dall’arcidiocesi prima della pubblicazione. Tuttavia, ha fatto molto discutere la scelta dell’Arcivescovo, il cardinale Reinhard Marx, di non presentarsi alla conferenza stampa di presentazione del report.

Marx già lo scorso giugno aveva presentato le sue dimissioni al Papa con una lettera in cui toccava proprio il tema della “catastrofe degli abusi sessuali da parte dei sacerdoti”, affermando che la Chiesa era arrivata “a un punto morto” ma che tuttavia avrebbe potuto anche, allo stesso tempo, rappresentare “un punto di svolta”. Il Papa, però, non ha accettato le sue dimissioni, richiamando Marx a una presa di responsabilità sull’argomento.

“Questa è la mia risposta, caro fratello”, è quanto scrisse il Papa in risposta a Marx. “Continua come tu proponi ma come Arcivescovo di Monaco e Frisinga. E se sei tentato di pensare che, nel confermare la tua missione e nel non accettare la tua rinuncia, questo Vescovo di Roma (tuo fratello che ti ama) non ti capisca, pensa quello che ha provato Pietro davanti al Signore quando, a suo modo, gli presentò la sua rinuncia: Stammi lontano che sono un peccatore, e ascolta la risposta: Pasci le mie pecore. Con affetto fraterno”.

Cosa c’è davvero dietro questo Report strumentale?

Marx è infatti anche membro del C9, il Consiglio di cardinali incaricato di portare avanti la Riforma della Curia romana, e l’invito di Francesco è quello di dedicarsi anima e corpo a questo obiettivo, in cui è compresa anche la crisi degli abusi all’interno della Chiesa. La sua assenza alla conferenza di presentazione sarebbe però probabilmente anche motivata dal fatto che nel documento sono contenuti errori di comportamenti relativamente a 2 casi di abusi nel 2008.

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I dati parlano infatti ancora una volta di cifre dolorose, ma le inchieste che si stanno commissionando e che pian piano stanno emergendo si spera che possano finalmente gettare una luce definitiva su questo drammatico problema e fare prendere coscienza del fatto che si tratta di un argomento su cui non è possibile transigere, ma che al contrario va denunciato sempre e nell’immediato.

Emerge che sono almeno 497 i minori vittime di abusi nell’arcidiocesi tedesca tra il 1945 e il 2019. Ad essere coinvolte sono state 235 persone: 173 preti, 9 diaconi, 5 referenti pastorali e 48 addetti dell’ambito scolastico. Le vittime sono per lo più di sesso maschile, il 60 per cento di 8-14 anni. Il rapporto è stato presentato nella città bavarese da Marion Westpahl. Da giorni si parla del presunto coinvolgimento del cardinale Ratzinger, ma lo stesso ha sempre rigettato le accuse.

Il paradosso per Ratzinger che ha smentito seccamente le accuse

Lo ha fatto nel 2010, nelle scorse settimane attraverso il suo segretario particolare Mons. Geinswein, e stavolta attraverso una memoria difensiva di 82 pagine aggiunta in allegato nel rapporto. In questo testo, il Papa emerito afferma di non aver commesso errori di comportamento per tutti i 4 casi indicati nel rapporto, mettendo quindi a tacere ogni voce legata a delle sue presunte leggerezze su questi casi.

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Uno in particolare, quello di tale Peter H. che è stato trasferito da Essen a Monaco dopo avere compiuto degli abusi, quando Ratzinger era vescovo. Abusi di cui lui spiegò che non sapeva nulla nel momento del trasferimento.

Il cardinale Marx
Il cardinale Marx – photo web source

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“La Santa Sede ritiene di dover dare la giusta attenzione al documento di cui al momento non conosce il contenuto”, è quanto ha affermato la Sala Stampa della Santa Sede rispetto a quest’ultimo report. “Nei prossimi giorni, a seguito della sua pubblicazione, ne prenderà visione e potrà opportunamente esaminarne i dettagli. Nel reiterare il senso di vergogna e il rimorso per gli abusi sui minori commessi da chierici, la Santa Sede assicura vicinanza a tutte le vittime e conferma la strada intrapresa per tutelare i più piccoli, garantendo loro ambienti sicuri”.

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