365 giorni con Maria: 17 febbraio 2022 | Potente protettrice da invocare

In questa città, di cui è protettrice, si venera la Madonna dei Migranti. Rivolgiamoci a lei con la preghiera scritta da un famoso Santo che ha molto a cuore gli ultimi, i pellegrini, gli emarginati, così come il nostro Papa.

Nella Cattedrale vi è una statua rappresentante la Sacra Famiglia in viaggio per sfuggire allo sterminio operato da Erode.

La capitale dello Stato brasiliano di Santa Catarina si chiama Florianópolis ed è stata fondata nel 1726 col nome di Nossa Senhora do Desterro, in italiano Nostra Signora degli Emigranti. La traduzione letterale del termine indicava in realtà chi scappava dalla propria terra perché esiliato.

Oggi la città è invece conosciuta con il nome di Floripa, e a detta di molti indici viene considerata come la capitale brasiliana con la migliore qualità della vita e anche con il miglior indice di sviluppo umano.

La città dove si venera la Madonna degli Emigranti

A fondarla fu un cacciatore locale di nome Francisco Dias Velho di San Paolo, nel sud del Brasile il 17 febbraio 1673, che arrivò lì insieme alla sua famiglia, ad alcuni brasiliani portoghesi, a centinaia di lavoratori indiani e a due gesuiti. In seguito al loro insediamento nacque la città di Florianópolis.

Dalla piccola cappella, invece, nacque la maestosa Cattedrale oggi dedicata alla patrona della città, la Madonna degli Emigrati, che viene celebrata ogni anno il 17 febbraio.

All’interno della Cattedrale si vede infatti una scultura in legno di tiglio, creata da un laboratorio tirolese italiano, che raffigura la Sacra Famiglia che migra verso l’Egitto.

Ciò in seguito l’avvertimento dell’angelo a San Giuseppe, che come riportato nella Bibbia lo avverte che Re Erode aveva intenzione di scovare e di uccidere il Bambino Gesù. La scultura venne poi benedetta il 30 maggio 1902.

Si dice che la Sacra Famiglia venne attaccata dai ladri, ma questi non fecero loro alcun male, in particolare per un brigante che pregò con tutte le forze i compagni di risparmiarli. Si dice anche che questo stesso brigante divenne in seguito il buon ladrone, che morì sulla croce accanto al Signore e che in seguito verrà ricordato con il nome di San Dismas.

Pare che una volta arrivata in Egitto la Sacra Famiglia si stabilì nella città di Heliopolis, in una piccola grotta, all’altezza di un insediamento ebraico. Lì trascorse alcuni mesi fino a che non si diffuse la notizia della morte di Erode. A quel punto, sempre secondo questa antica tradizione popolare diffusa nell’area dell’antico Egitto, l’angelo del Signore riapparve a san Giuseppe.

Oggi entrando in visita nella Cattedrale di Florianopolis si viene colpiti in maniera preponderante dalla scultura della Madonna degli Emigranti, dove San Giuseppe tira l’asino sul quale si trova la Santa Vergine Maria con in braccio il Bambino Gesù. Molte furono le grazie di cui beneficiarono uomini e donne che nei secoli rivolsero le loro preghiere alla Vergine chinandosi di fronte a questa scultura venerata.

Preghiera alla Madonna dei migranti

Madre dolcissima di Cristo e Madre nostra, noi migranti, che il destino e la povertà hanno condotto a cercare fortuna nelle varie nazioni d’Europa, vogliamo oggi dichiarare il nostro indistruttibile amore per te.

Tu sai che dentro il nostro cuore conserviamo ancora intatte le cose più care che abbiamo portato con noi quando un giorno partimmo lontano: il dolore dei parenti, l’ultimo addio degli amici, la tristezza dei vicini di casa, le cadenze del nostro dialetto, il ricordo struggente del nostro paese, delle sue vie, delle sue chiese, delle sue tradizioni; l’austera bellezza del nostro mare e dei nostri monti.

Tu sai che conserviamo gelosamente ancora, intrisa di lacrime, l’immagine tua che la mamma ci mise nella valigia, con la raccomandazione che non avessimo mai a dimenticarci di te, o Madre dei migranti, nostra compagna di viaggio e testimone silenziosa delle nostre solitudini.

Noi ti imploriamo ancora: cammina con noi! Oggi non abbiamo più bisogno del pane materiale, perché il benessere, che con tanto duro lavoro ci siamo procurato, conforta abbondantemente le nostre famiglie. Ma forse ci manca il gusto della vita, il senso della nostra esistenza, la ricerca appassionata dei valori dello spirito, il riferimento costante all’assoluto, a Dio.

Aiutaci a riscoprire la bellezza del silenzio, la gioia degli incontri, il sapore della conversazione, il gaudio dell’accoglienza, l’impagabile conforto dell’unità familiare, il valore della gratuità, la dolcezza del perdono.

Rendici capaci dello stupore. Liberaci dalla cattiveria. Facci comprendere che la sterlina, il franco, il marco non sono tutto! Che la vita non è solo business. Che una casa modesta dove si vive onestamente vale più di cento splendide ville dove regna l’ingiustizia e dove manca l’amore. Che anche il lavoro può diventare un idolo!

Sostituisci la nostalgia antica della nostra patria e del nostro paese con una insopprimibile nostalgia di cieli nuovi e di terre nuove, in cui possano regnare la pace, il rispetto, il dialogo, la ricerca del bene comune.

Proteggi le nostre famiglie. Benedici il futuro dei nostri figli perché seguano la verità e si lascino guidare dal Vangelo. Riempi di luce e di speranza le nostre case.

Donaci infine, o Madre, che hai conosciuto il migrare, la gioia della vera libertà. Fa che camminando lungo le strade di questo mondo verso il Regno siamo portatori della tua Parola, della tua Pace, fondata sulla Giustizia e sull’Amore.

+ Tonino Bello

Ave o Maria…

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