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Vivo la mia fede, nonostante il mostro che ha cercato di distruggerla

Non ci nascondiamo e vogliamo raccontare una storia triste ma anche piena di speranza , che testimonia come Dio è più grande della miseria e della cattiveria umana. Anche quando un suo figlio prediletto smarrisce la via e cerca di  distruggere l’immagine del Signore che è impressa in ciascuno di noi.

La rinascita dopo aver toccato il fondo. Una luce che si riaccende grazie al Signore…dopo aver perso la fiducia a causa di un abuso subito da colui che avrebbe dovuto incarnare…la lezione di Dio.

Quella di Giulia è una storia di speranza e sopratutto di coraggio che prende forma in un oratorio milanese. A 14 anni subisce le avances di un sacerdote, si abbandona a lui, subisce abusi sessuali e poi, dopo quasi dieci difficili anni, riesce a trovare la forza di uscire dalla spirale di perversione che si consumava sulla sua pelle.

Un forte riavvicinamento a Dio, lei che sin da ragazzina aveva amato il Signore, e la scelta di consacrarsi e di ritornare ad amarsi completano un vita che sembrava immersa in un tunnel senza uscita.

QUEI PRANZI CON IL “DON”

Giulia, ora cinquantenne, ha trovato la forza di raccontare in prima persona la sua storia nel libro “Giulia e il lupo” (Ancora editrici). Una vicenda che inizia quando la ragazza, appena quattordicenne, conosce il carismatico prete dell’oratorio. Spesso sua madre lo invita anche a pranzo la domenica. E’ una persona affabile. «Il “don” – rammenta Giulia – ci sapeva fare, aveva una parola per tutti, parlava con i grandi, ma sapeva coinvolgere nella conversazione anche noi piccoli».

ACCOMPAGNATORE SPIRITUALE

Il “don” diventa l’accompagnatore spirituale della ragazza. Lei si fida, gli racconta tutto della sua vita e segue le sue indicazioni, i suoi consigli. Allo stesso tempo, la ragazza partecipa attivamente alla vita fraterna della parrocchia. Ed è durante un campo estivo dell’oratorio, dopo che Giulia avverte un malore, che si manifesta il primo triste episodio. Il “don” le fa una visita in ambulatorio e le palpa il seno, complimentandosi per le forme.

LA TRASFORMAZIONE IN “LUPO”

Da allora, nel racconto di Giulia, il “don” si trasforma nel Lupo. Gli abusi diventano continui e crescenti. Le scuse più assurde sono funzionali a tastare il corpo della ragazza. Come quando una leggera febbre che la ragazzina si trascina da qualche settimana è occasione per spogliarla, per la prima volta, con la misurazione della temperatura.

“ERO INERME…”

«Il Lupo – ricorda – mi divorava con gli occhi e non smetteva di accarezzarmi e di baciarmi ovunque. Senza troppa fatica aveva ottenuto quello che voleva, mentre io ero inerme, confusa e incapace di porre alcun limite ai suoi artigli e alle sue fauci. Mi vergognavo profondamente e mi faceva tremendamente piacere allo stesso tempo».

GIOCHI EROTICI

La trama varia di volta in volta. A volte gli appuntamenti sono dopo la lezione di Giulia ai più piccoli (ha il ruolo di educatrice), alle volte dopo scuola, altre ancora nei campi-vacanza dopo che tutti si addormentano e si scatenano incontri proibiti nella stanza del prete.

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