Vincent Lambert: chi era stanco della sua vita, lui o lo Stato?

Chi era Vincent Lambert?

Vincent Lambert un uomo che nonostante la sua grave disabilità, lottava per vivere.

vincent lambert

Vincent Lambert è nato al Cielo poco dopo le 8.20 nella mattina del 12 Luglio 2019.

11 anni fa un incidente stradale lo rese tetraplegico. Una lunga lotta per la vita che si è conclusa con un epilogo ancor più agghiacciante, terribile.Un’ulteriore lunga e atroce agonia di nove giorni e nove notti, senza cibo e senza acqua, come deciso dai medici con l’appoggio della Corte di Cassazione. Una sentenza che ha stabilito, contro il volere dei suoi genitori, la sospensione definitiva di idratazione e alimentazione, condannandolo a una morte terribile.

Questa vicenda richiama alla mente i peggiori crimini compiuti e occultati dai regimi dittatoriali di destra e di sinistra. Oggi invece, questa sentenza di morte, delle più agghiaccianti, viene eseguita alla luce del sole nella “civile” Francia, facendola passare per una decisione presa nel migliore interesse della vittima. Tutto ciò è aberrante!

Vicent Lambert condannato?

Una vera e propria condanna a morte, di una violenza inaudita contro Vincent Lambert, con la colpa di essere rimasto invalido dopo un incidente stradale avvenuto il 29 settembre 2008. mentre stava andando al lavoro in moto. Un uomo disabile ma capace di respirare autonomamente senza l’ausilio di macchinari, con battito cardiaco spontaneo. E non in stato vegetativo come alcuni medici sostengono e certa stampa scrive, ma in stato di minima coscienza come tante foto e video comprovano.

https://www.facebook.com/genfamiglia/videos/346577366062310/

 

Vincent Lambert con accanto la madre, nel video che era stato girato Domenica 19 maggio 2019. Evidente e inequivocabile che quest’uomo era cosciente, muoveva gli occhi, capiva le parole della madre. La donna straziata, lo stava preparando alla procedura di sospensione di cibo, acqua e sedazione. Una procedura disumana imposta contro il loro volere, da medici e giudici che ne hanno impedito il trasferimento in un’altra struttura. Ben sette strutture erano disposte ad accoglierlo. Ma niente hanno deciso che doveva morire e basta.

Vincent non era in fin di vita, e voleva vivere. Lo prova il fatto che nella primavera del 2013, resistitette per ben 31 giorni in totale assenza di alimentazione e drastica riduzione dell’idratazione (200 ml/24 ore) attuata dal dottor Karinger, in accordo con la moglie di Vincent, Rachel Lambert, all’insaputa dei genitori e dei fratelli di Vincent. Dopo settimane di trattative, il giudice costrinse il medico a riprendere la somministrazione di cibo e acqua al paziente.

Vincent Lambert: il dramma

Il dramma di Vincent e della sua famiglia, si è consumato nell’indifferenza dei più, ed è usato come pretesto da coloro che vogliono sdoganare l’Eutanasia. Si, dopo averlo costretto a subire una tortura (pensiamo per un attimo di rimanere per nove infiniti giorni senza né mangiare né bere), ci vogliono inculcare nella mente che la dolce morte sarebbe stata la soluzione più giusta per evitargli le sofferenze che loro stessi gli hanno inflitto. Un piano perverso e ben studiato.

Rispettare la vita

È proprio quando la vita è più debole, più fragile che bisogna rispettarla e prendersene maggiormente cura, e sostenere le famiglie lacerate dalla prova della malattia. Questo dovrebbe fare una società civile. E non dichiarare battaglia legale, buttando addosso alle famiglie ulteriori pesi, sofferenze, per ottenere il diritto di decidere della vita del loro figlio, così com’è accaduto in precedenza con Charlie, Isahia, Alfie.

Se una tale mentalità mortifera, trova appoggio nei legislatori, nella magistratura, cosa sarà dei nostri anziani, di coloro che sono affetti da patologie degenerative, e quindi non ritenuti degni in nome della qualità della vita?

È necessario indignarci, alzarci in piedi come ci esortava San Giovanni Paolo II, pregare molto, per difendere la vita che è sacra dal concepimento sino alla morte naturale. Lo sottolinea il segretario generale dei vescovi francesi, Thierry Magnin, dopo aver appreso la notizia della morte di Vincent:”La grandezza di una vita umana va ben oltre le sue condizioni. Una grandezza che va decisamente aldilà di tutte le argomentazioni a favore o contro la scelta che i medici e la giustizia hanno fatto per metter fine a questa vita”.

Simona Amabene

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