I Vescovi spagnoli denunciano il carnevale di Las Palmas: “Un offesa a tutto quello in cui crediamo”

 

Il carnevale di Las Palmas (Isole Canarie, Spagna) di quest’anno ha decisamente superato i limiti del buon gusto e della libera espressione divenendo manifestazione di odio ed intolleranza. Durante uno spettacolo serale è andato in scena un balletto coreografato in cui il drag queen Setlhas ha dato vita ad uno spettacolo di odio ed irriverenza verso tutti i cattolici.

Il balletto è cominciato con il drag queen vestito come la Madonna, presto il ballerino ha cominciato un perverso spogliarello teso ad infangare la verginità della Beata Madre Celeste, rimanendo quasi completamente nudo. La seconda parte dello spettacolo è servita per inscenare la crocifissione ed infangare la memoria di Cristo in croce: vestito da Gesù, il drag queen è sceso dalla croce intonando versi satanici mentre, tutto attorno, gli altri ballerini ballavano vestiti da sacerdoti e suore simulando una processione.

Lo spettacolo è stato duramente criticato dagli utenti social, tutti d’accordo nell’affermare che questa volta si era valicato il limite e che lo spettacolo, più che una rappresentazione della libertà di pensiero, era un’ offesa a tutto quello in cui credono milioni di persone nel mondo. Molti hanno chiesto agli ideatori dello spettacolo in primo luogo ed alla comunità omosessuale in genere quale fosse il motivo di tanto odio verso la Chiesa Cattolica e come mai, una volta tanto, la loro satira irriguardosa non colpisse le altre religioni.

Desolato da quanto visto il Vescovo delle Isole Canarie, Monsignor Francisco Cases, ha condannato l’accaduto definendo il giorno dello spettacolo “Il più triste della mia vita alle Isole Canarie”. Il vescovo ha sottolineato come si sia trattato della vittoria trionfale: ”Della frivolezza blasfema di drag queen, attraverso i voti e gli applausi di una folla inferocita”. Ed ha evidenziato come la performance non avesse nulla di artistico, ma fosse semplicemente un tripudio della mancanza di rispetto nei confronti di tutti i cattolici.

Monsignor Cases ha poi redatto una lettera aperta a tutti in cui ha scritto: “La prima cosa che mi sento di dire con il cuore spezzato è chiedere perdono al nostro Salvatore e alla Sua e nostra Madre benedetta. Perdona il mio popolo, Signore. Perdona i tuoi figli, Madre, e perdona me che devo rispondere davanti a Te per tutti loro. Perdona a tanti nella comunità cristiana che non danno una testimonianza concreta”. La lettera si conclude con un invito ad una messa riparatrice per le offese subite da Nostro Signore e dalla Madonna.

Al biasimo manifestato da fedeli e prelati si è unito anche il presidente del consiglio dell’Isola di Tenerife che nel suo profilo Facebook ha scritto: “Questo spettacolo di drag queen è un’offesa, non è vera libertà nè festa di carnevale, dal momento che offende i valori di tante persone: questo è un reato nel codice penale”. Non è ancora chiaro se si procederà per vie penali contro al drag queen ed agli ideatori dello spettacolo e ciò che è più triste è che il performer, il cui vero nome è Borja Castilla, è un educatore di bambini ateo che vorrebbe insegnare la sua religione, di che culto si farà portatore?

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