I Vescovi minacciano provvedimenti: Biden a rischio scomunica?

Alcuni organi di informazione hanno parlato di una possibile e clamorosa rottura tra la Chiesa Americana e il neo presidente Biden. 

 

La Conferenza Episcopale degli Stati Uniti d’America ha approvato, a larghissima maggioranza, un piano in vista di una dichiarazione sull’eucaristia.

Conferenza Episcopale: documento in vista

La decisione è stata presa con 168 voti favorevoli, 55 contrari e 6 astenuti, nel corso di una riunione virtuale. La discussione prenderà il via a novembre, quando i presuli si incontreranno in presenza.

La maggior parte dei vescovi con favore l’idea di rafforzare l’insegnamento sull’Eucaristia, anche in vista di un piano strategico per il quadriennio 2021-2024 della Conferenza Episcopale sul tema Rigenerati dal Corpo e Sangue di Cristo, fonte della nostra guarigione e speranza.

Secondo quanto riferito alla stampa da monsignor Kevin C. Rhoades, vescovo di Fort Wayne-South Bend, Indiana e presidente del comitato dottrinale, il Vaticano avrebbe in qualche modo dettato la linea sul documento.

Nella sua lettera dello scorso 7 maggio, indirizzata al presidente della conferenza episcopale USA, monsignor José Horacio Gomez, il cardinale Luis Francisco Ladaria Ferrer, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede ha esortato i vescovi statunitensi a procedere con cautela nelle discussioni sulla formulazione di una politica nazionale “per affrontare la situazione dei cattolici impegnati in incarichi pubblici, che sostengono l’aborto, l’eutanasia o altri mali morali”.

A tal riguardo, monsignor Rhoades ha precisato che il piano dei vescovi non prevede alcun riferimento nazionale in quella direzione. Altri presuli, come il vescovo texano Robert M. Coerver temono il documento possa essere strumentalizzato a fini politici, in vita delle elezioni di mid-term del novembre 2022, in cui verranno rinnovati l’intera Camera dei Deputati e un terzo del Senato.

Tra coloro che vorrebbero prendere tempo, c’è il cardinale arcivescovo di Washington, Wilton D. Gregory, nel recente passato molto critico con l’amministrazione Trump, che teme l’adozione di un documento troppo tranchant, suscettibile di minacciare l’unità della Chiesa cattolica in America.

Biden non teme scomuniche

Il documento sull’eucaristia è decisivo per la vita – non solo ecclesiale – degli Stati Uniti, in quanto è stato percepito da taluni come una ‘scomunica’ nei confronti del presidente Joe Biden e di altri politici cattolici (tra questi la presidente della Camera, Nancy Pelosi), tutti favorevoli all’aborto, persino fino al nono mese.

Interpellato sulla questione in conferenza, Biden ha espresso assoluta tranquillità. “È una questione privata e non penso che accadrà”, ha detto, alludendo a una sua possibile esclusione dal sacramento eucaristico a causa della sua linea sui temi sensibili.

Effettivamente Biden, che pure è cattolico praticante e che nella prima parte della sua carriera politica si era sempre professato pro-life, ha ribaltato completamente l’impostazione antiabortista del suo predecessore Donald Trump.

In primo luogo, poco dopo il suo insediamento alla Casa Bianca, il nuovo presidente ha rimosso il bando federale sui finanziamenti alle ONG straniere che praticano l’aborto. Assieme alla vicepresidente Kamala Harris, in una dichiarazione congiunta, ha manifestato la volontà di codificare l’aborto e di estendere la facoltà di abortire prevista dalla sentenza della Corte Suprema del 1973.

Una questione (anche) diplomatica

Già nel 2004, la Conferenza Episcopale degli Stati Uniti si era espressa in materia, rimettendo ai singoli vescovi la facoltà di negare o meno il sacramento ai personaggi pubblici favorevoli all’aborto o ad altre pratiche illecite per l’etica cattolica.

La Chiesa americana, in particolare negli ultimi vent’anni, è stata tra le più rigorose nella difesa dei principi non negoziabili. È facile pensare che, anche nel documento in preparazione alla fine di quest’anno, confermerà una certa linea della fermezza. Come conciliare, però, tutto questo con l’attuale linea morbida, avanzata da papa Francesco e dal cardinale Ladaria? Lo stesso Pontefice argentino ha più volte affermato che l’eucaristia non è un “premio per i santi” ma un “cibo per i peccatori”. Come vanno interpretate, all’atto pratico, queste parole?

Inoltre, in questa fase, la Santa Sede si ritrova in particolare armonia con la Casa Bianca, in particolare in campo diplomatico e sulle politiche ambientali. Al contempo, entrare in collisione con un episcopato influente come quello americano sarebbe particolarmente rischioso. C’è da immaginare quindi che, da ambo le parti, prevarrà la linea della mediazione e della prudenza.

Luca Marcolivio

 

 

 

 

 

 

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