Gesù rivela a una mistica il vero motivo per cui nasce in una grotta

Maria e Giuseppe attendono la nascita di Gesù. Ma perché il Figlio di Dio nasce in una grotta? Ecco quello che Gesù rivelò a una mistica.

La mistica e venerabile Maria Agreda ricevette numerose rivelazioni, insieme a moltissime altre che lei racchiude in svariate opere, tra cui la “Mistica città di Dio”. In questo estratto ci svela il momento dell’attesa della nascita di Gesù.

Il vero motivo per cui Gesù nasce in una grotta la Notte di Natale
photo web source

Maria di Gesù di Ágreda, al secolo María Coronel y Arana (Ágreda, 2 aprile 1602 – Ágreda, 24 maggio 1665), fu una religiosa e mistica spagnola, dell’ordine delle monache Concezioniste francescane. Fu una mistica mariana e scrittrice, della quale è in corso il processo di beatificazione: dalla Chiesa cattolica le è stato attribuito il titolo di venerabile.

Maria e Giuseppe arrivano a Betlemme, rifiutati da tutti

“[…] Maria santissima e san Giuseppe giunsero alla città di Betlemme il quinto giorno del loro viaggio, di sabato, alle quattro del pomeriggio, ora in cui nel tempo del solstizio d’inverno il sole va già tramontando e la notte si avvicina. Entrarono nella città cercando qualche albergo e girando molte strade non solo per le locande e le osterie, ma anche per le case dei conoscenti e dei parenti più prossimi; da nessuno furono ricevuti, anzi da molti vennero mandati via bruscamente e con disprezzo. L’onestissima Regina seguiva il suo sposo, che bussava casa per casa e porta per porta, tra il tumulto della molta gente.

E quantunque non ignorasse che le porte dei cuori e delle case degli uomini sarebbero rimaste chiuse per loro, per ubbidire a san Giuseppe volle patire quella tribolazione ed onestissima vergogna, che per la sua modestia, per lo stato e l’età in cui si trovava, le fu di maggior dolore che la mancanza dell’alloggio. Girando per la città giunsero alla casa dove stava il registro pubblico e, per non ritornarvi di nuovo, si fecero iscrivere e pagarono il fisco e la moneta del tributo imperiale, liberandosi da questo pensiero.

Giuseppe e Maria

Proseguirono poi la loro ricerca e si recarono ad altri alberghi, ma, avendo chiesto alloggio in più di cinquanta case, da tutti furono rifiutati e mandati via. […]

L’amarezza di San Giuseppe

Erano già le nove di sera quando il fedelissimo Giuseppe, pieno di amarezza e di intimo dolore, si rivolse alla sua prudentissima sposa e le disse: «Signora mia dolcissima, in questa situazione il mio cuore viene meno per il dolore, vedendo che non solo non posso trovarvi un posto come voi meritate e il mio affetto desiderava, ma neppure quel tipo di riparo che rare volte, per non dire mai, si nega al più povero e disprezzato del mondo. Vi è senza dubbio qualche mistero, se il cielo permette che i cuori degli uomini non si commuovano a riceverci nelle loro case.

Mi ricordo, o Signora, che fuori della città c’è una grotta, che di solito serve ai pastori e al loro gregge. Andiamo là, perché se per caso fosse vuota, lì avrete dal cielo il rifugio che ci manca dalla terra».

La povertà, il tesoro ricco e inestimabile di Gesù

Gli rispose la prudentissima Vergine: «Sposo e signore mio, non si affligga il vostro pietosissimo cuore nel vedere non adempiuti i vostri desideri ardentissimi, dovuti all’affetto che avete per il Signore. E dato che io lo porto nel mio grembo, per lui stesso vi supplico che vogliamo ringraziarlo di aver disposto così. Il luogo di cui mi parlate soddisferà pienamente i miei desideri.

Si cambino in gaudio le vostre lacrime con l’amore ed il possesso della povertà, che è il tesoro ricco ed inestimabile del mio Figlio santissimo. Questo egli viene a cercare dal cielo; prepariamoglielo con cuore lieto, perché la mia anima non ha altra consolazione: dimostratemi che me la date in questo. Andiamo contenti dove il Signore ci guida». I santi angeli indirizzarono a quella destinazione i celesti sposi, facendo loro da luminosissime fiaccole. Arrivati alla grotta, la trovarono deserta, cosicché, pieni di consolazione per questo beneficio, lodarono il Signore […]

Perché Gesù è nato in una grotta
photo web source

Perché Gesù nasce in una grotta di notte

Il palazzo, che il supremo Re dei re e Signore dei signori teneva pronto per alloggiare nel mondo il suo eterno Figlio incarnato per gli uomini, era la più povera ed umile grotta, dove Maria santissima e Giuseppe si ripararono, rifiutati dagli alberghi e dalla pietà naturale degli stessi uomini.

Questo luogo era così abietto e disprezzato che, quantunque la città di Betlemme fosse così piena di forestieri da mancare locande dove alloggiare, nessuno si degnò di occuparlo né di abbassarsi fino ad esso, e certamente non era adatto se non ai maestri dell’umiltà e della povertà: Cristo nostro bene e la sua purissima Madre. Essendo così abbandonato, la sapienza dell’eterno Padre lo riserbò ad essi, consacrandolo con gli ornamenti della nudità, della solitudine e povertà, primo tempio della luce, casa del vero sole di giustizia, che presto sarebbe nato per i retti di cuore dalla candidissima aurora Maria, nel mezzo delle tenebre della notte, simbolo di quelle del peccato, che coprivano tutto il mondo. […]

(Tratto da “La mistica città di Dio”, Maria Agreda)

Elisa Pallotta

Impostazioni privacy