Il giudice del Tribunale Vaticano ha emesso oggi un’ordinanza d’arresto, eseguita poi dalle guardie svizzere, ai danni di Monsignor Carlo Alberto Cappella. Il cardinale di stanza nella diocesi di Washington è accusato di possesso e divulgazione di materiale pedopornografico. L’arresto dell’ecclesiastico con incarichi diplomatici negli States è avvenuto a seguito di una lunga indagine effettuata dal Promotore di Giustizia che ha portato alla scoperta di un ingente materiale pedopornografico in possesso dell’indagato.
La prova dell’esistenza di un simile archivio ha convinto il giudice istruttore a disporre l’arresto del Monsignor Cappella in base all’articolo 10, comma 3-5, che prevede l’illegalità del possesso e la distribuzione di simile materiale: “chiunque, al di fuori delle ipotesi di cui ai commi precedenti, con qualsiasi mezzo, anche per via telematica, distribuisce, divulga, trasmette, importa, esporta, offre, vende o detiene per tali fini materiale pedopornografico, ovvero distribuisce o divulga notizie o informazioni finalizzate all’adescamento o allo sfruttamento sessuale di minori, è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da euro duemilacinquecento a euro cinquantamila” si legge nella nota della Sala Stampa Vaticana, nella quale viene aggiunto: “Nei casi previsti dai commi 3 e 4, la pena è aumentata ove il materiale sia di ingente quantità”.
L’indagine ai danni di Mosignor Cappella è stata aperta nel settembre del 2017 quando il Promotore di Giustizia ha dato notizia che su segnalazione del governo degli States (avvenuta il 21 giugno) il Tribunale Vaticano stava indagando su di lui per presunta pedofilia. La Giustizia americana aveva chiesto alla Santa Sede il permesso di giudicare l’imputato in base alle proprie leggi, ma la richiesta è stata rigettata come permesso dai trattati diplomatici vigenti.
La posizione del religioso si è complicata quando il 29 settembre la polizia di London (Ontario, Canada) ha emesso un ordine di cattura ai suoi danni per scaricamento e divulgazione di materiale pedopornografico tra il 24 ed il 26 dicembre del 2016, data in cui monsignor Cappella era stato in visita alla città. Queste ed altre prove che verranno mostrate durante il processo hanno portato all’arresto dell’ecclesiastico, per il momento detenuto in una cella Vaticana dove rimarrà a disposizione della giustizia per tutto il tempo necessario a raggiungere un verdetto.
Luca Scapatello
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