Il Vangelo di oggi ci dice: “Che neanche uno di questi piccoli si perda”

“Che neanche uno di questi piccoli si perda”: In questo passo del Vangelo, Gesù spiega ai discepoli che la volontà di Dio non è di salvare solo i più meritevoli, ma salvare ognuno di noi.

Il Vangelo di oggi ci dice

Per tale motivo la gioia del Signore nel riportare all’ovile quella pecora che si era dispera sarà più grande dell’accogliere quelle che non si sono mai allontanate.

Prima della venuta di Cristo, lo stesso Giovanni Battista caccia malamente i peccatori, sì pensava che solo chi aveva condotto una vita retta meritava la salvezza. In quello scenario non c’era spazio per l’errore ed il giudizio sul peccatore era talmente stringente che già dalla vita terrena sapeva di non avere speranza. Gesù, però, cambia tutto. Lui va in cerca di tutte le anime perdute nella speranza di toccare il loro cuore e portarle sulla retta via. Il suo compito, infatti, non è quello di salvare un élite di persone, bensì l’umanità intera. Per farlo sarà disposto a dare la propria vita, così che anche il più confuso e lontano possa sapere che per lui ci sarà posto, se lo vorrà.

Dal Vangelo secondo Matteo (18, 12-14): “In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda»”.

Cosa ci insegna il Vangelo di oggi?

Questo passo, insieme a quello del Figliol Prodigo, è quello che ci permette di comprendere la reale missione di Dio. Egli ha mandato sulla terra suo Figlio per cercare ogni uomo e fargli sapere che c’è la possibilità della salvezza. Il parallelo tra la pecora perduta e l’uomo che ha smarrito la fede è quantomai calzante. Come il povero animale, anche l’essere umano senza una guida morale è confuso dal peccato e tende a vagare senza meta in una vita che, priva della luce divina, è svuotata del suo significato.

Dio è il pastore che cerca di riportare la pecora all’ovile: non si arrenderà finché non ci sarà riuscito. Il giorno in cui adempierà alla sua missione sarà dunque gioioso, poiché ha potuto riavere quell’essere a cui tiene e che pensava perduto. L’obbiettivo di Dio a cui Gesù deve dare seguito, dunque, non è la salvezza di pochi eletti, bensì quella di tutti gli uomini del mondo. Per farlo non si stancherà mai di cercarci e quando finalmente ci rivolgeremo a lui sarà pronto ad accoglierci.

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Luca Scapatello

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