Il Vangelo di oggi ci dice: “Giovanni Battista è risorto dai morti”

“Giovanni Battista è risorto dai morti”. Nel Vangelo odierno ci viene narrata la storia di Erode e del martirio di Giovanni Battista, ucciso poiché le sue parole infastidivano la moglie del Re.

Il Vangelo di oggi ci dice

Le gesta, le parole ed i prodigi di Gesù si sono diffusi in tutto Israele tramite il passaparola e giungono alle orecchie di Erode che, consumato dal senso di colpa, pensa che il Messia sia Giovanni Battista.

La predicazione del Cristo ha avuto ormai l’effetto sperato, in tutto Israele il popolo parla di lui e ne decanta le lodi. Non tutti, però, hanno ancora compreso chi si sta palesando davanti ai propri occhi. C‘è chi lo ritiene un semplice profeta, c’è chi lo ritiene la reincarnazione di Elia e chi Giovanni Battista di ritorno dalla terra dei morti. Pochi giorni prima infatti, il profeta era stato ucciso da Re Erode. Quando il sovrano viene a conoscenza dei prodigi compiuti da questo profeta ritiene allora di essere nuovamente di fronte a Giovanni Battista.

Il senso di colpa e la paura di Erode

Dal Vangelo secondo Marco (6, 14-29): “In quel tempo, il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi». Altri invece dicevano: «È Elìa». Altri ancora dicevano: «È un profeta, come uno dei profeti». Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto!».

Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.

Il martirio di Giovanni Battista

Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista».

E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

Cosa ci insegna il Vangelo di oggi?

Il passo del Vangelo odierno ci fornisce un ulteriore approfondimento psicologico su Re Erode. Se nel periodo di Natale abbiamo visto che la paura di perdere il suo regno lo aveva indotto a compiere una strage di infanti, oggi lo vediamo alle prede con la sua debolezza. Il quadro di Re Erode adesso non è quello di un uomo esclusivamente malvagio, ma quello di un peccatore divenuto vittima delle sue stesse debolezze. Se nel fare uccidere i bambini non mostrava alcun risentimento, l’omicidio di Giovanni Battista era qualcosa che avrebbe evitato.

Sebbene non comprendesse le parole ed i principi enunciati dal profeta, il Re lo rispettava e provava piacere nel sentirlo parlare. Per diverso tempo, infatti, lo protesse da chi chiedeva la sua testa, compresa la moglie Erodiade. Affascinato dalla bellezza e dalle movenze della figlia di Erodiade, il Re fece una promessa davanti a dignitari di tutto il Paese che gli si ritorse contro. Per mantenerla e non figurare come uno spergiuro Erode fece decapitare Giovanni Battista.

Attraverso questo retroscena comprendiamo come la testimonianza di Giovanni Battista fu divisiva nel Paese. Questi riuscì a toccare il cuore di molti e incurante delle conseguenze non rinnegò mai le sue parole. Ecco che proprio il martirio del Battista ci insegna che testimoniare è un compito arduo per il quale bisogna essere disposti a tutto, persino il martirio.

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Luca Scapatello

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