“Chi accoglie colui che io manderò, accoglie me”. Nel passo del Vangelo odierno, Gesù spiega ai discepoli che qualunque persona li accolga, assolvendo loro il suo mandato, accoglierà pure lui.
Il Messia annuncia loro che dovrà compiersi la Scrittura e proprio al fine di permettere loro di credere che è il Figlio di Dio verrà data medesima importanza alla loro predicazione.
Gesù effettua la lavanda ai piedi dei suoi discepoli. Un gesto che all’epoca era considerato rivoluzionario, visto che erano i servi o i discepoli che compivano simili gesti. Il Messia, però, dice loro che il padrone o il maestro non hanno maggiore importanza di chi li serve o di chi apprende. Un concetto nuovo per quella società che serve a Cristo per spiegare in che modo la missione di divulgazione effettuata dai discepoli dopo il compimento delle scritture avesse uguale valenza di quella compiuta da lui stesso.
Dal Vangelo secondo Giovanni (13, 16-20): “[Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro:
“In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: “Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono.
In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato”.
Nel passo odierno Gesù spiega e dimostra con i fatti che non vi sono superiori ed inferiori nel Regno dei Cieli e sulla terra. La grandezza di un uomo, dunque, non si misura attraverso i suoi averi, la sua capacità di dialettica, la sua influenza sulla società o la forza bruta. Beato sarà colui che è umile di cuore e riuscirà a donare sé stesso al prossimo. In questo modo, infatti, potremo essere immersi nella misericordia, quella stessa che ci ha generato e ci ha permesso di aver accesso alla beatitudine eterna. Così, insomma, potremo essere immagine e somiglianza di Dio che è puro amore, misericordia e umiltà. Chiunque farà proprio questo messaggio, accoglierà nel suo cuore Gesù e si metterà nel giusto cammino.
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