Vangelo di oggi 17 Marzo, Padre Guy: “la Fede arriva dall’Ascolto”

Cosa ci chiede oggi nel Vangelo Gesù?

Ci risponde il nostro Padre Guy con questa meditazione sul Vangelo odierno.

Padre Guy medita il Vangelo

La meditazione del Vangelo della II Domenica di Quaresima del nostro Padre Guy. Un momento per comprendere meglio il messaggio contenuto nella Parola di oggi

Commento al Vangelo di Luca (Lc 6,36-38)

L.d.M. – Buon giorno Padre Guy, il Vangelo di Luca che ci viene proposto in questa II domenica di Quaresima dell’anno C, offre il celebre brano della Trasfigurazione di Cristo. Cosa viene a dirci oggi questa parola?

P. Guy – Carissimi, pace e bene. In questa seconda domenica di quaresima, la mia condivisione partirà da una frase della seconda lettura di questa domenica: “il Signore Gesù Cristo, trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo glorioso”. Secondo San Paolo, la trasfigurazione di Gesù ha come conseguenza logica la trasfigurazione del nostro corpo, cioè essere come Gesù, assomigliarsi a Lui. Già siamo il tempio dello Spirito Santo, ed egli abita in noi (1Co 3,16ss / 6,19ss). La domanda che mi pongo è questa: come fare per rendere effettivo questo cambiamento in noi?

Il Senso della Trasfigurazione

L.d.M. – Qual’è il significato di questo evento straordinario che è la Trasfigurazione?

P. Guy –  Prima di tutto cerchiamo di capire il senso di questo evento di Gesù in cui Pietro, Giovanni e Giacomo sono testimoni. La trasfigurazione di Gesù non è un semplice cambiamento, una trasformazione, è una teofania cioè la manifestazione di Dio, la sua presenza e la sua gloria. La trasfigurazione è “una conferma dell’incarnazione (manifesta infatti che in quel corpo simile in tutto al nostro si nascondeva la gloria della divinità” diceva padre Raniero Cantalamessa).

L.d.M. – Questa voce del Padre l’abbiamo già sentita giusto?

P. Guy – Certamente, la voce del Padre che conferma la filiazione di Gesù, l’abbiamo già sentita al suo battesimo  nel fiume Giordano. Il battesimo anticipa la missione terrena di Gesù, mentre la trasfigurazione ne annunzia il compimento, come lo racconta san Pietro nella sua seconda lettera: Infatti vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del nostro Signore Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole abilmente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua maestà. Egli, infatti, ricevette da Dio Padre onore e gloria quando la voce giunta a lui dalla magnifica gloria gli disse: «Questi è il mio diletto Figlio, nel quale mi sono compiaciuto». E noi l’abbiamo udita questa voce che veniva dal cielo, quando eravamo con lui sul monte santo” (2Pt 1,16-18).

L.d.M. –  Cosa rappresentano Mosè ed Elia?

P. Guy –  La presenza di Mosè ed Elia accanto a Gesù traduce questo compimento: Mosè rappresenta la legge ed Elia rappresenta i profeti. Gesù è dunque la pienezza della legge e dei profeti. Peraltro, Mosè ed Elia hanno già conosciuto l’intimità con Dio al monte Sinai per Mosè (Es 33, 18-23) ed al monte Oreb per Elia (1Re 19, 8-18); la trasfigurazione è anche la prefigurazione della risurrezione di Gesù.

L.d.M. – Padre Guy, come rispondiamo alla sua domanda iniziale: “come fare per rendere effettivo questo cambiamento in noi?”

P. Guy –  Carissimi, per rispondere alla nostra domanda “come fare per rendere effettiva questo cambiamente in noi”, abbiamo due elementi che potrebbero aiutarci: la preghiera e la messa. In pratica la voce del Padre che ci invita ad ascoltare il Suo Figlio.

La preghiera

In questo tempo della quaresima, la preghiera fa parte dei tre elementi del cammino quaresimale: digiuno, preghiera ed elemosina. Luca ci dice che “Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare”. Cari miei, non vorrei, qui, parlarvi della preghiera, ma soltanto ricordarvi che la Quaresima ci offre un tempo favorevole per la preghiera. Da quando abbiamo iniziato la Quaresima, come ci siamo messi con la preghiera? Che senso avrebbe il nostro digiuno, la nostra elemosina, il nostro fioretto, la nostra via crucis a cui teniamo, senza dedicarci alla preghiera?

La preghiera implica un’introspezione, un esame di coscienza cioè una verifica del nostro rapporto con Dio e con il prossimo. Senza questa verifica, non possiamo cambiare interiormente. La nostra trasfigurazione deve partire dall’interiore del nostro cuore. La preghiera ci aiuta a superare le nostre paure di affrontare le situazioni della nostra vita, di abbracciare chi ci ha fatto male, di chiedere perdono, di riconoscere i nostri errori, i nostri sbagli, di avere il coraggio di confessarsi e di resistere alle tentazioni (Vegliate e pregate, affinché non cadiate in tentazione. Mt 26,41).

La preghiera aumenta la nostra fede, con questa fede tutto diventa possibile “se tu credi, vedrai la gloria di Dio”. Gv 11,40); la preghiera ci procura la guarigione del corpo e dell’anima (Or questa specie di demoni non esce se non mediante la preghiera e il digiuno.Mt 17, 21).

L’ascolto del Figlio di Dio.

«Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!» Nel nostro Vangelo sicuramente, il Padre si rivolge ai tre apostoli testimoni dell’evento. Ma oggi si rivolge a noi. Cari miei, “Ascoltare non è una strategia, ma una condizione umana e teologica fondamentale. Parlare e ascoltare non sono nell’uomo solo una capacità fra le altre: sono la facoltà che fa dell’uomo un uomo.

Da solo l’uomo non esiste. Esiste solo nella relazione. E nel suo corpo c’è un organo che è sempre in esercizio, che funziona sempre: è l’orecchio. Gli antichi saggi di Israele facevano notare che l’uomo ha due orecchie e una bocca: il tempo dedicato all’ascolto dovrà essere almeno doppio di quello dedicato a parlare”.

L.d.M. – Come ci invita il Padre all’ascolto del Figlio?

P. Guy –  Al battesimo ed alla trasfigurazione, Dio Padre, ci invita ad ascoltare il Suo Figlio. Abbiamo notato che il verbo è all’imperativo ciò significa che è un comando. Domenica scorsa, nella prima tentazione, Gesù ha risposto al diavolo: non di solo pane vive l’uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. Ascoltare Gesù è più che necessario perché Lui è la parola del Dio vivente, Lui è la Parola, il verbo (Gv1, 1.18), la fede viene dall’ascolto della parola di Cristo.

“Così la fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo” (Rm 10,17). Perché comprare la bibbia se non la leggiamo? Perché andare a messa se non ascoltiamo Dio che ci parla tramite il ministro suo? Nessuna parola può trasformare l’uomo, Solo la parola del Signore nostro Gesù Cristo, perché la Sua parola è Spirito e Vita. Ricordiamo anche ogni verità che esce dalla bocca del nostro prossimo, è parola di Dio perché egli usa anche le persone per parlarci.

Allora, cari miei, durante questo cammino Quaresima, chiediamo allo Spirito Santo di aiutarci a pregare ed ascoltare affinché nostro copro sia trasfigurato conformandolo al corpo di Cristo, cosi diremo come san Paolo: “ non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me”. (Gal 2,20).

Dio vi benedica

Padre Guy medita il Vangelo di oggi

Chi è Padre Guy

Per i fratelli e le sorelle che seguono la Luce di Maria, anche negli incontri periodici di preghiera, Padre Guy non ha bisogno di presentazioni. Più volte ci ha infatti accompagnato sia nei pellegrinaggi (Medjugorje, Collevalenza, Montecassino, San Vittorino) che nelle celebrazioni donandoci sempre momenti di profonda riflessione con le sue omelie e le sue catechesi.

Padre Guy-Léandre NAKAVOUA LONDHET  viene consacrato sacerdote il 17.07.2005 in Congo a Brazzaville. Ha iniziato i suoi primi passi come sacerdote proprio nella parrocchia di cui ora è parroco, Santa Brigida di Svezia a Roma nella borgata di Palmarola. Era il 13.09.2005 e non sapeva neanche una parola di Italiano.

Perché è in Italia

Padre Guy si trovò improvvisamente proiettato in una realtà completamente nuova: “Nella nostra Congregazione abbiamo la possibilità di scegliere tre paesi dove vogliamo esercitare il ministero sacerdotale ed essere missionari. Avevo scelto: Gabon, Messico e l’Isola della Riunione sull’Oceano Indiano. Il Consiglio Generale, che ha il diritto di mandarci dove trova più necessità. Mi propose dunque (ce lo dice con un meraviglioso sorrriso) di venire in Italia a Roma.

“Che c’è da fare a Roma con tutte le chiese, che riempiono il suo territorio, esisterebbe ancora uno spazio per la missione? Sinceramente non volevo venire in Italia, non me la sentivo, ma un confratello mi aveva detto: Vai e vedrai!. Per l’obbedienza dissi di sì e decisi di venire.

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