Valorizziamo il tempo: il vero Natale del Signore

“Cari amici, buon Natale del Signore a tutti voi. Buon Natale anche a tutti gli uomini non credenti che amano e rispettano ogni uomo. E buon Natale a tutti coloro che non danno valore e senso alla vita, con la speranza che presto scoprano il grande dono che hanno ricevuto e non lo sprechino più”.

“Il Natale non ha altri significati all’infuori di quello cristiano. Anche se lo indichiamo sempre soltanto col sostantivo, cioè “nascita”, omettendo il complemento di specificazione “del Signore”, il Natale rimane la grande festa che segna non solo l’origine della fede cristiana, ma addirittura l’origine stessa dell’umanità. Di fatto, noi uomini siamo il segno anticipatore di colui che si sarebbe incarnato. Ecco perché il Natale è una festa che riguarda tutti gli uomini, e non solo i cristiani”.

Questo è il videocommento per il giorno di Natale di don Massimiliano Scalici, sacerdote diocesano di Palermo.

Ci sono molti sacerdoti che usano i Social per arrivare ai fedeli. Noi scegliamo di proporre i videocommenti di don Massimiliano Scalici per il suo modo “pratico” di parlare di Dio. “Io ho optato per un altro servizio e cioè quello di offrire un approfondimento a casa vostra, senza bisogno che andiate chissà a quale conferenza. Quindi, per “valorizzare il tempo”, io intendo “approfondimento”, non “economizzazione” del tempo“.

Il lavoro di YouTuber di don Massimiliano Scalici è iniziato sin dall’1 Gennaio del 2019, con la festività di Maria, Madre di Dio. Da allora, puntualmente, domenica dopo domenica, si preoccupa di realizzare un videocommento e di porlo sul suo canale. Potete trovarli tutti, digitando il suo nome o il nome della rubrica: Valorizzare il Tempo.

Valorizzare il Tempo

Valorizzare il Tempo: accogliamo il Signore che viene

La prima lettura del giorno di Natale è tratta dal Libro del Profeta Isaia (52,7-10), la seconda dalla Lettera agli Ebrei (1,1-6); il Vangelo è di Giovanni (1,1-18), riguardante l’annuncio del Verbo che si fa carne.

Nella prima lettura, il Profeta Isaia parla “del rimpatrio di un gruppo di esiliati a Gerusalemme”, visto di buon auspicio, come se fosse “il ritorno stesso del Signore”. Dopo un lungo e stancante viaggio, quelle persone tornano alle proprie case. “Il Signore si rivela, così, nel segno delle tante peregrinazioni della vita, di chi è costretto a stare lontano da casa a motivo del lavoro, a causa della povertà, della persecuzione o perché era finito nell’esilio di una prigione”. 

Valorizziamo il tempo: Dio si fa Sacramento

La seconda lettura dice che “Dio ha sempre parlato al suo popolo, in molte forme e attraverso i Profeti. In tal modo, facendosi conoscere attraverso le parole, orali prima e scritte poi, Dio ha iniziato una storia di incarnazione“. Dapprima presso il popolo d’Israele, per mezzo dei Profeti, facendosi Parola; poi “come persona umana del suo Figlio, il Verbo fatto carne, che gli Apostoli hanno visto, udito e toccato”. Oggi, infine, “Dio si fa Sacramento che parla, che agisce e che opera per mezzo di ogni uomo”.

Nascita di Gesù
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Vangelo: “Il Verbo si fece carne”

Don Massimiliano Scalici spiega: “Da una parte Gesù è presentato come il Verbo, ossia come la Parola stessa di Dio che si rivela quale Figlio di Dio e Figlio dell’uomo, da un’altra parte questo Verbo-Figlio non rimane inaccessibile, inconoscibile e invisibile, ma si fa carne, persona, uomo, giacché entra nella storia, nasce come tutti gli uomini e viene ad abitare questo mondo”. Dio, per farsi conoscere dagli uomini, si è fatto come gli uomini!

“È a partire da questo modo analogico assunto dal Figlio che noi abbiamo potuto conoscere Dio e scoprire il suo pensiero, i suoi sentimenti, le sue parole, il suo amore per gli uomini”.

Don Massimiliano Scalici: “Dio ti perdono. La misericordia capovolta”

Ricordiamo che don Massimiliano Scalici è anche autore del libro “Dio ti perdono. La misericordi a capovolta”, testo che mette in evidenza quanto possa essere importante la guida di un sacerdote, preparato e consapevole, per ogni persona che Dio gli affida.

Gli autori del libro sono due, in realtà: il sacerdote e Loretta, pseudonimo -quest’ultimo- di una donna che urla a Dio il proprio dolore e che, per ovvie ragioni, ha scelto di rimanere anonima.

Antonella Sanicanti

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