Utero in affitto, la vergogna europea del Festival in cui si vendono bambini

Lo scandaloso festival di Bruxelles “Men Having Babies”, dove coppie gay comprando bimbi con l’utero in affitto, è una vera vergogna per l’Unione europea.

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La domanda che ci si pone, è: con quale faccia tosta si ha il coraggio di parlare di diritti quando hanno luogo certi deplorevoli eventi nel cuore dell’Unione europea? Tutti i discorsi europei sui diritti, sull’Europa terra di civiltà, di accoglienza, di integrità e di trasparenza, si annullano di fronte a eventi di queste genere.

Il Festival dell’utero in affitto nella cornice del lussuoso hotel Hilton

Dal 22 al 23 settembre il festival ha infatti avuto luogo addirittura per il quarto anno consecutivo nella capitale belga, nella cornice del lussuoso hotel Hilton. La scena è da brividi e trasporta direttamente in una società che in passato si sarebbe immaginata solo nei peggiori scenari irrealistici da incubo.

Uomini ricchi che sfogliano cataloghi in cui sono ritratte le foto che dovranno partorire i bambini che poi acquisteranno, con un parto cioè surrogato. Le donne, provenienti dai Paesi più poveri del pianeta, firmeranno un contratto in cui saranno obbligate a cedere i neonati cresciuti nel loro grembo dopo il parto.

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Scene dell’orrore. Uomini ricchi sfogliano cataloghi per comprare bimbi

L’offerta è “soddisfatti o rimborsati”, i prezzi dei bambini sono differenti a seconda delle diverse “qualità”. Si parla di cifre che oscillano tra i novantamila e i centosessanta mila dollari. Denaro che comprende tutta una serie di servizi: accompagnamento psicologico, assistenza legale, fornitura di ovuli e anche sperma, fornitura di madre surrogata, voli e hotel nei paesi individuati dove farla partorire.

Un vero e proprio scenario orribile che porta indietro di secoli, direttamente alle epoche più oscure della storia umana. La schiavitù esiste, ed è frutto delle vanità scaturite dalla società del “progresso” e dei “diritti”. Il diritto cioè per un omosessuale di schiavizzare una donna povera comprando il frutto del suo grembo, separando il nascituro dalla sua famiglia.

Utero in affitto, incubo alla luce del sole in barba a tutti i regolamenti

Un orrore, tra l’altro, che avviene alla luce del sole ma in barba a tutti i regolamenti internazionali, visto che nel 2015 il Parlamento europeo ha forse condannato inequivocabilmente l’utero in affitto in quanto forma di sfruttamento delle donne. Eppure, nella cittadina che ospita i palazzi delle istituzioni europee, nessuno si pone alcun problema riguardo a questa indecente fiera.

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Non bastasse, anche il senato nazionale belga si è pronunciato nel 2015 esprimendo contrarietà alla “gestazione per altri“. Dopo avere firmato, nel 1989, anche la Convenzione internazionale dei diritti del bambino, in cui è chiaramente affermato che “ogni bambino ha diritto a conoscere i suoi genitori ed essere cresciuto da loro”.

La convenzione firmata dal Belgio e mai rispettata sull’utero in affitto

Nella convenzione firmata anche dal Belgio è inoltre previsto che si debbano prendere “tutte le misure appropriate sul piano nazionale, bilaterale e multilaterale per impedire il rapimento, la vendita o la tratta dei bambini a qualunque fine e sotto qualunque forma”.

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Evidentemente, quando di mezzo c’è il denaro, tanto denaro, e la volontà del potere, quello vero che non si mette in mostra, tutto è possibile. In quel caso le istituzioni non contano, contano i soldi. Molto più di ogni dignità umana. 

Giovanni Bernardi

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