USA: arriva storica decisione che ribalta la sentenza “Roe vs. Wade”

La Corte Suprema degli Stati Uniti si è pronunciata su una materia delicatissima che chiama in causa i diritti dei soggetti più deboli. Dopo quasi cinquant’anni, nulla sarà più come prima.

Sull’aborto, i singoli Stati saranno liberi di legiferare come vogliono. Anche il bando totale dell’interruzione di gravidanza sarà consentito. La decisione era ormai nell’aria ed è stata votata con maggioranza schiacciante: sei giudici su nove del massimo organo giurisprudenziale statunitense.

Cosa cambierà?

Tutto nasce dal caso Dobbs v. Jackson Women’s Health Organization, che riguarda la legge del Mississippi, approvata nel 2019, che restringe la possibilità di abortire alla quindicesima settimana di gravidanza. A fare ricorso, era stata l’unica clinica dello Stato del Sud che ancora eseguiva gli aborti.

L’aborto presenta una profonda questione morale. La Costituzione non proibisce ai cittadini di ciascuno stato di regolare o proibire l’aborto”, si legge nello storico pronunciamento che ribalta il precedente Roe vs. Wade del 22 gennaio 1973.

Che la Corte Suprema avrebbe cambiato radicalmente le norme in materia d’aborto, era trapelato già in febbraio, grazie a una bozza della sentenza redatta dal giudice Samuel Alito, che anticipava quello che sarebbe stato l’effettivo verdetto emesso oggi.

La rivoluzione legislativa coinvolgerà quasi la metà degli Stati, nove dei quali, prima del 1973, prevedevano restrizioni annullate dalla Roe vs Wade. Altri tredici hanno approvato dei divieti (rimane comunque consentito l’aborto in caso di pericolo per la salute della madre) che, a questo punto, entreranno effettivamente in vigore entro trenta giorni.

Liberal sul piede di guerra

Già dopo le indiscrezioni sulla sentenza, lo scorso inverno, si erano scatenate le proteste degli abortisti, con manifestazioni non sempre pacifiche, culminate con scritte ingiuriose che hanno imbrattato vari luoghi identificabili come pro-life: dalle abitazioni dei giudici che avrebbero votato la sentenza, alle chiese da loro frequentate, fino ai centri di aiuto alla vita e ai think tank contro l’aborto.

Oggi, i dimostranti si sono dati appuntamento davanti alla Corte Suprema e, subito dopo la diffusione della sentenza, il loro malcontento è esploso. I commenti più duri arrivano, come prevedibile, tra i rappresentanti del Partito Democratico.

La speaker della Camera, Nancy Pelosi bolla come “crudele” e “scandalosa” la decisione dei giudici, da lei definita un “insulto per le donne”. L’ex presidente Barack Obama accusa la Corte di aver “attaccato le libertà fondamentali di milioni di americani”.

Soddisfazione, al contrario, in casa Repubblicana. La vita ha vinto”, dichiara l’ex presidente Mike Pence. Per il capogruppo Repubblicano al Senato, Mitch McConnell, si tratta di una decisione “coraggiosa” e “corretta”, nonché di una “storica vittoria per Costituzione e la società”. Gli fa eco, in un tweet, il suo omologo alla Camera, Kevin McCarthy: “Plaudo a questa storica sentenza che salva vite umane”.

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