Coronavirus: quest’anno riceveremo un uovo di Pasqua?

Le uova di Pasqua sono solo una strategia di marketing? Potrebbe sembrare così, ma nascondono una grande sorpresa e non è un inutile giochino o un indecifrabile portachiavi!

Uova di Pasqua
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Potrebbe sembrare soltanto una trovata commerciale, ma, in realtà, la tradizione di regalare le uova a Pasqua (anche se non di cioccolato) è molto antica.

Sin dalla notte di tempi, le uova hanno simboleggiato la vita e la sua sacralità.
La cultura dei miti ci svela che i pagani credevano che il cielo e la Terra fossero due emisferi, che uniti potessero creare un solo uovo. In Egitto, l’uovo era considerato il concentrato dei quattro elementi dell’universo: acqua, aria, fuoco e terra. I persiani, al sopraggiungere della primavera, usavano scambiarsi uova di gallina.

Uovo di Pasqua: simbolo della vita eterna

Quest’ultima usanza si è diffusa, nel corso della storia, in quasi tutti i Paesi del mondo. Da oriente ad occidente, da nord a sud, dalla Grecia alla Cina, dall’Iraq all’India, dalla Russia alla Polinesia, ha assunto la medesima accezione di segno della vita che si rinnova.
Con molta facilità, quindi, questo gesto è stato adottato e adattato al cristianesimo, per rappresentare la Resurrezione di Cristo.

L’uovo sembra somigliare ad un sasso, come quello apposto al sepolcro di Gesù. Come quel sepolcro, custodisce la vita che sta per dischiudersi al mondo intero.
In alcuni Paesi, anche ortodossi (gli ortodossi le fanno spesso benedire durante i loro riti), le uova si regalano ad amici e parenti. Prima, però, vengono bollite insieme a foglie o fiori colorati. In questo modo, il guscio si dipinge; lo si fa diventare soprattutto rosso, per simboleggiare la Passione di Cristo. Può essere anche decorato con pitture, disegni o decoupage.

Uova di Pasqua
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Uovo di Pasqua: un buon motivo per regalarlo

Quest’anno, il dilagare del contagio da Coronavirus ha messo a rischio anche la distribuzione delle uova di Pasqua. Tra le iniziative solidali di questo specifico periodo, è stata annullata anche quella della “Fondazione Rosangela D’Ambrosio Onlus” che prevedeva la vendita delle buonissime uova di Pasqua artigianali, nelle parrocchie lombarde.

La “Fondazione Rosangela D’Ambrosio Onlus” ha, ancora, in deposito circa 10.000 uova invendute, perché è stato impossibile portarle nei luoghi ove solitamente venivano proposte. Per questo, chiediamo a privati e ad aziende di acquistarle subito, per garantire il sostegno delle loro iniziative umanitarie! Ecco i contatti utili: Pietro 3293033528; indirizzo mail fondazionerosangeladambrosio@gmail.com. Loro e noi confidiamo nella divina Provvidenza e nella vostra generosità.

Uova di Pasqua: Paese che vai usanza che trovi

Se non stessimo vivendo questo particolarissimo periodo storico, ricorderemmo con serenità che, in molti Paesi su citati, e anche in Italia spesso, è usanza non consumare le uova durante la Quaresima e accumularle, per mangiarle dalla Pasqua in poi.
In alcuni paesini d’Italia, poi, la mattina di Pasqua, in famiglia, si fa colazione tutti insieme, con una frittata e del pane (a ciambella o intrecciato), cotto con delle uova intere, incastonate dell’impasto.

In Francia, si organizza la caccia pasquale al tesoro. Le uova vengono nascoste in delle aree specifiche, fra gli alberi, e fatte ricercare dai bambini.
Si fa, invece, risalire al Medioevo la produzione di uova artigianali, un tempo realizzate con materiali preziosi (argento, platino, oro), solitamente destinate agli esponenti delle classi sociali più agiate.

Fabergé
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Edoardo I (1239-1307), Re d’Inghilterra, ad esempio, fece creare 450 uova rivestite d’oro, da regalare in occasione della Santa Pasqua.
Nel 1883, invece, lo Zar Alessandro III chiese all’orafo Peter Carl Fabergé di forgiare un uovo speciale per la Zarina Maria, sua moglie.

Il primo uovo di Fabergé era in platino, smaltato di bianco. Conteneva un tuorlo d’oro, che, a sua volta, racchiudeva una gallinella dorata e smaltata, con gli occhi di rubino.
Anche la gallina custodiva una sorpresa: una miniatura della corona imperiale con un rubino, anche’esso a forma di uovo. La Zarina rimase impressionata a tal punto dal lavoro svolto da Fabergé che lo propose come gioielliere di corte. Ebbe il compito di ideare, ogni anno per la Santa Pasqua, un uovo diverso, che contenesse una sorpresa.

Uova di Pasqua: perché contengono una “sorpresa”?

Si pensa che da questi eventi si sia diffusa l’idea di nascondere nelle uova la sorpresa, che oggi tutti i bambini, e non solo, si aspettano di trovare nelle uova che ricevono per la Pasqua.
Oggi, le uova sono di cioccolato, a latte o fondente, di svariate dimensioni, artigianalmente rifinite o di grandi marche, ma la sorpresa gioiosa che preannunciano è un piccolissimo assaggio di ciò che l’uovo/sepolcro svela: Gesù risorto e vivo!

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Antonella Sanicanti

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