“Umiliarsi è prima di tutto lo stile di Dio”

“Umiliarsi è prima di tutto lo stile di Dio”
Papa Francesco

“Umiliarsi è prima di tutto lo stile di Dio ”, “Uno stile che non finirà mai di sorprenderci e di metterci in crisi: a un Dio umile non ci si abitua mai!”.
Così aveva detto Papa Francesco, in una delle sue omelie, per sottolineare l’atteggiamento del nostro Dio, di fronte al male, che lo avrebbe coinvolto e portato al supplizio.
“Via dolorosa e sotto la croce, sentiremo gli insulti della gente e dei capi”. “Questa è la via di Dio, la via dell’umiltà. E’ la strada di Gesù, non ce n’è un’altra. E non esiste umiltà senza umiliazione”.

Tutti, pertanto, siamo invitati a comportarci da buoni seguaci di Cristo, a passare per la porta stretta si cui parla il Vangelo: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno”.
“Dio si umilia per camminare con il suo popolo, per sopportare le sue infedeltà”. Si abbassa al nostro livello, per sollevarsi al suo, per annullare le nostre bassezze e, dall’abisso profondo della perdizione, viene a riprenderci.

In quale misura sappiamo essere umili come lui, mettendoci al servizio, spogliandoci di noi stessi, delle nostre egoistiche ambizioni, per aderire al suo progetto?
La “mondanità” è la strada opposta all’umiliazione. “La mondanità ci offre la via della vanità, dell’orgoglio, del successo … E’ l’altra via. Il maligno l’ha proposta anche a Gesù, durante i quaranta giorni nel deserto. Ma Gesù l’ha respinta senza esitazione. E con Lui, con la sua grazia soltanto, col suo aiuto, anche noi possiamo vincere questa tentazione della vanità, della mondanità, non solo nelle grandi occasioni, ma nelle comuni circostanze della vita”.

Anche noi, dunque, sull’esempio di Gesù Cristo nostro Maestro di vita, dovremmo metterci sulla via giusta, quella degna del cristiano, “con tanto amore per Lui, il nostro Signore e Salvatore”, che “ci aiuta e ci conforta in questo l’esempio di tanti uomini e donne che, nel silenzio e nel nascondimento, ogni giorno rinunciano a sé stessi per servire gli altri: un parente malato, un anziano solo, una persona disabile …”.

Antonella Sanicanti

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