Testimonianza Umberto: “A Medjugorje ho trovato Dio”

Umberto quando ha capito che il suo cuore si era convertito? 

Quando ha assistito la prima volta all’adorazione eucaristica.

Testimonianza Umberto, conversione Medjugorje

Una vita senza Dio e il bisogno costante di trovare una verità

In base alla testimonianza fornita da Umberto, la sua vita prima del viaggio (perché per lui si trattava solamente di questo) a Medjugorje del 2008 è stata all’insegna dell’ateismo. Da ragazzo si era allontanato dalla Chiesa ed aveva sviluppato un forte odio nei confronti dell’Istituzione. Si prese anche il vizio di bestemmiare per qualsiasi cosa gli capitasse e con il tempo quella calunnia nei confronti del Signore divenne un fastidioso intercalare.

Nel contempo, però, la sua vita sembrava non avesse una direzione, Umberto cercava un senso a quanto stava vivendo ed una direzione da intraprendere per il futuro. In lui c’era anche un forte desiderio di verità, da quando aveva lasciato la chiesa (da anni non andava a Messa) nella sua testa si affollavano un sacco di domande, così decise di intraprendere il viaggio verso Medjugorje, sicuro che quell’esperienza sarebbe stata positiva, anche se non avesse risposto a nessuna delle sue domande.

L’arrivo a Medjugorje e la conversione

Durante il viaggio in pullman il ragazzo ha pensato più volte che la sua scelta fosse stata errata, ma questa sensazione scomparve non appena scese nel paese bosniaco: “Arrivati a Medjugorje notai subito una atmosfera diversa, un qualcosa che prima d’allora non avevo mai provato”. Colpito dalla gioia e dalla serenità dei presenti, compresi i migliaia di giovani che come lui stavano partecipando alla giornata della gioventù, Umberto cominciò a pregare con il cuore.

La conversione vera e propria, però, è giunta solo quando ha partecipato alla prima Adorazione Eucaristica: “E’ proprio questa che mi ha toccato il cuore. Quella piccola Ostia esposta era in grado di compiere grandi cose. Ogni volta che la guardavo mi si scioglieva il cuore. Il ragazzo racconta infine di aver provato una grande emozione nel vedere la prima volta Vicka (veggente che prega per i malati): “Aveva qualcosa di non comune, difficile da spiegare. Aveva gli occhi così profondi ed un sorriso così splendente che non riuscivi a smettere di guardarla e sorridere anche tu senza alcun motivo. Quando ha imposto le mani sulla testa, il mio cuore si è letteralmente aperto, sprigionavo gioia da tutte le parti”.

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Luca Scapatello

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