Ha fatto il giro della rete un video in cui un ragazzino uccide un gatto con un violento calcio. Ora però il giovane non può uscire di casa per le minacce.
La situazione quindi è tanto grave quanto paradossale. Pensare di combattere la violenza con altra violenza è un errore. Come lo è l’animalismo “fondamentalista”. Il video è finito sul social Tik Tok, ed in effetti la violenza è molta. Un ragazzino di Casoria ha ucciso con un calcio un povero gatto, e lo fa per vantarsene con gli amici che lo riprendono.
L’educazione dei giovani è la risposta, non la violenza
L’educazione dei giovani è infatti un tema antico quanto l’essere umano, e sappiamo quante difficoltà hanno famiglie, istituzioni, la scuola o le parrocchie, ad insegnare agli adolescenti cosa è bene e cosa è male. Se ci si mettono poi anche tutti i cattivi maestri della tv e della rete, l’obiettivo diventa quasi un impresa, spesso impossibile.
Ma pensare di combattere la maleducazione e la mancanza di senso civico con ancora più violenza è l’esatto contrario di ciò che andrebbe fatto. Il ragazzino infatti ora ha dichiarato ai giornali: “Se esco di casa, rischio la vita”. I social sono infatti un amplificatore incredibile di questi gesti stupidi e incoscienti, e dopo che il video ha cominciato ad avere un alto numero di visualizzazione, sono scattate le polemiche. Molto numerose.
Il giovane rischia una condanna o una multa salata
Ora il giovane, quattordicenne, rischia una condanna da 3 a 18 mesi di reclusione o una multa tra i 5 e i 30 mila euro. Ma la cosa peggiore sono le minacce, che il ragazzino sta ricevendo in continuazione tanto da non potere uscire più di casa perché rischia la vita. Il ragazzo ha creato un profilo Instagram appositamente “per chiedere scusa in pubblico”. Quello vecchio infatti era stato bannato a causa della pubblicazione del video stesso.
Ma gli utenti dei social si sono scatenati con rabbia e sdegno. Hanno segnalato il video, hanno cominciato a insultarlo gravemente sulla sua pagina, e sulle proprie bacheche. Persino il indaco di Nocera Inferiore, Manlio Torquato, si è espresso sulla vicenda.
Diversi politici hanno cavalcato la vicenda generando sdegno
“Di tutti i reati quello di maltrattamento di animali è tra i più miserabili e vergognosi perché, come per i bambini e pur fatte le dovute differenze, si tratta di esseri piccoli e indifesi dinanzi alla viltà umana”, ha detto il primo cittadino.
ATTENZIONE: ALCUNE IMMAGINI CONTENUTE IN QUESTO VIDEO POTREBBERO URTARE LA SENSIBILITÀ DI CHI GUARDA
Tutto è partito in realtà dalle denuncia del Francesco Emilio Borrelli, il primo a ripostare sul proprio profilo il video con una una serie di screen con le stories del giovane. Il ragazzo in un primo momento non aveva realizzato la gravità della situazione, e aveva persino commentato: “Devo ringraziare il gattino per tutti i follower che mi sta facendo arrivare”.
L’associazione animalista ha parlato di “orrore e brutalità”
Così il consigliere aveva giocato nello stesso terreno dell’adolescente scrivendo: “Tanti insulti e minacce e nessun pentimento da parte dei protagonisti della vigliaccata sul gatto. Domani vedremo come reagiranno davanti alle forze dell’ordine”. Dopo il consigliere era intervenuto anche l’Ente Nazionale Protezione Animali, che ha affermato di volere denunciare i genitori del ragazzo.
“Orrore e brutalità contro un gattino indifeso“, è stato il commento dell’associazione. “Non possiamo lasciare che una morte così atroce resti impunita. Il gatto è stato maltrattato e ucciso, in modo barbaro e con chissà quanta sofferenza! Innumerevoli studi confermano che violenze così efferate sono sintomo di pericolosità sociale ed è nostro dovere non voltarci dall’altra parte quando succedono fatti così gravi. Arriveremo fino in fondo a questa orribile storia”.
Il gesto è orribile. Ma la legge del taglione non è la risposta
Il gesto, ovviamente, è orribile. Ma l’impegno della collettività deve essere di ragionare con il giovane, di capire il suo disagio e di farlo riflettere sull’accaduto. Facendogli capire perché gesti di questa violenza sono sbagliati.
Colpisce però l’onda di indignazione, che difficilmente accade quando un pestaggio avviene nei confronti di un essere umano. In rete, dove tutto è giocato sul filo dell’emozione che spesso viene strumentalizzata, in particolare dalla politica, si vedono infatti, purtroppo, numerose aggressioni e risse di gruppo. Ma difficilmente si sollevano questo tipo di ondate di sdegno.
C’è bisogno di dialogo e di educazione, non di minacce
Rispondere “occhio per occhio, dente per dente” al grave errore di un giovane non può essere l’educazione. Serve dialogo, e c’è bisogno di una civiltà dell’incontro più dello scontro. Solo così si può cambiare il mondo. Un ragazzino deve capire dove ha sbagliato, e non venire minacciato al punto di non potere più uscire di casa.
Altrimenti il rischio è di degradarsi tutti allo stato animale, dando sfogo ai nostri istinti più bassi. Molto peggio di quel povero gattino indifeso che è la vittima di questa vicenda.
Giovanni Bernardi