Facciamo vera chiarezza sul caso Gloria Polo 7/9

Gloria è morta e risorta?

Gloria è morta e risorta?

Il  teologo Flaviano Patrizi, curatore della versione letteraria della testimonianza di Gloria Polo, risponde a questo interessante quesito: Gloria Polo è morta e poi risorta? La risposta è presente nel suo saggio intitolato “Facciamo vera chiarezza sul caso Gloria Polo”, scritto in risposta all’articolo Il caso “Gloria Polo”e che La Luce di Maria sta pubblicando a puntate. Ricordiamo che il dott. Patrizi procede nel suo saggio commentando porzioni di conclusioni dell’articolo Il caso “Gloria Polo” e, per facilitare la lettura, trascrive prima il brano che via via prende in esame e poi il suo commento.
Per chi volesse leggere la puntata precedente 6/9 clicchi qui.

Brano da commentare

La documentazione medica: non riporta nulla che abbia a che vedere [….] con un passaggio dalla morte alla vita ( Il caso “Gloria Polo” ).

Commento

L’assenza nel documento medico di un qualcosa che «abbia a che vedere [….] con un passaggio dalla morte alla vita» è giustificata dal fatto che in esso sono segnati, per le ragioni precedentemente riportate[1], solo gli interventi chirurgici e i trattamenti eseguiti su Gloria, da quando lei è stata presa in carico dalla Clinica San Pedro Claver e non gli interventi rianimativi eseguiti dal medico internista Nairo Cano, presso l’infermeria dell’Università Nazionale di Bogotà.

Desidero ulteriormente chiarire che non vi sono prove sufficienti né per affermare la morte[2] e la risurrezione di Gloria a seguito della folgorazione, né per negarle. Nel mio libro Illusione o realtà lascio aperta questa questione[3] propendendo, però, per l’ipotesi della “non morte”. Ecco perché considero l’esperienza di Gloria tra le esperienze di premorte[4], cioè quelle particolari esperienze soggettiva che si svolgono alla soglia di quei processi ordinariamente irreversibili che spesso precedono la morte.

Nella testimonianza di Gloria da me curata in lingua italiana[5] e spagnola[6] sotto la supervisione di Gloria stessa, ho creduto più opportuno, però, lasciare intatte le espressioni da lei utilizzate per descrivere la sua esperienza, perché solo esse possono esprimere la sua soggettiva comprensione dei fatti. Ed allora scrissi: «Mentre stavamo saltando una grande pozzanghera d’acqua, fummo raggiunti da un fulmine che ci lasciò entrambi senza vita», oppure, in riferimento alla sua presa di coscienza dell’esperienza extracorporea che stava vivendo, raccontai: «Quando mi soffermai con piú attenzione sul mio corpo carbonizzato, tale vista mi ridestò dall’ubriacatura di gioia e di amore ed esclamai: “Oh cavolo! Sono morta!”». Gloria, dunque, pensa di essere morta e forse ha ragione. D’altronde lo pensa perché lei non ha un altro un modo per comprendere la sua esperienza, e cioè: il vedere il proprio corpo a terra in arresto cardio-respiratorio, il percepirsi non più soggetta alle potenze sensitive del proprio corpo e il credere a torto o a ragione che tale condizione sarebbe stata definitiva[7]. Mi pare quindi che sia più che comprensibile il punto di vista soggettivo di Gloria.

Anche da un punto di vista oggettivo, però, non è scorretto dire che Gloria sia morta, se intendiamo per morte quella “clinica”. Non è forse vero che in medicina lo stato di arresto cardio-respiratorio è detto, anche se impropriamente[8], “morte clinica”? Ebbene, Gloria si è trovata in morte clinica. La folgorazione, infatti, l’ha lasciata in arresto cardio-respiratorio per un tempo che non siamo in grado di quantificare perché 1) Gloria non è stata soccorsa se non dopo due ore dalla folgorazione e in questo lasso di tempo non è stata monitorata, e 2) perché nel danno elettrico da folgore, sebbene la vittima subisce un arresto respiratorio acuto per interessamento del centro bulbare, danni al sistema autonomino e asistolia[9] a causa della «forza» della scarica elettrica, spesso l’automatismo cardiaco si ripristina spontaneamente con ritmo perfusivo. Lo spasmo dei muscoli respiratori, però, può impedire la respirazione, per cui i polmoni hanno bisogno di ventilazione assistita per evitare l’ipossia e un secondario arresto cardiaco per fibrillazione ventricolare (FV). Con certezza, allora, sappiamo solo che Gloria, quando fu soccorsa, due ore dopo l’incidente, dal medico internista Nairo Cano, era in arresto cardio-respiratorio. E sempre con certezza sappiano che Gloria vi è rimasta dai tre ai cinque minuti prima che il medico riuscisse a rianimarla[10]. Per cui è giusto che Gloria dica: «Sono morta», se teniamo conto che il morire dal punto di vista biologico è un processo evolutivo[11] che entro certi limiti di tempo è, però, reversibile.

Continua […]

Link consigliati

Flaviano Patrizi: https://www.gloriapolo.it/89-2/
– Gloria Polo: https://www.gloriapolo.it

 

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Note

[1] Si veda il commento al punto 5 “Che valore ha la documentazione medica pubblicata di Gloria?”.

[2] Qui per morte si intende ciò che afferma la legge italiana, e cioè: «la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo» (L.578/1993, Art.1). Per approfondimento: Flaviano Patrizi, Illusione o realtà, cit., pp. 6-24.

[3] Cfr. Flaviano Patrizi, Illusione o realtà, cit., nota 2, p. 10.

[4] Ivi, pp. 25-45.

[5] Flaviano Patrizi (a cura di), Sono stata alle porte del Cielo e dell’Inferno, cit..

[6] Flaviano Patrizi (edición de), Estuve a las puertas del cielo y del infierno. Nuevo Testimonio de la Dra. Gloria Polo, Himmel associazione, 2011”

[7] Quanto scrivo si applica  solo alla sua prima esperienza. Nella seconda, iniziata a seguito dell’arresto cardiaco sopraggiunto durante l’operazione chirurgica, Gloria aveva la consapevolezza che la transitorietà o definitività sua esperienza nell’aldilà era subordinata alla vita o alla morte del suo corpo.

[8] Dico impropriamente perché: «Il parlare di morte clinica, morte biologica, morte cardiaca, morte encefalica, morte tronco-encefalica, morte corticale potrebbe generare notevole confusione e disorientamento: è come se esistessero molte morti e modi diversi di morire. Al contrario, va affermato che il momento della morte è uno solo ed è segnato, come già detto, dalla perdita totale ed irreversibile dell’unitarietà funzionale dell’organismo» (Comitato Nazionale Per La Bioetica, Definizione ed accertamento della morte nell’uomo, Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per l’informazione e l’editoria, Roma, 1991).

[9] Ritmo di arresto cardiaco non defibrillabile che indica l’assenza della sistole cardiaca con conseguente blocco della circolazione sanguigna. Si associa all’assenza di un’attività elettrica identificabile all’elettrocardiogramma (ECG, «linea piatta» o «onda isolelettrica»).

[10] Cfr. video intervista rilasciata da Nairo Cano alla giornalista Gloria Lozano: “El pelo sagrado de la belleza”, cit., al minuto 20:13. Oppure in lingua italiana: Flaviano Patrizi (a cura di), Documentario, cit., al minuto 00:40.

[11] Per un approfondimento della tematica: Flaviano Patrizi, Illusione o realtà, cit., pp. 18-22.

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