Susanna: Cosa spinge una militante di sinistra ad entrare in convento

La storia di Susanna ricorda quella di molte altre persone che sono dovute passare da un percorso di sofferenza, peccato e redenzione prima di approdare alla vita religiosa ed alla verità di Cristo. Questa donna, nata in Germania, nei pressi della Foresta Nera, è cresciuta in una famiglia luterana ed ha da subito sviluppato una passione irrefrenabile per la musica. Per tutta l’adolescenza ha sognato di intraprendere una carriera musicale, ma i genitori le hanno fatto cambiare idea instradandola verso un lavoro che avesse maggiori certezze economiche, così, dopo la maturità scientifica, Susanna ha cominciato a studiare le lingue antiche.

A quel tempo la Germania era ancora divisa dal muro di Berlino e lei, innamorata di un ragazzo che viveva nella Berlino Est, divenne sin dai primi giorni di università un’attivista politica. La storia con questo ragazzo non andò a buon fine, troppe le difficoltà nonostante l’amore che li legava (si riuscivano a vedere al massimo due volte l’anno), così lui si è fidanzato con un’altra ragazza e l’ha sposata. Anche Susanna decise di voltare pagina ma la sua nuova storia d’amore è culminata con una tragedia: “Un’altra storia d’amore finiva con la morte del ragazzo al volante della sua macchina. Io mi trovavo accanto a lui e uscivo, solo con le costole rotte, dal finestrino. Questa morte era per me una cosa inconcepibile e incomprensibile, assurda. Essendo sempre stata portata al lavoro intenso della mente, da allora non riuscivo più a trovare pace ed infatti cominciai a scivolare sulla strada sbagliata. Periodo del movimento studentesco, studio accanito; subito dopo la morte del ragazzo anche pensiero del suicidio”.

La depressione di Susanna divenne ancora più acuta nel ’73, quando il padre malato di cancro è morto. Decisa a riprendersi la sua vita, la ragazza tedesca si è trasferita a Pisa per un dottorato di un anno, ma dalla Toscana la ragazza non ha fatto più ritorno in patria. La vita in Italia era troppo appagante, non solo poteva approfondire i propri studi, ma aveva trovato un gruppo di amici che condividevano le sue stesse idee politiche progressiste. In questo contesto idealistico di rivoluzione sociale, Susanna ha trovato anche l’amore, un ragazzo che faceva politica che dopo un anno di frequentazione ha sposato. Proprio il rapporto stretto con la politica le ha mostrato quanto irreali fossero le sue convinzioni: “Ma poi tutto è crollato.. Mi trovai una idealista ingannata da chi sfruttava e poi si tirava indietro; diceva e poi non faceva! Molti finivano in carcere o nella droga. Di altri ci si accorgeva che erano ricchi e proprietari e facevano i loro interessi. Quanta ipocrisia in questi movimenti politici!”.

Furono anni difficili per Susanna, la ragazza ha cominciato a dubitare delle sue convinzioni e di tutto il mondo che aveva creato attorno a se. Il primo risultato è stato il divorzio, quindi un periodo di profonda depressione nel quale cominciò a diffidare e provare odio per tutte le persone. Il colpo di grazia è stata la morte della madre (morta di cancro come il padre) nel 1985. La crisi spirituale era al culmine e lei non riusciva a trovare conforto nella fede luterana dei genitori, poiché secondo il luteranesimo il sacerdote non fa da confessore e le azioni in vita ti qualificano senza possibilità di redenzione. Questo è il periodo in cui si avvicina alla religione cattolica, qui trova un sacerdote disposto ad ascoltarla e dopo un periodo di formazione si decide a prendere la prima comunione e la cresima.

La conversione ha portato una gioia immensa nel cuore di Susanna, la donna in questo periodo si sente colma di fede ed in perfetta sintonia con Dio. Questo senso di rinascita e di pace interiore fecero capire alla ormai donna (all’epoca aveva 36 anni) che l’obbiettivo della sua vita non era quello perseguito in gioventù, ma era ben diverso. La certezza di questa vocazione avvenne a Medjugorje: “In settembre andai la prima volta con un gruppo a Medjugorje, perché credevo fermamente di trovare la Madonna là. Mi mancava ancora Maria. I protestanti non hanno attenzione, se si può dire così, particolare alla Madonna, e tanto meno all’Immacolata Concezione e alla Maternità Divina. Quel primo soggiorno restò indimenticabile come quelli successivi”.

Di ritorno dal primo viaggio nel paesino bosniaco la donna comprese che la sua strada era quella del convento e da quel momento non ha mai più abbandonato la fede: “Compresi anche la mia missione come cristiana e il compito dell’intercessione per la salvezza dalle anime e della mia anima. Tornai poi molte volte da sola, dormendo presso una famiglia a Bijacovici. Ogni volta la Madonna mi dava risposta a domande importanti per le mie scelte di vita. Così di volta in volta si confermava l’invito alla consacrazione”.

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