Coronavirus: le suore producono mascherine. Come richiederle in tutta Italia

Coronavirus: in questi giorni moltissimi conventi e monasteri si sono adoperati per aiutare con lavori concreti, riconvertendo i propri laboratori di tessitura.

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Molte suore in Italia si sono attivate per produrre mascherine – sourceweb

Si sentono appelli continui da tutta Italia che denunciano una tragica mancanza di mascherine. Strumento spesso vitale per infermieri e medici che grazie ad esse evitando di diffondere il virus all’interno delle strutture ospedaliere in cui operano. Così, animate da buonsenso e carità cristiana, una dietro l’altra sono numerose le comunità di religiose che hanno cominciato a produrre mascherine.

Coronavirus: dove acquistare le mascherine prodotte dalle suore

Il sito aleteia ha pubblicato una lista di luoghi specifici in cui poter acquistare o procurarsi le tanto ricercate mascherine, terminate in tutta Italia. Ad Alessandria, per esempio, in una regione fortemente colpita dal virus, tutti i giorni le suore dell’istituto “Angelo Custode” di via Galvani donano le mascherine a chi ne avesse bisogno. Lo fanno in tre diversi momenti della giornata: alle 9, alle 14 e alle 17.

Le suore infatti hanno pensato semplicemente al bisogno dei loro concittadini senza chiedere in alcun modo che venisse messo in risalto questo atto di solidarietà e di amore disinteressato per il prossimo. Ma il lavoro che portano avanti è a ritmo serrata, ogni giorno con le loro mani realizzano sulle 150 mascherine. Che poi lasciano all’interno di un cesto situato nel vano “tra la porta a verti e il portone di legno”.

Un’opera del tutto gratuita

I cittadini che lo desiderano possono recarsi lì e prelevarle in maniera del tutto gratuita. Facendo fiducia sul buon senso di ciascuna, che se ne appropria secondo le proprie necessità. Anzi, a dirla tutta c’è un gesto che viene questo in cambio. Piccolo, ma molto significativo. Si tratta di una preghiera.

Ad Ascoli Piceno invece, la produzione che in poco tempo sono riuscite a mettere in piedi le Suore Oblate assomiglia quasi a quella di un’industria. Grazie al coinvolgimento di donne che versano in situazioni per varie ragioni di disagio, il progetto “Laboratorio di frontiera” ha preso vita e ora produce uno dietro l’altro capi tessili. Grazie anche all’apporto della ondazione Cassa di Risparmio di Ascoli e dell’Associazione Superfac di Spinetoli.

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Le suore di Ascoli Piceno

Le Suore Oblate di Ascoli Piceno hanno coinvolto anche dodici sarte del territorio che si sono rese disponibili. Senza chiedere nulla in cambio, facendo anche da guida per le altre. Un’iniziativa che ha scaldato il cuore dei concittadini ascolani e li ha resi orgogliosi delle proprie suore, che per l’iniziativa hanno anche coniato un motto: “Un bene contagioso. La solidarietà non resta a casa!”. Per avere informazioni si possono contattare al numero 0736/41573 o alla mail info@laboratoriodifrontiera.it.

Se ci si sposta soltanto di pochi chilometri si arriva a San Severino Marche, in provincia di Macerata. Qui si trovano le Sorelle missionarie dell’amore di Cristo, che vivono nella cittadina marchigiana all’interno del santuario della Madonna dei Lumi. Santuario che in questi giorni si è prestato in pieno alla causa delle mascherine.

Coronavirus: tra rosari e mascherine

Infatti, nello stesso luogo in cui quotidianamente recitano il rosario, oltre a divulgarlo alle ore 17 grazie all’ausilio di una serie di potenti altoparlanti, hanno cominciato a prestare il loro servizio. Cucendo – tra un’orazione e l’altra – le tanto ricercate mascherine. In cotone bianco, lavabili e quindi anche riutilizzabili.  Come fare per averle? Basta una semplice offerta. E si possono prenotare al numero 0733 638810, negli orari che vanno dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 16.

Scendendo più a sud di giunge nella Diocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli. Qui don Raimondo Di Rienzo, assistente diocesano del Servizio Pastorale della salute, vista la carenza delle mascherine ha deciso di rivolgersi direttamente alle suore presenti nei vari monasteri diocesani, chiamando all’azione.

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Sono bastati due giorni

Sono bastati a malapena due giorni per mettere in piedi un aiuto concreto, armate di buona volontà e di macchine da cucire, realizzando 200 mascherine in tela. Un impegno che potrà continuare a servizio dei napoletani e di tutti.

Per richiederle si può chiamare alla sede diocesana di Sorrento al numero 081.878.12.44, nei giorni di apertura degli uffici che sono il givedì dalle 16:30 alle 18:30 e il venerdì dalle 09:30alle 12:30. Oppure nella sede di Castellammare di Stabia al numero 081.871.45.01, nei giorni di lunedì mercoledì e giovedì ore 09:30 – 12:30. La mail a cui inviare eventuali richieste è diocesisorrentocastellammare@pec.it.

La Casa Rut a Caserta

Arrivando a Caserta invece le le ragazze di “Casa Rut”, una casa in cui vivono ragazze strappate alla strada e allo sfruttamento sessuale dalle suore Orsoline, guidate da suor Rita Giaretta. Lì le ragazza, insieme alle religiose, hanno cominciato da qualche giorno a realizzare mascherine impermeabili, lavabili e riutilizzabili. Per un numero pari a 400 al giorno, grazie all’aiuto anche del Consorzio “San Leucio Silk”, uno storico marchio cittadini noto per la sua produzione della seta.

Tra una preghiera e una mascherina, così proseguono le giornate nel laboratorio NewHope, un centro di sartoria etnica nato nel 2004 all’interno di alcuni locali della Diocesi, con l’obiettivo di dare una formazione professionale e anche un’occupazione retribuita alle donne della comunità. I numeri per richiedere informazioni sono 0823 458465 o 0823 1455621, mentre si può scrivere alle mail coopnewhope@gmail.com e storenewhope@gmail.com.

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(AP Photo/Ahn Young-joon)

Coronavirus: l’aiuto del Comune

Lo stesso per le suore Oblate di Avellino e le suore Benedettine di Mercogliano. Queste hanno già prodotto centinaia di mascherine e continuano a distribuirle a chi ne ha bisogno nella diocesi. Per richiederle si possono contattare allo 0825.74595 – 94 o alla mail diocesi@diocesi.avellino.it.

A Gizzeria, in provincia di Catanzaro, è l’amministrazione comunale che si è messa in gioco acquistando il tessuto Tnt, idoneo a realizzare quelle fai da te. Una produzione che ora poggia sulle suore delle due parrocchie presenti nel paese, dell’Immacolata della Medaglia Miracolosa e di San Giovanni Battista. Per richiederle basta rivolgersi alle stesse parrocchie, e sarà possibile fare una donazione al Comune che si impegnerà a devolverlo alle suore.

Il cuore delle suore sarde

Anche in Sardegna, le suore oblate di Gonnesa hanno cominciato a produrre mascherine per proteggersi dal Coronavirus per gli ospedali del territorio, il Cto di Iglesias e il Sirai di Carbonia. Che si possono richiedere al numero 0781 45013 o alla mail suoreoblate.gonnesa@tiscali.it. Sempre in Sardegna, nella diocesi di Ales-Terralba, sono diverse le comunità di suore che si sono rimboccate le maniche.

Sono le “Minime del Sacro Cuore” di Villacidro, la “Congregazione del “Cenacolo Cuore immacolato e addolorato di Maria” a San Gavino Monreale, le “Sorelle della Misericordia” di Terralba e le “Figlie di Maria Ausiliatrice” di Guspini. Si possono avere informazioni al numero 0783 91974 o anche direttamente sulle loro pagine facebook.

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Le suore di Avellino hanno cominciato a produrre mascherine – sourceweb

Un cuore grande che testimonia come la carità cristiana, che non ha limiti, si esprime anche con gesti piccoli ma ben concreti, nel momento della difficoltà.

Giovanni Bernardi

Fonte: it.aleteia.org

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