Suor Thea Bowman, la religiosa che anticipò il grido “Black Lives Matters”

La religiosa Thea Bowman nell’ormai lontano 1989 fu la prima donna afro-americana a parlare a un’assemblea dei vescovi degli Stati Uniti. Oggi è in corso la sua causa di beatificazione.

La religiosa Thea Bowman – sourceweb

Fu la prima donna cioè nel Paese a proclamare in pubblico il tema al centro delle proteste di questi giorni, al grido di Black Lives Matters. La piaga delle violenze razziali è riemersa con brutalità in queste settimane, dopo l’uccisione di George Floyd.

Suor Thea, la religiosa che anticipò la questione razziale di oggi

Dietro la violenza, però, è necessario capire come stiano veramente le cose. Thea Bowman rappresenta una pagina importante della storia della Chiesa americana, che nella sua vita ha incarnato esattamente quei valori oggi gridati con rabbia dalle piazze.

Thea nacque nello Stato del Mississippi, dove la questione razziale era fortemente diffusa. Fu la prima donna nera ad essere ammessa tra le Suore Francescane dell’Adorazione Perpetua. La congregazione infatti, prima di lei, è sempre stata “rigorosamente bianca”, ricorda il magazine Mondo e Missione.

Le proteste scaturite negli Stati Uniti dalla morte dell’afroamericano George Floyd – sourceweb

La lotta alle discriminazioni promossa da suor Thea

Thea promosse così la lotta alle discriminazioni razziali, nel suo ruolo di educatrice, all’interno delle scuole e anche nelle Chiese. In poco tempo divenne uno dei volti di maggiore spicco della comunità cattolica afro-americana.

Il discorso che tenne all’Assemblea della Conferenza episcopale degli Stati Uniti fu sotto molti aspetti storico. Molti lo paragonarono nientemeno che al celebre “I have a dream” di Martin Luther King. 

Lo storico discorso della religiosa

I quel discorso suo Thea affermò che gli Stati Uniti sono parte della storia del popolo africano. “Siamo qui in questa terra e questa è la nostra terra. È parte anche della nostra storia”, disse. “La nostra gente, gente nera, ha aiutato a costruire questa nazione nei campi di cotone, di grano e di fagioli e altre verdure, con i mattoni e con la malta. Hanno spianato la strada e cucinato il cibo che coltivavano.

Thea Bowman
Lo storico discorso di suor Thea Bowman – sourceweb

Hanno pulito e costruito chiese – anche chiese cattoliche. Hanno costruito strade, ponti e monumenti nazionali. Persone con la pelle nera hanno difeso questo Paese come soldati e marinai. Hanno insegnato, modellato e fatto crescere i bambini e non sto parlando solo dei bambini con la pelle nera”.

La sofferenza dei neri negli Stati Uniti che prosegue

Ma nonostante tutto ciò, la donna ha ricordato che in quegli anni ancora le cose non andavano molto bene per la comunità nera. Come purtroppo accade ancora oggi. “Nonostante il movimento per i diritti civili negli anni Sessanta, le conquiste socio-educative degli anni Settanta, i neri in questi nostri anni Ottanta stanno ancora combattendo – ancora ‘con le unghie e con gli artigli’ come dicevano ai vecchi tempi – stanno ancora cercando di trovare casa in patria e una casa anche nella Chiesa“.

Thea posò lo sguardo sul fatto che ancora molti “lottano per ottenere pari opportunità”. E che “un numero sproporzionato di persone nere sono povere, private di tutto, discriminate; prive di un’opportunità di crescita fisica, intellettuale e spirituale. Non c’è bisogno che ve lo dica, ma vi ricordo che più di un terzo dei neri negli Stati Uniti vive in condizioni di povertà, quel genere di povertà dove manca addirittura ciò che è una necessità primaria”.

Thea Bowman
Suor Thea Bowman – sourceweb

La domanda di suor Thea: cosa significa essere neri e cattolici?

Anziani “che hanno lavorato duramente per tutta la vita e non hanno abbastanza denaro per un pasto decente, per un tetto o per l’assistenza medica”. Oppure “bambini che non potranno mai avere uguali opportunità perché la povertà li ha condannati a quozienti bassi alla nascita, ritardi e disparità di educazione”.

Per questo, nel suo discorso, la religiosa passo alla domanda che resterà impressa nella mente e nel cuore di molti: che cosa significa essere neri e cattolici? “Significa che vengo alla mia Chiesa come un suo membro pienamente operativo“, rispose.

Una spiritualità “che sgorga da una fede radicata nel Signore”

“Porto me stessa, la mia identità nera, tutto ciò che sono, tutto quello che ho, tutto ciò che spero di diventare. Porto la mia storia intera, le mie tradizioni, la mia esperienza, la mia cultura, le mie canzoni e le mie danze afro-americane, insieme ai gesti, ai movimenti, agli insegnamenti, alla predicazione, alla forza risanatrice, alla responsabilità – come doni per la Chiesa.

Thea Bowman
Suor Thea Bowman con una consorella delle Suore Francescane dell’Adorazione Perpetua – sourceweb

Porto una spiritualità che i nostri vescovi afro-americani ci hanno detto essere contemplativa, biblica e olistica; che porta alla religione un’unità di mente e immaginazione, di memoria, di sentimento e passione, di emozione e intensità. Una fede che è incarnata nella lode, una spiritualità che sa come trovare gioia anche in tempo di dolore, che sgorga da una fede radicata nel Signore.

La spiritualità dell’Africa secondo suor Thea

Una spiritualità della gente comune, che prova a camminare, parlare, lavorare, pregare e giocare tutto insieme. Anche quando siamo occupati, vogliamo comunque trovare Lui, vogliamo raggiungerLo e toccarLo. Una spiritualità che anche nel mezzo delle vostre Messe o delle vostre prediche avverte solo il bisogno di urlare Amen, Alleluja, Grazie Gesù!

L’anno dopo, la religiosa morì per un tumore. Due anni fa è iniziata, infine, la sua causa di beatificazione. Chiediamo perciò l’intercessione di Suor Thea, affinché nelle strade americane fossano finalmente fiorire pace, giustizia e concordia, nel nome dell’amore del Signore che infinitamente dona a tutti i suoi figli.

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Suor Thea Bowman – sourceweb

“Siamo chiamati a camminare insieme verso la Terra promessa”

“Oggi siamo chiamati a camminare insieme in un modo nuovo verso la Terra promessa e a celebrare chi siamo e di chi non siamo”, concluse il suo discorso la religiosa. “Se noi, come Chiesa, cammineremo insieme… Non lasciate che nessuno ci divida.

Se c’è una cosa che la gente nera può insegnarvi è questa: non lasciate che qualcuno vi divida; lo sapete come funziona, mettiamo i laici di qua e i preti di là, i vescovi in una stanza e il clero nell’altra, le donne di qua e gli uomini di là.

“Se resistiamo insieme nel nome di Gesù, alla fine vinceremo”

La Chiesa ci insegna che è una famiglia di famiglie e le famiglie stanno insieme. E lo sappiamo che se stiamo insieme, fratelli, se camminiamo e parliamo e lavoriamo e giochiamo e resistiamo insieme nel nome di Gesù, saremo ciò che diciamo di essere: davvero cattolici. E alla fine vinceremo (We shall overcome).

Gesu ha vinto il mondo

Vinceremo la povertà, vinceremo la solitudine, vinceremo l’alienazione e costruiremo insieme la Città santa, la nuova Gerusalemme, una città sul monte dove tutti sapranno che viviamo qui perché ci amiamo gli uni gli altri.

Giovanni Bernardi

fonte: mondo e missione

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