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Che succede a Pentecoste, come agisce lo Spirito Santo in noi

 

La solennità di Pentecoste chiude il lungo periodo del tempo pasquale. Son trascorse sette settimane, ossia 50 giorni dopo la Pasqua. Pentecoste vuol proprio dire cinquantesimo giorno.

Per gli antichi cinquanta era il numero della pienezza di un tempo. E’ giunto a compimento il tempo del Gesù terreno e delle sue apparizioni e si apre un nuovo tempo: il tempo dell’uomo, della chiesa e dello spirito.

Pasqua è la resurrezione di Gesù, Pentecoste l’effusione dello spirito. Gesù dopo la Pasqua, nel giorno dell’Ascensione, se ne va al cielo, ma a Pentecoste ritorna sotto un’altra forma: lo Spirito.

 

La Pentecoste celebra, appunto, il dono dello Spirito, “che è Signore e dà la vita” e ci conduce a soffermarci sul ruolo dello Spirito nella Chiesa. Inizia, infatti, con la Pentecoste il faticoso tempo della Chiesa.

 

L’evento celebrato dalla festa di Pentecoste – una delle maggiori dell’anno liturgico – non è, come al solito, raccontato dal vangelo, ma dalla prima lettura dagli Atti degli Apostoli (Atti 2,1-11), in cui si narra l’avvenimento fisico della Pentecoste. Invece il vangelo della messa del giorno mette in evidenza che il dono dello Spirito Santo era stato preannunciato, e ne delinea alcuni caratteri.
Lo Spirito Santo è certamente il frutto più bello della Pasqua di morte e risurrezione di Gesù: Egli Lo alita sui discepoli (Gv 20,22-23). È lo Spirito del perdono dei peccati e lo Spirito della missione universale. Anzi è il protagonista della missione affidata da Gesù agli apostoli e ai loro successori. La discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli e la Vergine Maria, riuniti nel Cenacolo, apre le porte alla missionarietà della Chiesa e alla testimonianza della fede cristiana in tutto il mondo. Il dono dello Spirito, infatti, rende coraggiosi e zelanti i pavidi apostoli che ancora avevano paura di affrontare il mondo nel nome di Gesù, Crocifisso, Risorto e asceso al cielo.

 

Il brano del Vangelo di Giovanni ci riporta a questi contenuti essenziali della Solennità della Pentecoste. “Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera …”

 

Lo Spirito Santo continua a essere per molti cristiani il grande sconosciuto. E, invece, è proprio Lui che ci dona la forza per vivere cristianamente il e con audacia il nostro battesimo. Il popolo cristiano ha – per così dire – una certa familiarità con le due prime persone della Trinità, il Padre e il Figlio; meno con la terza: lo Spirito Santo. Al contrario la sua azione, pur essendo misteriosa e interiore, non per questo è meno reale e necessaria. Il mistero di Gesù Cristo non può compiersi nella chiesa e in nessuno di noi, se non nello Spirito…

 

Chi è dunque questo Spirito Santo? Lo Spirito non è nient’altro il modo con cui Dio abita in noi. Se chiediamo alle persone cos’è lo Spirito Santo, la maggior parte non sa che cosa rispondere. E se non sa rispondere è perché non Lo conosce, non ne ha esperienza, non Lo ha mai vissuto.

La festa di Pentecoste esprime la verità che Dio abita dentro di noi.

Dio non è più presente fisicamente in mezzo a noi; Dio è presente con il suo Spirito. Dunque lo Spirito Santo non è un dono di Dio, ma Dio che si fa dono: da lui nasce il popolo nuovo. Grazie allo Spirito, Dio si fa vicino, rimane in noi e ci dà la Vita.

Cari Amici, diceva Paolo VI: “La Pentecoste è una festa che non finisce mai, dura ancora, durerà sempre… Come se un grande fuoco fosse stato acceso. Come un’esplosione di grida e di gioia. Mai una festa fu così inebriante, così esaltante”.

 

Lo Spirito è Signore e dà la vita: lo Spirito ci guidi, ci illumini, ci sostenga, e ci doni pazienza – benevolenza – bontà – fedeltà – mitezza – dominio di sé.

 

Preghiamo secondo l’ispirazione di questa stupenda preghiera di Paolo VI:
Spirito, Spirito Santo,
Tu sei l’animatore e il santificatore della Chiesa,
suo respiro divino, il vento delle sue vele,
suo principio unificatore,

sua sorgente interiore di luce e di forza,
suo sostegno e suo consolatore,
sua sorgente di carismi e di canti,
sua pace e suo gaudio,
suo pegno e preludio di vita beata ed eterna.

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