Solennità di Cristo Re, fortemente voluta dai prelati e fedeli

In questa domenica, l’ultima dell’anno liturgico corrente, celebriamo la solennità di Cristo Re dell’Universo e ci poniamo nel giusto atteggiamento, per accogliere il periodo di Avvento.

Cristo Re
Cristo Re – photo web source

La prossima domenica, la prima d’Avvento, infatti, ci introdurrà nel nuovo anno liturgico, che durerà fino alla prossima celebrazione di Cristo Re 2021, quindi la 34° domenica del Tempo Ordinario.

La conclusione dell’anno liturgico

Secondo il calendario liturgico, il Tempo Ordinario termina nel giorno precedente la prima domenica d’Avvento, ovvero quest’anno sabato 28 novembre. È un periodo che va dal lunedì dopo la domenica del Battesimo del Signore (in Gennaio, che conclude il Tempo di Natale), sino all’inizio della Quaresima (il Mercoledì delle Ceneri). Segue, poi ancora, dal giorno successivo alla Pentecoste (che conclude, dopo 50 giorni, il Tempo di Pasqua).

Il tempo rimanente è definito Tempo Forte. Comprende l’attesa del Natale (Avvento) e della Pasqua (Quaresima) e le settimane subito successive, colme di forti avvenimenti. L’anno liturgico dei cristiani -ricordiamolo, come quello civile, è costituito da 52 settimane. In esse, due gruppi di eventi differenti si intersecano e, a volte, di soprappongono. Sono gli eventi del Temporale (ossia l’Avvento, il Natale, la Quaresima, la Pasqua e le 34 domeniche del Tempo Ordinario) e gli eventi del Santorale (ossia quelli riguardanti le celebrazioni dei Santi.

La devozione a Cristo Re divenne culto nel secolo scorso

Papa Leone XIII, su richiesta del Gesuita Sanna Solaro e di 49 Vescovi, nel lontano 1899, accolse la prima petizione, riguardante la richiesta di rendere ufficiale e universale la festività e devozione di Cristo Re. Gli appelli, sempre più incalzanti di prelati e fedeli, si compirono nel 1923, uando si chiese esplicitamente: “Per riparare gli oltraggi fatti a Gesù Cristo dall’ateismo ufficiale, la Santa Chiesa si degni stabilire una festa liturgica che, sotto un titolo da essa definito, proclami solennemente i sovrani diritti della persona regale di Gesù Cristo. Che vive nell’Eucaristia e regna, col suo Sacro Cuore, nella società”.

A domandarlo, per la precisione, sono stati 200 Ordini e Congregazioni religiose, 12 Università cattoliche. E centinaia di migliaia di fedeli, sparsi per il mondo. Il Papa, Pio XI, pubblicò dunque un’enciclica, la “Quas Primas”. Era l’11 Dicembre del 1925 e si decise: “E perché più abbondanti siano i desiderati frutti e durino più stabilmente nella società umana, è necessario che venga divulgata la cognizione della regale dignità di nostro Signore quanto più è possibile. Al quale scopo ci sembra che nessun’altra cosa possa maggiormente giovare, quanto l’istituzione di una festa particolare e propria di Cristo Re”.

Così Cristo, nostro Salvatore, venne proclamato il Signore della storia e del tempo. Secondo una ricorrenza che assume un significato importantissimo. E non solo per i cattolici, ma anche per una parte degli  ortodossi, quella cosiddetta “occidentale” e per i protestanti.

Antonella Sanicanti

 

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