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Stop aborto: approvato il provvedimento a favore della vita

Nel mezzo di un’epoca storica in cui la vita è sempre più attaccata, in modo particolare con l’aborto, c’è ancora chi si oppone a questa triste deriva. 

Il governatore del South-Carolina Henry McMaster – photo web source

Si tratta del caso della legge sull’aborto appena approvata in Carolina del Sud, negli Stati Uniti. Le legge è stata battezzata South Carolina Fetal Heartbeat and Protection from Abortion Act, ed è stata firmata dal governatore repubblicano Henry McMaster.

Il provvedimento a favore della vita è approvato

Il provvedimento, fortemente a difesa della vita e accolto con grande entusiasmo da chi ha a cuore questo dramma umano, limita in maniera ancor più restrittiva le possibilità per le cittadine dello Stato di ricorrere all’interruzione di gravidanza.

La legge era stata approvata in Senato il provvedimento il 28 gennaio scorso, dopo anni di tentativi falliti: “È il più grande disegno di legge pro-vita che questo Stato abbia mai approvato”, ha affermato il repubblicano David Hiott poco dopo il voto.

L’aborto sarà vietato dopo le sei settimane

In sostanza, dopo questa legge l’aborto sarà vietato oltre le sei settimane dal concepimento. Di conseguenza, i medici che violeranno queste disposizioni rischiano fino a due anni di carcere e 10mila dollari di multa. 

Un segnale quindi di forte speranza, lo stesso sentimento che il governatore non ha mancato di esprimere a tutti attraverso il suo canale Twitter. “Diventeremo lo Stato più pro-life del Paese“, aveva infatti scritto pochi giorni prima il governatore Henry McMaster.

C’è ancora speranza per chi ha a cuore la vita

Insomma, nonostante il cambio al governo avvenuto negli scorsi mesi con l’insediamento del nuovo presidente Joe Biden, la cultura politica che difende la vita e che combatte le derive anti-umane è ancora viva, in modo particolare nei singoli Stati del Paese.

Tuttavia, come inevitabile si sono fatte avanti le prime proteste da parte dei gruppi pro-aborto e “pro-choice”. La critica sarebbe rivolta al fatto che il periodo indicato dal governatore potrebbe essere troppo breve. Secondo chi avversa il provvedimento, dopo sei settimane si può essere anche ancora non consapevoli della propria gravidanza.

Cosa prevede il provvedimento e cosa rischiano i medici

Ma la tempistica è stata decisa per la semplice ragione che in quelle stesse settimane si inizia già a rilevare il primo battito cardiaco del feto. Infatti la legge individua proprio nel battito del cuore il discrimine principale.

I medici sono quindi chiamati a eseguire delle ecografie per verificare l’esistenza del battito cardiaco. Nel caso in cui questo venga individuato, a quel punto è evidente che si tratta di una vita già evidentemente e oggettivamente riconoscibile.

photo web source

Nel caso in cui i medici rilevino il battito del cuore, a quel punto la legge afferma che l’aborto può essere eseguito solo se la gravidanza è stata causata da stupro o incesto o se la vita della madre è in pericolo.

LEGGI ANCHE: Aborto: c’è chi dice NO alla Ru486 e si schiera dalla parte della vita

Un esempio per i politici italiani ed europei

Mentre al contrario, nel caso in cui ci si trova dinnanzi a un aborto di tipo illegale, la punizione non verrebbe inflitta alla madre ma al medico o alla persona che si rende disponibile a praticarlo, macchiandosi in questo modo di un crimine.

Questo potrebbe infatti essere condannato fino a due anni di reclusione e multata di diecimila dollari se ritenuta colpevole. La pena varrà infatti per tutti quei medici che non rispetteranno i nuovi limiti imposti dalla legge. Un esempio sicuramente da prendere in considerazione anche per tutti le persone e i politici che in Italia e in Europa hanno a cuore la difesa della vita umana. Nonostante la deriva culturale e umana a cui si assiste ogni giorno, c’è ancora di cui sperare.

Giovanni Bernardi

Giovanni Bernardi

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Giovanni Bernardi

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