Sono i più che soffrono in questo momento | Ecco la preghiera da recitare per loro

Sembra che l’umanità intera non riesca a trovare una soluzione a questo problema che si protrae da due anni a questa parte. Le conseguenze, psicologiche e non solo, sono evidenti. E a soffrirne di più sono soprattutto i bambini.

A causa della pandemia, a loro è limitato lo stare insieme per giocare, e a scuola la situazione non è delle migliori.

bambini alla finestra
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La sofferenza dei bambini

Sono loro, insieme agli anziani, ad aver sofferto la lontananza, il distanziamento a causa della pandemia. I più piccoli, i più indifesi e i più fragili. Ai bambini, possiamo dire, che sono stati tolti quasi due anni di vita, di gioco e dello stare a scuola insieme e in modo spensierato.

La pandemia ha provocato anche questo: il distacco e lo stare chiusi in casa. E sappiamo bene che, se per gli adulti è difficile, per i bambini lo è ancora di più. I lockdown che abbiamo vissuto li hanno isolati anche dai loro amici più cari e, ad esempio, vederli far lezione, cercare di imparare dietro lo schermo di un computer, non è stato per niente piacevole.

Ma non solo i bambini: anche gli adolescenti hanno sofferto. Per loro, in una fase di crescita e di vita così importante, vedere troncati o, comunque, limitati ad un computer o ad un cellulare, tutte le loro amicizie, le loro esperienze e gli incontri, ha comunque causato dei problemi.

Dopo due anni, però, apparentemente, la situazione sembra un pochino migliorata. La scuola è tornata in presenza sì, ma le difficoltà non sono diminuite. I distanziamenti ci sono, le mascherine anche che limitano anche il dialogo fra i bambini. E poi “la positività”: sappiamo bene, dalle regole emanate, che nelle classi (a seconda del diverso grado di istruzione) ne basta uno/due/tre…per tornare a rivivere l’incubo del ritrovarsi dietro ad uno schermo.

La loro vita stravolta

E a farne le spese sono sempre loro: i più piccoli. Dall’altro lato, genitori, insegnanti, educatori cercano di fare il più possibile per rendere “vivibile”, per loro e per i ragazzi e bambini, questo momento, per farli sentire uniti, sempre insieme nonostante “qualche mascherina che li divide”. Ma non è sempre facile.

La stessa cosa accade nelle parrocchie. Anche lì le attività di catechismo, di formazione permanente, di oratorio sono limitate dalla pandemia. E ancora una volta, a pagarne le spese, sono i più piccoli.

Cosa fare? Dio non ci lascia da soli. Anche Papa Francesco, nella sua preghiera in una piazza San Pietro deserta, nel marzo del 2020, aveva chiesto a Dio: “Non lasciarci da soli in questa barca in tempesta”. E Lui non l’ha fatto. È sempre con noi, accanto a noi. Ci aiuta, ci sostiene, ci dà la forza di andare avanti.

E con noi c’è anche Maria che, come una mamma, ci segue e ci protegge. E lo fa anche e soprattutto con i più piccoli. Per questo, è bene pregare insieme a loro, accompagnarli in questo momento così complesso, e affidarli proprio a Maria e a Giuseppe.

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la sacra famiglia
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Le mamme e i papà affidano i loro figli a Maria e Giuseppe

La Sacra Famiglia sia un esempio di unità indissolubile per noi, specialmente per i genitori. E, con questa preghiera, sono proprio le mamme e i papà che affidano i loro figli alla Famiglia di Nazareth:

Beata Vergine Maria,

volgi il tuo sguardo materno su (nome del figlio).

Egli è stato rigenerato alla via soprannaturale

mediante il Battesimo,

ed è diventato figlio di Dio ed erede del Cielo;

ma ricordati che nello stesso tempo

è anche figlio tuo, Maria.

In questo momento

Gesù ti ripete quelle memorabili parole:

Madre, ecco tuo figlio“!.

Accettalo perciò sotto la tua speciale protezione

totalmente e per sempre.

Custodiscilo e difendilo come cosa e proprietà tua,

e compi verso di lui la tua missione di Madre,

affinché per mezzo tuo cresca buono e santo.

Difendilo da tutti i pericoli dell’anima e del corpo

e possa un giorno essere partecipe

della vita eterna nella gloria del cielo.

E tu, Giuseppe, unisciti alla tua dilettissima sposa

nel prenderti cura di questo mio figlio,

come un giorno facesti con il Figlio di Dio.

Amen”.

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