Si può credere in Dio senza credere nella Chiesa?

Nell’ultimo libro di Don Maurizio Bozza, intitolato ‘Sceglierà lui da grande. La fede nuoce gravemente alla salute?’, sono contenute alcune delle catechesi più importanti tenute in questi anni durante gli incontri de ‘I 5 passi verso il mistero’ che si svolgono a Roma nella Chiesa di Santa Maria in Vallicella.

Gli incontri, come spiegato bene dalla giornalista Costanza Miriano nella prefazione: “sono delle catechesi su diversi temi di fede, a volte su temi direttamente religiosi – la preghiera, il battesimo -, a volte su aspetti della vita di tutti, che però per noi credenti hanno comunque a che fare con la fede, perché non c’è aspetto della vita umana che non riguardi Dio”. In queste, dunque, il sacerdote presenta il tema del giorno, fa scrivere delle domande in forma anonima ai presenti ed infine le pesca per rispondere a tutte.

Molto interessante la prima catechesi che si trova nel libro, quella sulla possibilità di credere in Dio senza credere nella Chiesa Cattolica, è possibile? In risposta alla perplessità di molti, dovuta per lo più da esperienze negative personali, il sacerdote comincia da un assunto:

“Perché noi non mettiamo in pratica ciò che insegniamo. Infatti la gente sentendo dalla nostra bocca le parole di Dio ne resta stupita perché quelle parole sono buone, sono stupende, ma poi notando che le nostre azioni non corrispondono alle parole che diciamo, ecco che prorompono in bestemmie, affermando che tutto ciò non è che una favola e una serie di inganni”.

L’oratore fa comprendere come capisca le perplessità ed i dubbi, ma va oltre e spiega che non è corretto esprimere un giudizio su qualcosa esclusivamente in base alle esperienze negative e agli errori umani, bensì dovrebbero essere valutate primariamente le esperienze positive:

“Tu non puoi valutare la Chiesa guardando sempre e solo alle esperienze negative. Occorre partire, per capire cosa è, dalle esperienze sane, positive, e ce ne sono. Forse ce ne sono più di quello che sembra”.

Dopo questa affermazione, che può sembrare banale ma così non è, Padre Maurizio invita i presenti a pensare che la stessa costituzione della Chiesa prevede che esista l’errore umano, che non è mai stato detto che il Sacerdote è infallibile ed è proprio per questo che durante ogni Messa viene chiesto il perdono dei peccati:

“Ma scusate, sto parlando di una realtà che ogni giorno dell’anno dice: «Confesso a Dio onnipotente…». Ma quale istituzione, quale associazione, nei suoi ritrovi pubblici, inizia dicendo: «Confesso a Dio onnipotente e a voi fratelli che ho molto peccato»? E qualcuno dice: «Ah! Questo molto peccato». Ma come! Se dice che non ha peccato, non va bene. Se dice che ha peccato, nemmeno. È così, eh? «No, questo molto peccato non ci piace, perché questa insistenza sul peccato!». Quando uno riconosce i suoi peccati, non va bene ancora”.

Infine il parroco porta ai presenti due esempi della sua vita personale, per far comprendere come sia sbagliato esprimere giudizi solo osservando qualcosa (persona o istituzione che sia) dall’esterno: il primo riguarda i giovani, la sua esperienza gli ha fatto notare che quelli coperti di piercing e tatuaggi sono istintivamente etichettati come cattivi soggetti, la seconda riguarda proprio i sacerdoti, Padre Maurizio è stato più volte criticato per il solo fatto di portare un abito da sacerdote perché ormai: sacerdote è uguale pedofilo.

Il sunto della Catechesi è che la fede in Dio non può vacillare di fronte ai cattivi comportamenti dei singoli sacerdoti e che questi non possono e non devono allontanarci dalla Chiesa che è la prima e più importante istituzione del Signore sulla terra.

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