Le parole toccanti e vivificanti di una giovanissima monaca carmelitana che esorta a vivere pienamente la nostra vocazione perché “Cristo vale la vita”.

Di solito siamo abituati a sentire un comune modo di dire che recita “vale la pena” in riferimento ad una scelta, un’azione più o meno grande e importante da compiere. Si fa sempre riferimento alla fatica che questo porta con sè, perchè, si sa, scelgire qualcosa, una via, un percorso, implica inevitabilmente almeno una rinuncia a qualcos’altro.
Ma una giovane monaca carmelitana argentina ribalta il detto comune e invece che puntare al pensiero di ciò che si perde lo sposta su ciò che si guadagna. Non si tratta però di un modo di dire qualsiasi. La monaca parla di un argomento importantissimo: la vocazione di ognuno e raccontando della sua riconduce tutto al Signore, perchè “Cristo vale la vita“.
La vocazione per cui “Cristo vale la vita”: la monaca racconta ed esorta a vivere in pienezza
Suor Paloma de Jesús María è giovane, ha solo 24 anni. È una monaca carmelitana che vive la vita contemplativa nel monastero del Carmelo di Luis Guillon a Paloma Altonaga, in Argentina. Nativa di La Plata, è stata cresciuta in una famiglia in cui la fede cattolica era profondamente radicata.

Ha avuto modo perciò di incontrare Dio fin da bambina e sua madre in un periodo molto difficile segnato sia da una grave malattia che da conflitti familiari, quando era ancora molto piccola, la consacrò alla Beata Vergine Maria. Lo scorso 23 luglio ha fatto la professione semplice e si racconta ai media del suo Paese narrando alcuni elementi della sua storia e rivolgendo un’importante esortazione ai giovani come lei, di cui la gran parte è in cerca di capire qual è la propria vocazione.
La monaca ha raccontato perchè ha scelto di condurre una vita di contemplazione e preghiera. Paloma era molto attiva in diversi apostolati, si dedicava con molto entusiasmo all’evangelizzazione. Poi, durante la pandemia del Covid, è avvenuto in lei un grande cambiamento.
La scelta e la decisione di seguire una via
“Durante la quarantena, durante quella pausa obbligatoria, mi sono resa conto che in quell’apostolato attivo ero ovunque, ma allo stesso tempo il mio cuore non era da nessuna parte. Ero felice, ma non mi sentivo realizzata. Così ho deciso di entrare al Carmelo, ma non ero convinta che sarebbe stato a La Plata”, ha raccontato la monaca.

Guidata da un direttore spirituale ha fatto discernimento e ha compreso quale fosse la via che era stata chiamata a percorrere. La ragazza stava facendo studi di filosofia e teologia e l’incontro con le Carmelitane Scalze del Monastero di Nostra Signora della Pace a Luis Guillón, Buenos Aires si rivelò decisivo per la sua scelta.
Dopo quattro anni di formazione come aspirante e novizia, ha ora fatto la sua professione semplice, emettendo i suoi primi voti temporanei come sposa di Cristo. Per spiegare in cosa effettivamente sono questi voti ha usato queste parole: “Consistono in un’alleanza che si stringe con il Signore, verso una consacrazione definitiva di tutta la propria persona al Suo servizio, al servizio della Chiesa e dell’umanità“.
Fa sue le parole di Santa Teresa d’Avila: “Dal cuore della Chiesa, mia Madre, sarò amore“: è così che interpreta la sua vita nel Carmelo, attraverso la preghiera e l’apostolato nascosto.
La realizzazione piena della vita e l’esortazione ai giovani
Nella vita contemplativa suor Paloma ha messo a punto la sua piena realizzazione. Ognuno ha una vocazione, che sia alla vita consacrata o al matrimonio, o anche solo a mettere a frutto i doni ricevuto nel battesimo. Per questo, lei, giovane, esorta i giovani come lei a porsi con coraggio di fronte alla propria vita, discernere la chiamata che il Signore fa a ciascuno e rispondere di conseguenza, pienamente.
“Voglio dire ai giovani che spesso sentiamo dire: ‘Cristo vale la pena’. No: Cristo vale la vita! Quando sentite quella libertà dentro di voi, quel ‘sì, questo è il momento, lo sento nel mio cuore’, fatelo. Andateci. Si tratta di fare il passo, di cercare buone amicizie e buone compagnie che vi aiutino nel vostro discernimento. Qualunque cosa vi dia pace, qualunque cosa vi dia gioia, qualunque cosa vi realizzi: quella è la vostra vocazione” è la sua esortazione piena di quell’entusiasmo, che è “essere in Dio”, come l’etimologia della parola ci spiega.







