Il vescovo di San Giovanni Rotondo, Franco Moscone ha affermato, in un intervento sconvolgente diffuso in rete, che ricevere l’Ostia in bocca è un abuso.
Le sue parole, che a suo dire sarebbero motivate sì dalle difficoltà dovute alla pandemia ma non solamente questo, perché il religioso si è spinto ben oltre, hanno fatto e stanno facendo profondamente molto discutere. In alcuni casi, scandalizzare. L’idea che si rischia di scivolare verso una desacralizzazione dell’Eucarestia è infatti certamente un pericolo da cui guardarsi con grande attenzione.
Il vescovo del paese che fu di Padre Pio ha spiegato che chiedere di ricevere la Comunione in bocca sarebbe la manifestazione di presunti “falsi spiritualismi”. Addirittura il vescovo è arrivato a definirla una “piaga”, per la quale promette di combattere con solennità. A sostegno della sua tesi, però, il prelato ha portato non soltanto l’attuale situazione sanitaria. Ma addirittura si è spinto oltre spiegando che sarebbe il Vangelo a chiederlo.
Secondo il vescovo di Manfredonia, nel suo intervento sconvolgente denunciate da “La nuova bussola quotidiana”, l’espressione di Gesù nel Vangelo, in cui invita a comunicarsi con l’istruzione “prendete e mangiate”, e quindi, secondo il religioso, non “ingoiate”, ma ricevetela nella mano.
“Con cosa si prende? Si prende con le mani, che è l’organo che prende, che afferra, che arriva poi fino al braccio”, dice. “Sono convinto che sia più, come dire, un abuso ricevere la Comunione in bocca che in mano”, prosegue imperterrito. “Tanti mi hanno detto: E’ un abuso ricevere la Comunione in mano. Io affermo esattamente l’opposto: è un abuso perché abbiamo falsamente spiritualizzato ciò che Gesù ha voluto come materia e come fisico, come carne per noi perché siamo carne”.
Con questi veri e propri deliri il prelato ha invitato, di conseguenza, i fedeli a non cadere in quelli che lui indica come falsi spiritualismi. Non spiega però, anzi si dimentica di tralasciarlo pesantemente, che il momento dell’Eucarestia è quello in cui si accoglie la carne di Dio che si fa presente tra gli uomini, e che è da questa consapevolezza profonda e fondante che si originano le richiesta di ricevere la Comunione sulla lingua.
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Sono infatti i documenti ufficiali della Chiesa Cattolica che spiegano la ragione per cui è giusto ricevere l’Eucarestia in bocca, e possiedono di certo più valore che disposizioni momentanee emanate dai vescovi e dalle autorità ecclesiastiche locali o nazionali. Nell’Istruzione Memoriale Domini si spiega infatti chiaramente che l’Eucarestia non è di certo “un cibo e di una bevanda comune”, ma la Comunione al Corpo e al Sangue di Cristo.
Per cui, da ciò che consegue che la ricezione sulla lingua dell’Eucarestia “poggia su di una tradizione plurisecolare” che “esprime e significa il riverente rispetto dei fedeli verso la Santa Eucaristia“. Ovvero la giusta e adeguata espressione del riconoscimento di Dio che si incarna nella particola offrendosi agli uomini come Pane di vita eterna. Ben lontano, quindi, da i falsi spiritualismi di cui parlava il vescovo.
Giovanni Bernardi
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