“E volgendosi verso la donna, disse a Simone: “Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco.”.”.
Un brano evangelico di non immediata comprensione, ma che spalanca il cuore alla speranza di salvezza per chiunque, quello che il Santo Padre ha presentato all’ultima udienza generale, nell’aula Paolo VI, per parlare del tema: “Il perdono divino, motore di speranza”.
Capire come Gesù possa rimettere i peccati e cancellarli dalla nostra anima, infatti, non era concepibile, per chi lo ascoltava a quell’epoca e neppure credeva fosse realmente il Figlio di Dio. Ma oggi, a distanza di più di 2000 anni, le cose sono diverse, almeno in parte, anche se è bene ribadirle per sottolinearne l’importanza e convincere i più scettici. Dice il papa: “Abbiamo sentito la reazione dei commensali di Simone il fariseo: “Chi è quest’uomo che perdona anche i peccati?”. Gesù ha appena compiuto un gesto scandaloso. Una donna della città, conosciuta da tutti come una peccatrice, è entrata in casa di Simone, si è chinata ai piedi di Gesù e ha versato sui suoi piedi olio profumato. Tutti quelli che erano lì, a tavola, mormorano. (…) Quelle donne, poverette, solo servivano per essere visitate di nascosto, anche dai capi, o per essere lapidate. Secondo la mentalità del tempo, tra il santo e il peccatore, tra il puro e l’impuro, la separazione doveva essere netta.”.
I presenti forse ancora ignoravano che Gesù veniva, in mezzo a noi, a cercare i peccatori, proprio quelli più lontani o esclusi dal resto del “gruppo”, come potevano essere allora i lebbrosi, gli indemoniati, le prostitute, i sofferenti nel corpo e nello spirito.
Del resto è il dolore patito, la croce portata, che salva e, attraverso di essa, Lui stesso ci ha evitato la morte certa ed eterna. Dunque, comprendere e condividere la miseria altrui è il vero senso della misericordia e trasforma il peccato in penitenza, che redime e da grazia.
“Gesù prova compassione. Letteralmente, Gesù sente fremere le sue viscere. Quante volte nei Vangeli incontriamo reazioni del genere. Il cuore di Cristo incarna e rivela il cuore di Dio, che, laddove c’è un uomo o una donna che soffre, vuole la sua guarigione, la sua liberazione, la sua vita piena.”.
Quale migliore promessa per tutti noi, quale maggiore considerazione da parte di Dio: “Noi che siamo abituati a sperimentare il perdono dei peccati, forse troppo “a buon mercato”, dovremmo qualche volta ricordarci di quanto siamo costati all’amore di Dio. Ognuno di noi è costato abbastanza: la vita di Gesù!”.
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