Santuario Madonna di Roverano: dove Maria lasciò il quadro

Il Santuario della Madonna di Roverano è legato all’apparizione di Maria alle pastorelle, nel XIV secolo, di cui il 7 settembre ricorre l’anniversario.

Il Santuario della Madonna di Roverano – foto web source

Il Santuario di Nostra Signora di Roverano si trova nella frazione di Termine di Roverano, nel comune di Borghetto di Vara in provincia della Spezia. L’edificio si trova nel suggestivo paesaggio ligure della diocesi della Spezia-Sarzana-Brugnato, tra uliveti e castagneti.

Il Santuario tra le colline liguri

Sorge cioè sull’omonima collina e si trova lungo la via Aurelia, precisamente a metà strada tra Sestri Levante e La Spezia. Una volta arrivati a Termine di Roverano, infatti, si può trovare una Cappelletta in cui si indica che il Santuario è vicino.

Nel pomeriggio del 7 settembre, ogni anno, si celebra la solenne processione. In quella data si può assistere anche al prodigio della prodigiosa fioritura fuori stagione di alcune piante di olivo. Da secoli questo fatto inspiegabile avviene, come attestano numerosi documenti storici.

Il Santuario della Madonna di Roverano – foto web source

La festa in onore della Madonna di Roverano

La festa patronale continua anche il giorno successivo, in cui ricorre la Natività di Maria, e la domenica successiva, per la celebrazione del Santissimo Nome di Maria.

L’apparizione, come riportano le fonti storiche, avvenne in un anno compreso tra il 1350 e il 1352, alle due pastorelle che si trovavano nei pressi del monte Roverano. Una delle due era muta dalla nascita, e dopo che la Madonna le chiese di avvisare il parroco dell’evento miracoloso, subito recuperò l’uso della parola e guarì dalla sua malattia.

La storia del Santuario

Una volta che i fedeli tornarono sul luogo del miracolo, trovarono sull’albero un quadro di legno con l’immagine della Madonna. Poco dopo iniziarono i lavori di edificazione del santuario in quello stesso punto.

Il Santuario della Madonna di Roverano – foto web source

Monsignor Filippo Sauli, vescovo dell’allora diocesi di Brugnato, citò per la prima volta la “cappella di Roverano” in un documento del 1518, legato alla sua visita. Lo scrittore Mario Soldati citò invece il Santuario nel 1969, nel libro Regione regina.

La struttura del Santuario

La struttura che oggi presenta la chiesa forma una navata unica, con pianta absidale a croce latina. Le sue linee architettoniche sono semplici, e risalgono all’ampiamento avvenuto nel XIX secolo. Gli abitanti della cittadina di L’Ago, insieme a quelli dei borghi vicini, contribuirono con gioia ai lavori.

Infatti il santuario riceve continue visite da parte di fedeli e pellegrini. Per questo si è ritenuto necessario compiere i lavori. La facciata, bianca, ha ai due lati dei piccoli campanili. Il rifacimento della chiesa avvenne nel 1933. L’interno è elegantemente decorato con stucchi e finto marmo.

Madonna di Roverano
La Madonna di Roverano – foto web source

L’altare maggiore con il quadro miracoloso

L’altare maggiore è di compatta struttura rinascimentale, ravvivato da marmi pregiati, di colore rosso e nero. Sopra l’altare maggiore, infine, si trova il venerato dipinto raffigurante la Madonna col Bambino, che fu installato in quel punto il 13 giugno 1875. L’artista dipinse l’opera, in cui è rappresentata la Madonna col Bambino, intorno al cinquecento.

Nella parete di destra è anche indicato il punto preciso in cui apparve la Madonna. Poco più avanti, si può vedere un triangolo in ardesia, risalente al quattrocento, in cui si riporta la scena nell’apparizione della Madonna alle due pastorelle in bassorilievo. Le cappelle laterali, infine, sono dedicate a due santi: sant’Antonio abate e san Giuseppe.

Madonna di Roverano
Il Santuario della Madonna di Roverano – foto web source

Tra i numerosi santuari liguri, si può tranquillamente affermare che quello di Roverano è uno dei più belli e affascinanti. Ciò, a causa della sua antichità, ma anche per il quadro che fu al centro della miracolosa apparizione, lasciato dalla Madonna direttamente alle pastorelle.

Giovanni Bernardi

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