Santuario della Madonna del Ponte: la grotta miracolosa dell’affresco

Il santuario della Madonna del Ponte Narni è legato alla visione dell’immagine di Maria da parte del cacciatore Ugo Fanelli, in una grotta, nel 1714.

Il nome deriva dalla presenza, nei pressi della Chiesa, dei resti di un ponte di epoca romana, il Ponte di Augusto.

La chiesa venne costruita intorno alla grotta nella quale sono contenuti gli splendidi affreschi, che vengono fatti risalire con tutta probabilità intorno al 1200. Nella destra del santuario si vede infatti il bellissimo affresco in cui viene raffigurata la Madonna col Bambino in braccio, affiancata da alcuni frammenti di affreschi.

La collezione di ex voto presenti nella grotta miracolosa

Al di là della grotta, merita attenzione anche la vasta e profonda collezione di ex voto presente all’interno del santuario, che testimonia le numerose grazie di Maria donate ai fedeli negli anni, e che continua a donare tutt’oggi a chiunque le si rivolga con cuore puro, aperto e grato per l’immenso amore che la Vergine dona ai suoi figli.

Storicamente, il santuario via Flaminia a Narni, per questo è profondamente legato alla storia cittadina. Nel 1714 il giovane di Narni stava risalendo Monte Sant’ Angelo al termine della battuta di caccia, quando lo colpì un forte temporale che lo obbligò a ritirarsi all’interno della grotta. Questa era anche difficile da vedere, perché coperta di sterpaglie.

Il cacciatore vede l’immagine miracolosa nella grotta

Lì dentro il giovane, abituatosi al buio, vide il meraviglioso affresco di Maria. Subito la voce si sparse tra la popolazione, e per contenere i fedeli venne costruito il bellissimo santuario a cui si può accedere tutt’oggi. Il vescovo di Narni, Francesco Saverio Guicciardi, decretò infatti ben presto la costruzione di una chiesa

L’’architetto Giovan Battista Giovannini di Milano realizzò il progetto, i cui lavori iniziarono nel 1716 e terminarono nel 1726. La grotta miracolosa venne inglobata all’interno del Santuario. L’idea era quella di richiamarsi alla Santa Casa di Loreto.

L’esterno del Santuario di grande semplicità ed essenzialità

Fuori il Santuario è di grande semplicità ed essenzialità. Il grande timpano si erge in alto al centro, tra le due coppie di pilastri e il finestrone disadorno. Il  bombardamento del 1 giugno 1944 distrusse, in parte, la facciata. I Salvatoriani la ricostruirono nel giugno del 1946.

Il campanile si eleva sulla parte esterne venne costruito in un secondo momento dal resto dell’edificio. Il sagrato, semicircolare, si contorna di due ampie scalinate. La statua in marmo della Madonna si decise di porla all’interno del santuario nel 1950, in occasione dell’Anno Santo.

L’interno del Santuario della Madonna del Ponte

Dentro, la chiesa presenta una pianta rettangolare a navata unica. Si tratta infatti di un esemplare di architettura settecentesca. La volta, a tutto sesto, finisce con due ampi archi- Dopodiché si può ammirare il tamburo sorreggente la cupola. Al di sotto della quale è posta la Grotta in cui avvenne il primo miracolo.

Il frontespizio ricco di un maestoso complesso di statue e di altorilievi in stucco bianco, opera in stile barocco dello scultore Michele Chiesa da Como, adorna la grotta miracolosa. In cima alla quale si erge la statua della Vergine, prima dell’Assunzione in cielo. Attorno a Maria vi sono dodici teste di angioletti a farle da corona.

I festeggiamenti per la Madonna del Ponte

Mentre invece a fianco della Madonna sono posizionate due statue, rappresentanti le due Virtù della Giustizia e della Sapienza. A partire dal 1914, infine, ogni anno si celebra il centenario della scoperta della sacra immagine attraverso solenni funzioni religiose. Le funzioni sono accompagnate da grandi festeggiamenti, a cui parteggiando con grande gioia e onore sia le autorità civili che quelle religiose.

Dopo lo scoppio della guerra mondiale, il programma dei festeggiamenti si ridusse a soli otto giorni. Ora, di norma, i festeggiamenti per la Madonna iniziano la ricorrenza della Natività di Maria, l’8 settembre, per terminare la domenica successiva.

Giovanni Bernardi

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