Il nostro viaggio tra i luoghi sacri in Italia ci porta alla scoperta di santuari meravigliosi, alcuni dei quali hanno origine risale indietro nei secoli. Oggi siamo al Santuario di Barbana.
Il suo nome completo è “Santuario della Madonna di Barbana”: siamo nell’isola omonima di Barbana, nella Laguna di Grado, in provincia di Gorizia. Potremmo dire che, ai confini dell’Italia, la madonna ha voluto sostare e far crescere lì la sua devozione.
Un posto davvero particolare quanto caratteristico, dove abita stabile una comunità di monaci benedettini. Conosciamo assieme questo luogo.
Santuario di Barbana: nasce grazie ad un miracolo
Lo dicevamo all’inizio: in provincia di Gorizia, in Friuli Venezia Giulia, su di un’isola che si chiama Barbana, sorge un santuario dedicato alla Madonna. Oggi su quest’isola, vivono i monaci benedettini in comunità. Il nome di questo luogo deriva, con molta probabilità, da Barbano, un eremita del VI secolo che viveva nel luogo e che raccolse attorno a sé una comunità di monaci.
Ma quando nasce la storia di questa devozione così intensa alla Madonna? Secondo la tradizione, la nascita del santuario della Madonna di Barbana risale all’anno 582, quando una violenta mareggiata minacciò la città di Grado. Al termine della tempesta, un’immagine della Madonna, trasportata dalle acque, venne ritrovata ai piedi di un olmo, nei pressi delle capanne di due eremiti, Barbano e Tarilesso.
Il passaggio dai padri Barbaniti ai francescani
Il luogo era allora relativamente lontano dalla linea di costa e il patriarca di Grado, tale Elia, come ringraziamento alla Madonna per aver salvato la città dalla mareggiata, fece erigere una prima chiesa. Attorno a Barbano si formò una prima comunità di monaci (i “barbaniti”) che resse il santuario per i successivi quattro secoli.
La chiesa venne probabilmente ricostruita più volte e la stessa immagine della Madonna, non si sa se una statua o un’icona, andò perduta. Attorno all’anno 1000, ai barbaniti subentrarono i benedettini che officiarono il santuario per 500 anni. Dal 1450 è documentata la presenza di frati francescani conventuali, che sostituirono i benedettini prima in chiave provvisoria e poi, dal 1619, in modo definitivo.
I francescani, che nel 1738 eressero una nuova chiesa a tre navate, rimasero nell’isola fino al 1769. Dopo i frati francescani, il santuario venne affidato per oltre 130 anni ai sacerdoti diocesani, prima di Udine, poi di Gorizia. Un ruolo di particolare rilievo venne svolto da don Leonardo Stagni, al quale si devono la costruzione degli argini, la realizzazione dell’attuale cappella del bosco nel luogo dove venne ritrovata l’immagine di Maria e l’incoronazione della Madonna di Barbana.
La costruzione della chiesa nuova dopo la Guerra
Nel 1901 il santuario venne affidato ai frati francescani minori della provincia dalmata che edificarono un nuovo convento, curarono alcune bonifiche e misero mano alla costruzione dell’attuale chiesa. Dal 2020 il santuario è affidato a una congregazione benedettina di fondazione brasiliana.
Dal punto di vista artistico, l’intera isola è dominata dalla grandezza della sua chiesa e dal suo campanile. La chiesa è in stile neoromanico ed è relativamente recente. I lavori di costruzione dell’attuale edificio, che sorge sul luogo delle chiese succedutesi nei secoli passati, sono stati avviati nel 1911 e completati, dopo una pausa dovuta alla prima guerra mondiale, nel 1924.
A poca distanza dalla chiesa, sul luogo dove secondo la tradizione si arenò l’immagine della Madonna, sorge la cappella dell’apparizione, costruita nel 1854 per celebrare il dogma dell’Immacolata Concezione.
Info utili: orario Messe e come arrivare
Oggi, il Santuario di Barbana è visitabile a tutti i pellegrini e turisti. L’orario delle Sante Messe, dal mese di novembre al mese di marzo è:
- La domenica alle ore 10.30
- Il lunedì alle ore 18.00
- Dal martedì al sabato alle ore 08.30
Come raggiungere il santuario? Prendere l’uscita di Palmanova dell’autostrada A4, quindi proseguire con la SS 352 fino a Grado, 27 km. Dal molo della città è disponibile un traghetto per l’isola di Barbana.